Un sistema di filtraggio dell’acqua all’avanguardia delle conoscenze tecniche del periodo alla base della loro civiltà
Il merito va ad aver riconosciuto le proprietà un materiale di origine vulcanica come la zeolite in grado di filtrare e purificare l’acqua. I Maya erano in vantaggio in questo campo di almeno un paio di millenni sulle culture occidentali. Quando si pensa alle innovazioni tecniche s’immagina che Romani, Greci, Egizi o Arabi avessero già inventato e conosciuto tutto, ma per l’acqua non è così. Il miglior trattamento dell’acqua lo fecero i Maya
Civiltà Maya
Fiorita nel primo millennio avanti cristo ha toccato apici importanti evolvendosi nell’area centramericana. Una delle città più importanti è situata nell’attuale Guatemala. Tikal è un celebre sito amatissimo dai turisti per la ricchezza delle sue costruzioni, templi, piramidi e palazzi di grandi dimensioni. Facile immaginare una ricchezza culturale ed una vivacità civile in questi luoghi che gareggiano con le rovine di civiltà e città più studiate come Roma ed Atene. Gli scavi e gli studi sulla civiltà Maya continuano tuttora e riservano altre sorprese come quelle legate al sistema idrico.
Un sistema di filtraggio
L’acqua è preziosissima per ogni città e per ogni civiltà. La sua freschezza, purezza e salubrità garantisce la popolazione da molte delle malattie pandemiche che possono circolare. I Maya per proteggere la salute dei loro concittadini costruirono un sistema di filtraggio dell’acqua che possiamo definire avanguardistico. L’area dove sorge Tikal soffre di lunghi periodi di siccità che dura per tutto il periodo invernale e primaverile. Circa sei mesi senza piogge copiose. L’unico modo per avere acqua a disposizione quotidianamente era l’utilizzo di enormi vasche per la raccolta. Ma l’acqua rischiava costantemente la contaminazione, occorreva renderla potabile per tutto l’anno, compreso il periodo della stagione secca.
Vasche di filtraggio
Le vasche scoperte a Tikal hanno sorpreso gli studiosi per la loro capacità di dolcificare le acque. Sul fondo sono state trovati materiali in grado di purificare dai metalli pesanti, dai microbi e dai coli fecali. Gli stessi materiali che sono spesso utilizzati anche oggi nei moderni sistemi di filtraggio. Compreso un materiale di origine vulcanica che non era presente in zona, e che doveva essere trasportato sino alle vasche. Questo ha fatto immaginare che i Maya conoscessero le qualità della zeolite, e la utilizzassero a ragion veduta.
Bagni all’aperto
I Maya usavano i giardini attorno alle abitazioni come bagni all’aperto, questo poteva inquinare facilmente le acque, e quelle raccolte nelle cisterne potevano farne le spese. Eppure grazie al sistema di filtraggio le acque erano potabili, tutto l’anno. Venivano fatte passare attraverso cristalli di quarzo a cui era stata aggiunta la zeolite. Questo filtro rudimentale funzionava come una spugna per trattenere gli elementi nocivi, e impediva a molti tipi di alghe di proliferare. I cristalli di zeolite provenivano probabilmente da un sito a circa 30 km dalla città. Probabilmente i Maya si sono accorti delle qualità del minerale, perché in quell’area le acque erano pulite e dal buon sapore.
Com’era il filtro
Non ci sono ritrovamenti che possano chiarire l’esatta forma dei filtri. S’immagina che le acque venissero filtrate a monte tramite un sistema di canne. I minerali filtranti erano probabilmente ancorati all’interno di stuoie e canne intrecciate. Il dilavamento costante ha prodotto l’accumulo dei minerali di quarzo sul fondo delle vasche, producendo un ulteriore effetto di dolcificazione delle acque. Il controllo della potabilità dell’acqua è alla base di quasi ogni civiltà. Chi ha meglio interpretato l’ingegneria idraulica ha avuto le maggiori performance storiche ed ha lasciato eredità importanti. Il miglior trattamento dell’acqua lo fecero i Maya
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