Il governo spagnolo vuole limitare influencer e testimonial nel marketing di cibo spazzatura
Se anche voi temete che gli influencer possano costituire un cattivo esempio nei giovanissimi, siete sulla buona strada. L’esempio fornito dai promotori di se stessi, degli sportivi o delle personalità dello spettacolo e music business, può essere molto negativo. È il governo spagnolo ad aver puntato il dito, contro chi promuove il marketing del junk food (cibo spazzatura). Il timore che i bambini e i giovani possano ricevere messaggi alimentari scorretti ha dato vita ad un provvedimento specifico. Il junk food e influencer presi di mira in Spagna
Nulla di definitivo
Ancora nulla di definitivo, ma una bozza d’intervento è stata presentata e potrebbe diventare legge. L’obiettivo è calmierare o azzerare il marketing di cibi, che hanno un’alta percentuale di sali, zuccheri e grassi. A farne le spese i contratti firmati dagli sportivi, dagli influencer, ed in generale tutto il mondo dello spettacolo. A dare il via, le interviste dei recenti mondiali di calcio, dove venivano esibite note bevande, accanto ai microfoni. Una celebre azienda di Atlanta, ha subito i danni maggiori. Il suo prodotto a base di bollicine zuccherate, venne allontanato dal tavolo, da atleti ed allenatori che la ritenevano poco sana.
Divieto di promozione
Il divieto di promuovere il cibo non sano, dovrebbe limitare la comparsa in video, ed immagini dei prodotti che possono influenzare i minori. Il divieto colpirebbe anche le fiction televisive, dove spesso sono inseriti prodotti a scopi promozionali. Sarà curioso osservare come verranno aggirate queste disposizioni, nelle produzioni internazionali. I prodotti verranno pixellati per nasconderli? Sembra poco credibile, e forse otterrebbe l’effetto contrario. Il proposito è encomiabile ma la realizzazione forse non sarà altrettanto semplice.
Protezione dei minori
Il target è proteggere i minori ed è corretto che avvenga nel modo migliore possibile. Gli influencer, soprattutto i fenomeni che esplodono ogni giorno sui social, vanno responsabilizzati. I loro messaggi, reali o subliminali condizionano la vita di molti minori facilmente suggestionabili. Da una ricerca effettuata in Spagna i bambini e ragazzi tra i 3 e i 24 anni sono affetti da obesità. La percentuale è del 34%, ma nei giovanissimi, sale al 40%, tassi che preoccupano il governo spagnolo. I dati italiani sono molto simili.
Problema mondiale
Nei paesi del terzo mondo le percentuali di bambini obesi peggiorano, perché il junk food è a basso costo, ed è quasi l’unico che possono permettersi. Alimentarsi in modo sano ha un costo superiore, ma la corretta informazione non può fermarsi solo davanti al costo. Sono già diversi i paesi, soprattutto europei che stanno affrontando il problema. Ci sono vincoli etici e morali in Germania, una legge di limitazione in Francia, e forme diverse in altri paesi. Uno dei metodi più diffusi è una tassazione supplementare su prodotti con alta percentuale di sali, zuccheri e grassi.
Business is business
La pubblicità diretta o indiretta muove miliardi. I testimonials e gli influencers sono molto tentati da cifre con molti zeri, che le aziende gli offrono. Il problema diventa di ordine etico, scegliere da che parte stare della barricata non è facile. Specie per chi deve raggiungere grandi obiettivi economici ed ha poco tempo per ottenerli. L’attività agonistica ad alto livello di uno sportivo è breve, e legata all’efficienza fisica. Idem per gli influencer che sono sui social media, la loro “carriera” può subire tracolli improvvisi. Il governo spagnolo li invita a fare scelte importanti, come promuovere cibo sano, sostenibile e attività fisica. Attendiamo per capire se la legge verrà presentata e quali saranno le sue conseguenze. Il tema è importante e tratta del futuro delle nuove generazioni. È la loro salute ad essere in discussione, potrebbe decidere le sorti dei servizi sanitari nazionali. Il junk food e influencer presi di mira in Spagna
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