Chi ne è vittima soffre moltissimo
Il successo del tv movie dedicato a Domenica “Mimì” Mia Martini spinge a pensare a un antico adagio. Mutuato da una celebre aria operistica “La calunnia è un venticello inarrestabile”. E grazie a quella brezza si diffonde in modo quasi irreparabile.
Mimì ne soffrì moltissimo, quella ingiusta accusa di portare malocchio l’ha perseguitata. La sua forza s’è sbriciolata davanti a mezze parole, mezze ammissioni, che la relegavano nella sua solitudine. Anche le sue amicizie ne hanno subito la pressione.
I social media e la calunnia
In un epoca in cui i social media sono la voce principale attraverso cui diffondere calunnia, è veramente complicato difendersi. Chiunque può gettare il sasso e ritirare la mano. Il danno è già fatto. Non ci sarà mai smentita convincente a sufficienza, per riportare le cose allo stato precedente. In troppi abusano di questo strumento, senza riceverne le giuste conseguenze. Le denuncie alla Polizia Postaleormai toccano il soffitto, ma non c’è ancora un deterrente tale da essere in grado di stoppare chi abusa.
Bannare i colpevoli
Probabilmente i social dovrebbero cacciare/bannare in modo definitivo chi utilizza la calunnia. Queste porterebbe ad una fuga di massa dalle piattaforme. E’ impensabile che attuino una misura così draconiana. Resterebbe in ogni caso traccia, a causa di coloro che hanno condiviso la notizia. Questi non vengono giudicati colpevoli, pertanto se anche si blocca chi l’ha diffusa per primo non si sradica la calunnia. Anzi a volte si ottiene l’effetto contrario, svelata la fake news, la polemica riparte con ancor più vigore.
I social sono il ventilatore o l’amplificatore
Chi ha intenzioni malevoli, basta che apra un nuovo account o usi una testa di legno sacrificabile. Appena diffusa la calunnia o la fake news, inviano un post di scuse e smentite, per cercare di non essere denunciati. Probabilmente cancelleranno il post, ma troppo tardi. Nel frattempo il venticello social avrà svolto il suo dovere. La notizia sarà stata ripresa e commentata da altri che svolgeranno il lavoro di ventilatore o amplificatore.
Manipolare le notizie non è etico
Un vecchio adagio diceva “Se non sei sicuro di ciò che devi dire, pensaci 10 volte e poi stai zitto”. Quest’ultima parte viene solennemente ignorata, la calunnia viene liberata con la facilità con cui si respira. Auguriamoci che una penale veramente consistente possa essere il deterrente corretto. Tramite IP ogni utente della rete internet è identificabile e raggiungibile. Le teste di legno da sacrificare si trovano facilmente, ma si ridurrebbero velocemente se ci fossero sanzioni pecuniarie cospicue. La rete deve essere liberata da questa peste, ne va dalla sua credibilità. La facilità con cui si possono manipolare le notizie prive di fondamento, non ha nulla di etico. Ed è completamente avulso dal concetto di democrazia.

