Un arto molto avanzato e in progressione
Scene che immaginavamo relegate solo ai film hollywodiani di fantascienza sono invece, attuali e fruibili. Se la mano bionica di Luke Skywalker vi ha lasciato a bocca aperta, sappiate che non è più un sogno la sostituzione di un arto fondamentale come la mano. Ma è già diventata una realtà, e migliorerà ulteriormente nelle sue prestazioni, in un futuro non troppo lontano.
La prima mano bionica italiana
Impiantata nel 2016 ad una donna veneta, Almerina Mascarello, che l’aveva perduta in un incidente, la prima mano bionica italiana. Dopo sei mesi di sperimentazione, la mano costruito dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa è funzionante. Eseguito in collaborazione col Politecnico di Losanna, al Policlinico Gemelli di Roma, dal team chirurgico di Paolo Maria Rossini. La mano è una ulteriore evoluzione di quella impiantata nel 2014 ad un paziente danese.
Sensori che riconoscono gli oggetti al contatto
La mano riconosce la consistenza degli oggetti al contatto, grazie ai sensori inseriti nei polpastrelli. E’ comandata da un equipaggiamento alloggiato in uno zaino da trasportare sulla schiena. Questo ha già consentito alla signora Mascarello di uscire ed essere attiva anche all’esterno delle strutture sanitarie, che l’hanno ospitata durante la sperimentazione. Silvestro Micera, l’inventore della mano, ha spiegato che lo zainetto contiene il computer che registra i movimenti muscolari. Nel processore vengono trasformati in impulsi elettrici, convertiti a loro volta nei movimenti che fanno eseguire le azioni richieste alla mano bionica. Dopo un periodo di training, tutte le operazioni si sono sviluppate in modo armonioso. Consentendo una mobilità ed una funzionalità dell’arto molto importanti.
Evoluzione in corso
Un altro sistema trasforma le informazioni registrate dai sensori della mano in segnali da mandare ai nervi, dove vengono trasformati in informazioni sensoriali. La tecnica verrà ora resa utilizzabile anche per le tecnologie ad uso clinico. Questo non è ancora il traguardo finale, ma è un passaggio intermedio per giungere ad una evoluzione superiore. E’ prevista una riduzione e una miniaturizzazione della parte elettronica, alleggerendo lo zainetto con le sue batterie. Per rendere ancora più autonoma la signora Almerina, e rendere l’installazione ancora più semplice ed efficace per ogni attività.

