Molti oggetti che ci circondano e usiamo ogni giorno hanno attraversato i secoli arrivando fino a noi con molte variazioni e curiosità.
C’è stato un tempo in cui possedere o usare una forchetta era considerato immorale, oltre che poco igienico. Ritenuta uno strumento diabolico, era sconosciuta nell’Europa occidentale, mentre era utilizzate nelle corti bizantine e mediorientali. Servì un matrimonio con il figlio di un doge veneziano, per farla arrivare nelle corti europee. Maria Argyropolinas nel 1004, portò con sé, in dote, una cassetta di forchette preziose. Erano a due punte, sia d’oro che d’argento, e vennero utilizzate per il banchetto di nozze. Grandissimo imbarazzo degli invitati che non le sapevano usare. Le paragonarono apertamente al forcone di Satana. La povera sposa morì di peste dopo soli 3 anni. Questo venne interpretato come un chiaro segno che le forchette erano demoniache e dovevano essere dimenticate. Ci vollero altri 4 secoli e il rinascimento fiorentino per riportarle in auge. La forchetta del demonio e i tovaglioli di pasta
Le bacchette erano molto più antiche
Le bacchette che trovate regolarmente nei ristoranti cinesi o giapponesi, hanno una vita molto più lunga. Sono usa e getta perché nello scintoismo si ritiene che qualcosa che ha toccato la bocca, possa raccogliere qualcosa di intimo. Quindi nelle case più ricche le bacchette venivano distrutte dopo ogni pasto. Nelle famiglie più povere, ammesso che potessero permettersele, ognuno usava solo le proprie. Va precisato che spesso nella cucina orientale ci si porta il cibo alla bocca con le mani o usando una sorta di cucchiaio. Queste bacchette waribashi esistono da almeno 5000 anni.
I piatti erano di pane
I piatti in metallo o ceramica sono relativamente recenti, ma poco usati nell’antichità. Il piatto di portata preferito nel periodo medievale era formato da una mezza pagnotta di pane sulla quale veniva versata la minestra o il pasto. Il piatto veniva consumato assieme al suo contenuto. Le pagnotte erano lasciate stagionare per 3 o 4 giorni in modo che fossero ben dure. Nelle famiglie nobili gli eventuali avanzi venivano donati ai poveri. I piatti come li conosciamo oggi, erano utilizzati solo in caso di feste o nei pranzi o cene di rappresentanza.
Tovaglioli di pasta
Le tovaglie erano troppo preziose e servivano per imbandire la tavola. La tovaglia bianca era obbligatoria, si pensava infatti che una colorata avrebbe compromesso l’appetito. Per ovviare all’inconveniente di pulire bocca e mani veniva usato un pezzo di pasta. Un impasto per il pane di giornata serviva a mantenere le dita abbastanza pulite. Sostituiva di fatto il tovagliolo. Striscioline di impasto, grandi come gnocchetti, venivano consegnate ai commensali che maneggiandole potevano utilizzarle per detergersi le dita dal grasso. Potevano anche sostituire le posate per raccogliere pezzi di cibo che di solito erano già stati sminuzzati in cucina. Però nulla si buttava, alla fine del pranzo, le strisce unte, venivano gettate ai cani. Mentre il resto dell’impasto veniva usato per fare altre pagnotte. Le tovaglie avevano anche il compito di proteggere le gambe dei commensali dagli spifferi e dall’insistenza dei cani, sempre presenti in sala.
La comodità di un buon letto
Dimenticate i morbidi materassi di piuma o soffici cuscini da sprimacciare. I letti dei nostri antenati erano spartani, non fatevi incantare dalle ricostruzioni cinematografiche. I giacigli erano costituiti da materassi di paglia o fieno appoggiati su tralicci di legno. Solo le famiglie più ricche potevano permettersi materassi di lana cardata o in piumino d’oca. Mentre I più poveri, i servitori o gli schiavi dell’antica Roma, ad esempio, dormivano su un pagliericcio steso a terra. I materassi in questo caso erano spesso infestati da parassiti. Le camere da letto erano molto spartane, ospitavano solo il letto, una finestrella e nessun altro mobile.
Cuscini di marmo
I cuscini dell’antico Egitto erano più un raccogli capo che un vero genere di conforto. Erano piccoli piedistalli di metallo, o legno, o pietra con una forma arcuata, destinata a sostenere il collo. La testa era solo parzialmente accolta, forse per conservare intatte le preziose e complicate acconciature. Questo tipo di “appoggia-collo” è ancora presente presso alcuni popoli dell’Asia e dell’Oceania. Resta da capire se il fatto di tenere la testa a sbalzo aiuti ad avere un buon sonno e a preservarci dalla cervicale. Forse dovremmo riconsiderare tutta la nostra cultura sui cuscini morbidi, sodi, bassi, altissimi, anti cervicale, ecc.
Focolaio domestico in tutti i sensi
Il caminetto era il vero centro della casa. Le case povere o ricche ed anche i castelli, erano costruiti attorno ad un grande camino centrale. Tutte le attività che coinvolgevano la famiglia si svolgevano attorno al fuoco, si cucinava, lavorava e mangiava, alla sera le panche diventavano giacigli. Molti camini sono rimasti accesi per intere generazioni, perché da quello dipendeva la salute della famiglia. Anche se i camini rischiavano di condannare molti ad un lento soffocamento per inalazioni di fumo. Nei castelli, vista l’impossibilità di riscaldare stanze enormi, si prese l’abitudine di montare baldacchini con tende. Servivano per la privacy ma soprattutto per proteggere il calore all’interno delle alcove. La forchetta del demonio e i tovaglioli di pasta
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