Sono le aree dove più è alto l’inquinamento dell’aria a subire i maggiori rischi di diffusione del COVID-19
C’è una relazione tra le attività umane e la diffusione del virus. Maggiori sono gli indici d’inquinamento e di presenza di polveri sottili e maggiore è la possibilità di diffusione. Confrontando i dati forniti dalle colonnine di controllo della qualità dell’aria e le aree dei focolai, si ha questo risultato. Più sono presenti polveri PM10 e più si sono insediati i focolai del coronavirus. Le aree sono quasi perfettamente sovrapponibili. Una indicazione empirica della vastità del problema, legato alla bassa qualità dell’aria che respiriamo. L’inquinamento favorisce la diffusione del coronavirus
Cassandre
Le Cassandre che avevano gridato di porre attenzione all’inquinamento dell’aria, che avrebbe portato a momenti di collasso, avevano ragione. L’inquinamento atmosferico sarebbe una delle cause della diffusione del virus. Confrontando i dati dei superamenti dei limiti di legge delle polveri sottili e quelli delle progressioni della pandemia si sono notati dati sovrapponibili. Una conferma che il guaio ce lo siamo portati in casa da soli, grazie a scriteriate scelte di mobilità eccessiva tramite idrocarburi.
Pianura padana a rischio
È proprio la pianura padana ad avere questo triste primato, le aree più contaminate sono quelle ad avere il più alto tasso di PM10. Svolge la funzione di accelerante per la diffusione del morbo. Non si comprende perché alcune aree siano più colpite rispetto ad altre. Il virus pur essendo presente in altre aree non si è sviluppato nello stesso modo. Ai primi casi segnalati a Roma, non ha fatto seguito una diffusione imponente come quella vissuta nelle aree padane, dove le polveri sottili erano molto alte in tutto il mese di febbraio.
Vettori
Dove non arriva l’abbraccio o la stretta di mano probabilmente arriva il trasporto aereo tramite le PM10. Un vettore che dovremmo limitare in modo massiccio. L’attenzione ora si sposta verso una cultura che impedisca all’inquinamento dell’aria di progredire. Dobbiamo pensare ad un sistema che consenta di ridurre drasticamente i problemi dell’inquinamento aereo. Gli interventi di quarantena e lockdown utilizzati sinora, potrebbero venire vanificati dalla capacità dei virus di utilizzare le polveri sottili come cavallo di troia, come mezzo di trasporto. Il pericolo di diffusione aumenterebbe ulteriormente in questo caso. Potrebbe tra qualche anno ripetersi un’altra crisi come l’attuale, a cui ci presenteremmo altrettanto impreparati. Ridurre la possibilità di veicolazione dei virus diventa importante e improrogabile. L’inquinamento favorisce la diffusione del coronavirus
Fonti
i dati sono stati forniti dalle ricerche svolte da SIMA (Società Italiana di medicina ambientale) Università di Bologna, Università Aldo Moro di Bari
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