Scuola professione ed orientamento legati alle scelte per il nostro futuro
Parità di genere sempre più utopica. In Italia c’è ancora un lavoro molto intenso da fare per arrivare ad una reale parità. Se ci basiamo sui dati del World Economic Forum, c’è da mettersi le mani nei capelli. Il nostro paese occupa posizioni che, per essere gentili, si potrebbero definire di rincalzo. Il divario tra ragazzi e ragazze sembra quasi incolmabile. Questo si riflette su molte delle scelte personali a partire dal piano di studio. L’impatto del genere
Più colte e studiano di più
Le ragazze studiano di più e ottengono spesso risultati migliori negli studi. Ma, in media, dopo un anno dalla laurea faticano maggiormente a trovare lavoro e hanno stipendi più bassi rispetto ai colleghi maschi. C’è un fondamentale errore alla base di questa discrepanza. Le ragazze tendono ad evitare gli indirizzi tecnologici, che sono quelli più richiesti dal mercato del lavoro. Quando lo fanno, vengono difficilmente scelte per coprire quelle mansioni.
Difficoltà nel raggiungere i vertici
Se vengono scelte le ragazze faticano ad arrivare agli apici della carriera. Entrano in gioco una serie di “limitazioni” a volte non ben espresse. A partire dai ruoli familiari a cui vengono instradate fin da bambine. La gestione familiare, i figli, la cura degli anziani vengono quasi sempre delegati alle donne. Situazioni che possono portare all’abbandono del lavoro, anche se solo per brevi periodi. Tali però da orientare in modo diverso le scelte, in caso di promozioni e raggiungimento delle posizioni di maggior prestigio. L’impatto del genere palesa tutta la sua capacità di ostruzione al rinnovamento.
Lo stereotipo da sconfiggere
Esiste una costruzione di stereotipi di genere che sono legati a tradizioni secolari difficili da abbattere. La parità di genere crolla miseramente, davanti ai ruoli che quasi automaticamente vengono distribuiti all’interno della comunità e della famiglia. Il luogo in cui si cresce e si viene educati, influisce in modo determinante sulle scelte future. Il recente caso di #AstroSamantha criticata per voler seguire le sue legittime capacità, sono lì a testimoniarlo. Il sen. Pillon, che l’ha attaccata, è ormai tra i peggiori rappresentanti, dell’atavico pensiero unico maschile (a casa a cucinare, badare ai figli e magari fare la calza).
Parità salariale
Anche la parità salariale contribuisce a creare un divario sociale e politico rilevante. La bocciatura da parte della destra italiana della possibilità di ottenere una parità salariale, colpisce duramente le aspirazioni di chi punta ad una reale parità. Il genere diventa ancora un discrimine. L’ostinata difesa della disparità salariale fa comprendere come mai il divario tra i sessi non potrà essere colmato in meno di un secolo. 135 anni, per essere esatti, come conferma il World Economic Forum. Il futuro non sembra affatto roseo, c’è ancora moltissimo da fare, a partire da una politica che sappia prevedere e che non sia statica.
L’impatto futuro
Cominciare a modificare il linguaggio potrebbe essere una delle leve su cui agire. Comunicare in modo diverso ed eliminare barriere emotive ed educative. Lo sforzo dovrebbe partire già dalla scuola dell’infanzia e dalla famiglia. Le gabbie mentali, talvolta involontarie, devono essere aperte, per puntare ad una unicità di trattamento di genere. Non esistono mansioni e studi unicamente maschili o unicamente femminili.
Educare le famiglie
Pensare ad un futuro in cui la disparità di genere possa scomparire, passa dalle azioni, dai gesti, dalle parole di ognuno di noi. Gli steccati con cui si cerca di orientare femminucce e maschietti sono obsoleti e fanno riferimento a convinzioni del passato. I genitori sono i primi a dover essere formati perché possano “non influenzare” in modo definitivo i bambini. Occorre alzare lo sguardo e ripensare agli impatti di una vera parità. L’impatto del genere
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