Un pescetto anonimo, indifeso, che fa del branco la sua forza, assurto a simbolo di socialità.
Quello che non ti aspetti sta accadendo, nella piazza della tua città. Una entità poco visibile come l’elettore medio prende corpo e lo fa in un modo sinora dimenticato. Le piazze teatro di tante rivolte, manifestazioni, sommosse, comizi, giudizi sommari, riprendono voce e vigore. Nell’era del social dove tutto si comunica in rete, gli elettori medi tornano a frequentarsi e a vedersi fisicamente. A toccarsi, gomito contro gomito, come sardine sott’olio. È la rivincita dell’etica e della morale alle soluzioni sovraniste e razziste. Il guizzo inatteso delle sardine
Bisogno di avere una fisicità
Dopo aver esplorato ogni tipo di comunicazione in rete, è esplosa questa voglia di toccarsi. Di essere in tantissimi nello stesso luogo, per dare voce ad un disagio. Per contrapporsi ad un pensiero unico, che vorrebbe i luoghi pubblici riservati solamente a chi strilla ed alimenta paure. Il “crescentone” di Piazza Maggiore s’è animato in poche ore grazie ad un invito su Facebook, ed ha dato il via agli eventi sociali.
Il passa parola
Il passa parola ha fatto il resto. Erano oltre 10.000 (qualcuno si spinge fin quasi a 15.000) a Bologna ed erano 7.000 a Modena lunedì, sotto la pioggia. Una marea di ombrelli ha coperto Piazza Grande ed ora il fenomeno si espande a macchia d’olio. Torino indice la sua giornata delle sardine e in poche ore s’iscrivono in 20.000 persone, i famosi elettori medi, quelli che un tempo erano la maggioranza silenziosa ed ora parla.
Non irregimentati
Ognuno porta il suo mattoncino per costruire qualcosa di nuovo. Ciò che è più spiazzante per la destra è l’impossibilità di dare una vera fisionomia al fenomeno delle sardine. Non sono etichettabili, non si possono identificare con un solo partito politico. Non sono solo gli antagonisti “idioti” dei centri sociali come ha tentato di indicarli l’ex primo ministro. Sono migliaia di’elettori che finalmente escono di casa e in modo divertente, creativo e critico vogliono esprimere la loro protesta contro il pensiero unico.
Quella che si definiva la gente
Politicamente, a seconda che facesse comodo o meno la si definiva con un certo disprezzo la gente. Ora quella stessa gente sta dimostrando di saper avere opinioni diverse. È la sua apartiticità, il suo non essere per questo o quel gruppo, a dare una dimensione interessante al fenomeno. Durerà questa indignazione? Verrà in qualche modo assorbita, o resterà indipendente? È nell’indipendenza la sua forza, la capacità di guizzare come una sardina e non lasciarsi catturare, la rende interessante. Il guizzo inatteso delle sardine
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