Chi è aperto alle innovazioni alimentari li assaggerà
Per molto tempo il sushi è stato immaginato come una stranezza alimentare orientale. Ancor oggi c’è chi si tiene la pancia anche solo al pensiero, eppure i sushi bar si sono diffusi anche in tutto l’occidente. Ora è comune pranzare o cenare con riso, pesce scottato o crudo. Frutto di una sapiente operazione di marketing che ha messo in competizione gli occidentali e la loro curiosità di assaggiare.
La voglia di mettersi alla prova
Per citare i classici “fatti non foste per vivere come bruti..“. Le metriche di Dante spiegano meglio di altre parole quale sia l’innata voglia di mettersi alla prova degli umani. Il sushi sembrava un limite invalicabile, un cibo che, mai e poi mai, sarebbe finito nei nostri piatti o tra le nostre bacchette. Eppure è accaduto. Il prossimo step sarà accettare di assaggiare un’altra cultura alimentare diffusissima in oriente, quella degli insetti.
Cultura millenaria
Ricette frutto di culture millenarie che prevedono il consumo di insetti, sono presenti in tutto il sud est asiatico, Centramerica ed in Africa. Da ricchi occidentali li mettiamo in relazione alla povertà di quei paesi, ma in realtà non è proprio così. Il fattore principale è una sensazione di disgusto che deriva dalla formazione culturale. Gli insetti comunemente consumati sono tutti di derivazione extra-europea e quindi non sono mai stati assimilati all’alimentazione umana dai coloni europei.
Una ricerca in nord-america e India
Una ricerca svolta su 700 individui residenti in Nord-america e India ha dato risultati opposti eppure inusuali. Provenienti da culture alimentari completamente divergenti, quella nordamericana basata sulla carne, quella indiana sulle verdure per le restrizioni imposte dall’induismo. Le credenze religiose sono diventate il primo grande filtro tra le due culture. I problemi che sono emersi sono il disgusto, i rischi, le violazioni dei principi religiosi e le sofferenze subite dalle creature. Gli induisti non sono propensi a consumare esseri viventi, rispettati anche sotto forma di insetti. I nordamericani invece hanno posto maggiormente l’accento su disgusto e rischi. Gli uomini sono molto più propensi a consumare insetti rispetto alle donne.
La variabile sushi
Ciò che è risultato evidente è che tra tutti gli intervistati coloro che mangiano sushi sono i più propensi a integrare la loro alimentazione. Non sono spaventati da grilli, cicale, cavallette o larve delle palme. Anzi sono curiosi di assaggiare quelle che in altri paesi sono considerate prelibatezze. Sono quasi 2 miliardi i consumatori di insetti. In Africa è comunissimo consumare quello che da noi si potrebbe chiamare cibo di strada, composto da termiti fritte, bruchi di shea o larve di palma arrosto. Considerate vere prelibatezze e ricercate, come da noi la pizza coi friarielli e salsiccia.
Da Bleah a Wow
Consideriamo gli insetti sporchi, che vivono in condizione di degrado, e portatori di malattie, dei parassiti, una parola la cui radice latina significa piaga. Eppure gli insetti commestibili guadagnano terreno in tutto il mondo occidentale, con un grande beneficio ambientale. Legato alle riduzioni dell’impronta di carbonio dell’industria della carne, meno consumi di acqua, meno foraggio, meno calore, meno emissioni di CO2.
Libri di cucina e ricettari
I libri di cucina per preparare manicaretti a base d’insetti stanno aumentando. Ormai non c’è fiera alimentare in cui non vengano proposti. L’aspetto è spesso un deterrente, gli insetti hanno gli occhi è questo blocca molti dei potenziali consumatori. Per ovviare a questo problema si punta a prodotti adatti ad un pubblico occidentale come la farina di grilli. Il prossimo passaggio sarà spostare l’opinione pubblica dal Bleah al Wow.

