Un ritrovamento dagli scavi di Pompei ci fa conoscere i piccoli segreti di una maga che teneva in un cofanetto i suoi attrezzi del mestiere. Ninnoli preziosi per poter divinare appartenuti forse ad una schiava levatrice.
Durante gli scavi di una zona di Pompei ancora poco esplorata è emerso dalle ceneri un cofanetto di legno. Oramai completamente consumato dal tempo che però a sorpresa ancora conservava il suo contenuto. Semplici eppure straordinari oggetti che costituivano gli attrezzi del mestiere di una maga o una strega. Probabilmente quei piccoli semplici gioielli, monili e gingilli erano utilizzati per riti propiziatori, per tracciare legami d’amore. O forse erano usati per indovinare il sesso dei nascituri e determinare le date del parto. La Maga levatrice bambinaia di Pompei
Una schiava levatrice bambinaia?
Proprio per questi tipi di oggetti che fanno pensare ad una Maga esperta di gravidanze e parti s’immagina che fosse una levatrice o una bambinaia, probabilmente una schiava. Non c’erano infatti, tra gli oggetti, gli ori e le cose preziose di cui le matrone romane adoravano ornarsi. Pompei era una città ricca con molte ville e seconde case dei patrizi romani. Il fatto che non ci siano oggetti da ostentare in pubblico fa immaginare che non fosse una Maga professionista che traesse sostentamento dalle sue divinazioni, ma piuttosto una schiava che operasse solo nella casa dove era ospitata.
La casa del Giardino
Il “tesoro” è stato scavato nella Casa del Giardino nell’area denominata Regio V che ancora nasconde molti segreti. La scatola di piccoli gingilli è stata probabilmente utilizzata per eseguire rituali di fertilità e di amore, per fare qualche esorcismo di magia bianca a protezione dei membri della famiglia. Gli oggettini servivano per portare fortuna e per scacciare guai, malanni, malattie e malasorte. In totale, gli archeologi hanno trovato circa 100 piccoli oggetti, tra cui bottoni in osso, scarabei scolpiti, peni in miniatura, cristalli, piccoli teschi e bamboline.
100 pezzi da studiare accuratamente
I restauratori hanno pulito gli oggetti dalle ceneri del Vesuvio ed ora li stanno studiando con l’aiuto di storici e gli archeologi. I significati di alcuni non sono chiari e si sta cercando di ricostruire la loro storia e il loro significato. Sono oggetti della vita quotidiana nel mondo femminile e sono straordinari perché raccontano microstorie, biografie degli abitanti della città che hanno cercato di sfuggire all’eruzione. Danno uno spaccato della vita a Pompei e proprio dalle minuzie si può meglio comprendere gli usi e le abitudini dei pompeiani.
Bottoni cristalli bamboline e piccoli peni
Tra i 100 oggetti vi sono bottoni in osso, scarabei scolpiti, peni in miniatura, cristalli, piccoli teschi e bamboline. La Maga schiava probabilmente indossava alcuni di quegli oggetti nel momento della divinazione, mentre gli altri erano forse gettati per scoprire arcani segni sulla domanda posta. La proprietaria di questo cofanetto potrebbe essere ancora all’interno della casa, ci sono resti di molte persone in questa lussuosa villa. Ci sono 10 vittime raggruppate in una stanza, tra di loro donne e bambini. Tramite l’analisi del DNA si stanno ora ricostruendo i legami di parentela.
Il cavallo già sellato nella villa del Giardino
Il cofanetto della Maga levatrice bambinaia è forse il ritrovamento più importante in quella grande villa. Oltre ad un piccolo affresco molto ben conservato raffigura il mito di Leda sedotta dal cigno. Stupisce il ritrovamento di un cavallo già sellato e pronto per fuggire. Fa immaginare la tempestività con cui l’eruzione ha colpito Pompei, senza dare scampo anche a chi era attrezzato per la fuga. Gli oggetti contenuti nel cofanetto saranno presto esposti alla Palestra Grande, un motivo in più per programmare una visita a Pompei. La Maga levatrice bambinaia di Pompei
credits: Parco Archeologico Pompei

