Ennesimo spreco di tecnologia e investimenti per pastoie burocratiche e fake news
Lo abbiamo inventato noi, ma lo hanno sfruttato tanti altri, perché non abbiamo trovato il modo di costruire un polo energetico. I siti erano stati individuati, ma ognuno di loro ha dovuto sbattere il naso contro comitati di protesta e garbugli amministrativi. Dove non è riuscita ad arrivare la tecnologia, è arrivata benissimo la burocrazia o la propaganda. Il solare termodinamico scippato da altri paesi
L’associazione di categoria dà forfait
Non sono riusciti a garantirsi un futuro nonostante ci fossero a disposizione 300 milioni di investimenti. È l’ennesima fregatura made in Italy, sono 14 i progetti andati a monte. Le centrali solari ad alta concentrazione sono una realtà in altri paesi e continenti. Carlo Rubbia aveva creato i presupposti per farne una leva per lo sviluppo energetico nazionale. Ma siamo riusciti a mettere tante pastoie da farlo fuggire a gambe levate. Il suo progetto prospera in Spagna e consente di risparmiare milioni di euro in approvvigionamento energetico.
Tutti ecologisti a parole
NIMBY è la parola d’ordine (not in my backyard) non nel mio giardino. Il sentimento comune ci vorrebbe tutti attenti all’ecologia, al riscaldamento climatico, però appena si tenta di creare un impianto in qualsiasi luogo scattano le barriere e i divieti. È accaduto in Sicilia e in Sardegna, in aree che potevano essere utilizzate ma che in qualche modo interferivano col “benessere locale”. In alcuni casi si è parlato di magnetismo, di sacralità dei luoghi, in altri del benessere delle pecore. Le stesse pecore che non danno da vivere ai loro pastori, tanto da rovesciare a terra il latte per protesta.
All’estero ponti d’oro
Le società che hanno resistito per questi anni, convinte che alla fine la ragionevolezza avrebbe vinto, han dato forfait. Qualcuna è fallita, altre sono state vendute, altre sono pronte a trasferirsi dove le vedute sono più ampie. Arricchiremo qualche alto nababbo che avrà saputo diversificare la propria produzione, passando dal petrolifero al solare. Nordafrica, Golfo Persico, Cina e Spagna sono pronti ad accogliere a braccia aperte chi porterà loro la tecnologia per costruire gli impianti.
Turbine a vapore
La tecnologia del solare termodinamico è semplice da spiegare. Invece dei tradizionali pannelli, l’energia viene fornita da un certo numero di specchi che la concentrano per far andare in ebollizione l’acqua o il liquido contenuto. Con l’ebollizione si forma vapore che mette in moto una turbina in grado di produrre energia. Un’invenzione italiana, una tecnologia italiana, di cui godono tutti tranne gli italiani.
Diversificazione degli impianti
A seconda degli spazi, della reperibilità di materie prime e del soleggiamento, sono nati impianti di dimensioni diverse. Se Francia e Marocco pensano ad impianti di piccole dimensioni, in Cina ed Australia lavorano ad impianti mastodontici. Nell’area mediorientale, dove non mancano i fondi da investire, già utilizzano questi impianti per l’estrazione degli idrocarburi, in attesa che diventino obsoleti. Poi passeranno a venderci l’energia che, inconsapevolmente, siamo riusciti a farci soffiare sotto al naso.
Bloccati dalle fake news
Ne hanno raccontate a iosa. Tante da confondere chiunque, hanno creato una falsa idea degli impianti. Tra le più diffuse quella del riscaldamento dell’area mentre invece è vero il contrario. Oppure che avrebbe coperto il terreno, in realtà c’è molto spazio tra le file di specchi, tali da permettere qualsiasi coltura, compresa quella bio, che non viene alterata dalla presenza degli specchi. Delle pecore abbiamo già detto. Qualcuno ha parlato di perdite di posti di lavoro, mentre ne avrebbe garantito molti supplementari. Hanno straparlato di radioattività, di magnetismo, di depredazione di territorio destinato al turismo. Peccato che nessuna delle aree identificate abbia alcun interesse turistico e sia ben lontano dalle coste.
Uno schiaffo alla povertà
Un vero schiaffo alla povertà, in aree dove le realtà industriali sono misere o inesistenti. Qualcuno potrebbe dare la colpa alla burocrazia, che in qualche modo ha contribuito al disastro. Però la vera causa di questo enorme insuccesso è l’incapacità di volgere lo sguardo al futuro. La paura del nuovo ha stroncato i progetti prima che potessero vedere la luce. I trecento milioni d’investimenti sprecati in questo modo fanno tristemente pensare ad un’altra involuzione e all’incapacità di uscire dal guscio. Ecologi si ma non sotto casa. Il solare termodinamico scippato da altri paesi.

