Eravamo presenti alla Conferenza Stampa di Trento dove è stato presentato il 70°FilmFestival, con una sorprendente e inattesa visione del futuro.
Una presentazione che ha regalato spunti di riflessione sulla montagna e su chi la vive. Visioni che ci hanno fatto allargare gli orizzonti, sul prossimo futuro del nostro pianeta. Sopravvivere e rilanciare, sembra il focus ideale per il 70°TrentoFilmFestival. Un Festival cinematografico arrivato alla 70° edizione e diventato, nel tempo, una tappa fondamentale. Eppure i temi sviluppati sembrerebbero molto circoscritti e codificati, la montagna come protagonista e chi la vive. Sembra incredibile aver raggiunto una simile longevità, riuscendo a migliorare ad ogni edizione la qualità proposta. Però la montagna ha molto da dare, da dire, e può farci riflettere sul modo in cui utilizzarla. La Montagna e il destino del pianeta
Le Terre Alte diventate attrattive
Cosa ha permesso alle Terre Alte (Highlands) di trasformarsi da luoghi poveri, a volte sviliti, in luoghi tanto ambiti? Terre ostiche, in cui è, o forse era, molto difficile vivere. Luoghi da cui fuggire, emigrare per scappare dalla fame, per trovare lavoro ed occasioni di vita. Terre graffiate da conflitti, trincee, mulattiere, dove ogni valle si trasformava in una enclave chiusa, che sviluppava ritmi e linguaggi propri. Paesaggi fragili, in cui l’opera umana non è riuscita ad incidere in modo definitivo, spazi che la natura è sempre disposta a riprendersi senza chiedere permesso (Vaia).
Fragile delicata complessa
Eppure questa fragilità, che potrebbe demoralizzare, ha avuto il pregio di avviare una trasformazione senza stravolgere la propria anima. La sua “inaccessibilità” è divenuta un punto di forza, appena l’orizzonte s’è allargato. Da ruvida criticità a pura bellezza, da disagiata debolezza a luogo dove vivere gioiosamente, a contatto con la natura. Luoghi d’incanto, dove lo sforzo fisico di coltivare piccoli appezzamenti in salita, è diventata l’esaltazione dello sforzo fisico piacevole e cercato.
Sport alla ricerca del limite personale
La ricerca dei propri limiti personali, dell’autenticità dell’attività fisica, da trovare mentre scenari meravigliosi ci circondano. Lo sport invernale divenuto popolare, e non più destinato all’élite, con la diffusione delle più svariate discipline sulla neve, ha fatto da traino. Il turismo ha modificato alcuni paesaggi, la rusticità che era l’impronta del montanaro, ha portato a modificare anche i modelli di comunicazione. Lo sport estivo, dolce o estremo, col running, le passeggiate in rampichino o con e-bike, il nordic walking, hanno stravolto i sentieri, luoghi normalmente dedicati alla solitudine.
Montagna come termometro della nostra salute
Un termometro importantissimo le Terre Alte. Con la loro fragilità di un eco-sistema complesso e delicato, rappresentano in anticipo ciò che avverrà. Sono sensibili ai cambiamenti climatici, ed è proprio qui che si intuiscono e vedono le trasformazioni, causate dalla nostra “indelicatezza” di trattare il territorio. Come ha giustamente sottolineato il Presidente Mauro Leveghi, alla conferenza stampa di presentazione: “è qui che arrivano le avvisaglie di ciò che sarà. La sostenibilità è indispensabile, per mantenere questo patrimonio. Le Terre Alte segnano il destino del pianeta.”
Destinazione Futuro
La direttrice Luana Bisesti, ha spiegato come Il 70°TrentoFilmFestival abbia scelto di non auto-celebrarsi, di puntare su temi che sembrano distanti, da questo traguardo importante. Il Futuro, con tutte le sue implicazioni, in un territorio così delicato. Alla scoperta di una visione che guarda oltre a Trento come città alpina, e riflette su un futuro possibile, per tutti gli abitanti della Terra. Sergio Fant ha sottolineato il tema principali del Festival, che interessa e coinvolgere tutti “Destinazione Futuro”. La rassegna ha selezionato 7 lungometraggi che rappresentano scenari fantascientifici, uno per ogni decade degli ultimi 70 anni. Ogni pellicola, porterà un’interpretazione molto diversa, del concetto di futuro e futuribile. Un percorso che fa leva sull’ingenuità, sull’avventura, sul fatalismo, sul disincanto, e che riesce a far sorridere e preoccupare.
La città vuole ripartire
Il Presidente della Camera di Commercio di Trento Giovanni Bort, ha evidenziato come la città voglia ripartire dagli eventi che la caratterizzeranno, per tutta la durata del festival. Dando ancor più valore alla cultura di montagna, in tutti i suoi aspetti. Oltre alle proiezioni che si terranno in diverse sale e luoghi a Trento, tornerà in Piazza Fiera Montagna Libri. Il fermento culturale che circonda il festival in tutti le sue sfaccettature, è palpabile, e porta la montagna al centro del discorso. Una riappropriazione degli spazi di cui si sentiva la necessità in città.
Un manifesto bocciato e rilanciato
Milo Manara uno dei più celebrati disegnatori, cartoonist ed autore di graphic novel offre nuova vita al manifesto della rassegna cinematografica. La sua opera “L’Ondina”, venne rifiutata nel 1977 perché ritenuta troppo osé. Manara non ha mai fatto segreto di una particolare abilità, nel tracciare volti e corpi femminili di originale sensualità. Ora il suo disegno recupera lo spazio che gli compete, e involontariamente, completa il discorso di sopravvivere e rilanciare. Una seconda opportunità per la leggenda dell’Ondina che vive nei laghetti alpini. Chissà quale sarà la sua visione di futuro nelle fresche acque trasparenti, in cui si specchiano le Dolomiti? La Montagna e il destino del pianeta
Credits: Olab&Partners, 70°TrentoFilmFestival

