I simpatici animaletti che riempiono coi loro fischi le praterie alle porte di Denver sono stati colpiti da un’infezione che ci riporta al Medioevo
Sembrava una malattia da citare solo parlando di storia antica eppure la peste bubbonica esiste ancora e sono le pulci a trasmetterla. I pelosi e buffi animali che vivono in grandi comunità nelle praterie statunitense ne sono stati colpiti. Le loro tane vengono accuratamente irrorate di pesticidi per evitare che la malattia si diffonda. La peste bubbonica colpisce i cani della prateria
Bloccati tutti i parchi
Le autorità hanno bloccato gli accessi tutti i parchi nell’area di Denver per una completa profilassi. Sono 3 grandi parchi nelle vicinanze della città. I turisti che amano frequentarli per campeggiare sono stati dirottati su altre aree. Anche con l’uso di potenti pesticidi ci sono ancora troppi parassiti presenti nelle tane. Lo Yersinia Pestis è un batterio resistente e lo Stato del Colorado non vuole correre nessun rischio. Al momento non ci sono evidenze che nessun umano sia stato infettato.
Grandi colonie
I cani della prateria vivono in grandi colonie che scavano un reticolo di gallerie, difficili da controllare. Un secondo trattamento prevede l’uso di pesticidi in polvere in modo che siano gli stessi animali a trasportarli all’interno delle tane. Il rischio che possano entrare in contatto con animali domestici e quindi agli umani resta ancora elevato. Le guardie dei parchi sperano che quest’azione sia sufficiente a bloccare la diffusione.
Peste Bubbonica
Quasi il 60% dell’intera popolazione europea è stata spazzata via dalla peste nel XIV secolo. A metà ‘800 la peste era diffusa in tutta la Cina, alla fine del secolo arrivò ad Hong Kong e da lì si diffuse in tutti i porti commerciali. Le vittime furono circa 10 milioni. San Francisco fu una delle più colpite anche se le autorità californiane cercarono di nascondere la malattia per timore di conseguenze commerciali. Dopo il terremoto che colpì la baia nel 1906 i topi si moltiplicarono tra le macerie e l’epidemia prese nuovo vigore.
Gli scoiattoli l’hanno diffusa
Sono stati gli scoiattoli a incaricarsi di diffonderla nel territorio statunitense. La malattia è presente a livello molto basso ma sempre pronta a esplodere. Improvvisi focolai si accendono ad intervalli irregolari. Raramente arrivano a colpire l’uomo anche se ogni hanno si hanno alcuni casi concentrati soprattutto nelle aree desertiche del New Mexico, Arizona e Colorado. Proprio le aree che sono l’habitat preferito dei cani della prateria.
Le specie dei cani della prateria
Le specie dei cani della prateria vengono attaccate in modo diverso dal batterio. Alcune specie subiscono una completa eliminazione della colonia, altre sono più resistenti. Spesso si arriva alla perdita del 90% della colonia. Uno dei loro predatori il furetto dai piedi neri, è a pericolo di scomparsa proprio perché si ciba dei cani della prateria ed è ad alto rischio. Un vaccino che permette di coprire completamente i furetti è già attivo ma ancora non si è arrivato ad uno completamente efficace per i cani della prateria.
Vaccino in esche di burro d’arachidi
Per diffondere il vaccino si sono utilizzate speciali esche. Il composto è inglobato in palline di burro d’arachidi di cui i cani sono golosi. Da allora non si sono segnalate perdite nella popolazione dei furetti. I guardaparco ora sperano nella collaborazione dei proprietari dei terreni limitrofi alle colonie per aiutarli nella diffusione delle palline col vaccino. La peste bubbonica colpisce i cani della prateria.


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