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Il rischio di perdere il lavoro

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Escono studi che ipotizzano riduzioni di posti di lavoro addossando le colpe alla crisi economica e rivalutano la condizione culturale

Un pronostico forse troppo facile quello che parla di un gran numero di posti di lavoro persi in Europa. A farne le spese soprattutto i meno acculturati, coloro che non hanno conseguito le lauree. Quelli che potremmo definire già da ora precari, professionisti senza specializzazione. Un punto che non ci sentiamo di contestare ma che fa leva sul modo di vivere e sulle abitudini commerciali e socio-economiche attuali. Siamo certi che le condizioni resteranno esattamente cristallizzate sui canoni del passato?  Il rischio di perdere il lavoro

Se cambiamo parametri

Se però cambiamo i parametri e non pensiamo solo a contributi finanziari a pioggia come unica possibilità di aiuto, potremmo sviluppare nuove vie. Riorganizzare, visto l’obbligo di blocco, le attività commerciali e produttive, progettando un futuro innovativo, sarebbe il modo giusto, di affrontare il problema. Tutto il settore della ristorazione e del turismo, ad esempio, deve alzare il tono ed offrire servizi di livello più alto. Chi ha la necessità di restare a contatto con altri, dovrà trovare soluzioni che consentano di lavorare in sicurezza senza ridurre la produzione. Chi saprà innovare avrà molte più chances.

Smartworking

Sarà privilegiato lo smartworking, le aziende che sapranno attrezzarsi riusciranno ad ottenere ottimi risultati. Anche in questo caso i professionisti con più titoli saranno favoriti, mentre diventerà a rischio la posizione dei giovanissimi non acculturati. Tutte le attività rivolte al contatto col pubblico, i venditori e il customer care sono fortemente a rischio. Soffriranno tra gli altri i lavoratori del settore ristorazione che ha attualmente come unico sbocco la consegna a domicilio. Non è però pensabile di poter riassorbire tutto il personale come deliver.

Donne al potere?

Le lavoratrici si giocano una grossa fetta di possibilità grazie al coronavirus. La loro relativa refrattarietà al contagio, le indica come coloro che per prime possono essere impiegate. Una piccola rivalsa femminista che va tutelata. Le donne si laureano prima e in migliore percentuale rispetto agli uomini. Conseguono anche migliori punteggi di laurea e conservano la grande abilità di saper organizzare il lavoro. Il loro multitasking va messo in evidenza.

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I più a rischio

Uno studio pubblicato da McKinsey punta il dito sul 50 per cento dei lavori a rischio in Europa e li identifica nei settori customer service e vendite, ristorazione e costruzioni. I giovano senza cultura sono coloro che restano più a rischio di perdere il loro lavoro. Ad avere meno conseguenze sono i settori della sanità, scienza, tecnologia, ingegneria, matematica, istruzione, business e professioni legali. Certamente un caldeggiamento a completare gli studi, ed ottenere titoli di studio che siano attrattivi per i datori di lavoro Il rischio di perdere il lavoro.

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Credits: all pics by PxHere

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Il rischio di perdere il lavoro con la crisi da coronavirus,I meno acculturati sono in pericolo, chance per le donne per i laureati e per lo smartworking
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