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Il futuro è degli animali molto più piccoli di oggi

futuro è degli animali nani

L’evoluzione non si arresta, gli umani aumentano l’altezza e gli animali si riducono per sopravvivere

Basterà forse solo un secolo per sconvolgere il mondo animale. Molte specie scompariranno e levoluzione darà spazio ad una serie di animali di piccole e medie dimensioni. I grandi mammiferi sono destinati all’estinzione, potrebbero salvarsi solo quelli che potranno evolversi. Le difficoltà di alimentazione ridurranno le possibilità di sopravvivenza. Soprattutto per chi ha metodi riproduttivi che hanno bisogno di molto tempo per la gestazione e per essere fertili. La velocità sembra essere un elemento vincente nella catena riproduttiva. Il futuro è degli animali molto più piccoli di oggi

Poche speranze per i grandi mammiferi

La lentezza del sistema riproduttivo e il tempo necessario perché i cuccioli siano fertili ed in grado di riprodursi sarà un vincolo enorme. I grandi mammiferi hanno gestazioni e svezzamenti troppo lunghi. Gli animali più grandi sembrano destinati a scomparire sostituiti da animali più piccoli. I loro sistemi riproduttivi sono molto più adattabili a condizioni avverse. Sarà un’epoca dominata da uccelli e piccoli roditori, i ratti domineranno la Terra.

Scompariranno tante specie

L’ONU ha pronosticato che un milione di specie stanno per scomparire. La loro estinzione è legata all’evoluzione ed ai cambiamenti climatici. Solo le specie più piccole e veloci nel riprodursi hanno spettanza di sopravvivere. Dall’analisi di 15 mila specie di mammiferi e uccelli di cui hanno misurato massa corporea, tasso di riproduzione, habitat, dieta e capacità riproduttiva, gli studiosi hanno ricavato un prospetto. La previsione è che la quasi totalità degli animali ridurrà il proprio peso e volume di almeno un quarto. Una accelerazione del fenomeno che nel corso di 150.000 anni ha portato ad una riduzione di solo il 14 per cento delle masse corporee.

Animali minuscoli.

Sarà la capacità di adattamento ad aiutare alcune specie a progredire e farà arretrare altre. Le specie troppo specializzate che hanno bisogno di aree specifiche o si nutrono solo di certi alimenti saranno le prime ad avere il destino segnato. Chi riesce a vivere in un ambiente ampio ed è flessibile, si adatta meglio ai cambiamenti. Chi invece è troppo specializzato è vittima della sua stessa fragilità. Come sempre il nemico principale è l’uomo, che muta l’ambiente con interventi massicci. La fame di aree coltivabili che porta a deforestazioni, la caccia e la pesca non contingentate, porteranno a saldi negativi.

Adattabilità come stile di vita

Nel corso dell’evoluzione si sono avvicendate molte specie, alcune sono scomparse, altre hanno mutato alcune funzioni, altre han cambiato alimentazione. Ognuno ha scelto il modo più intelligente per sopravvivere adattandosi alle variazioni. Le strategie sono molteplici, ogni specie le ha applicate in modo utile ed è quello che accadrà in futuro. Il nostro pianeta è stato abitato da specie sempre differenti. Ognuna con i propri pro e contro. Gli umani sono solo una di esse, molto evoluta ma sempre in predicato di auto estinguersi. Se da un lato questo rappresenta un beneficio per il futuro del pianeta, non tranquillizza i ricercatori.

Un ecosistema fragile ma che sa rigenerarsi

Alcuni scienziati ritengono che la Terra abbia già superato crisi molto gravi ma che sia in grado di ricominciare. Quando i grandi mammiferi scomparvero per la collisione con un meteorite, anche i vegetali e i piccoli animali subirono una grande crisi. Poi l’evoluzione riprese, si creò una biodiversità alternativa ed un nuovo ecosistema. Raggiunse un certo bilanciamento al quale contribuirono gli animali che conosciamo anche oggi finché l’uomo non decise di metterci mano.

Un’evoluzione troppo rapida

L’uomo ha saputo creare e distruggere con una velocità superlativa. Molti animali si sono estinti per colpa nostra ed altri lo faranno. Nel tentativo di tracciare una previsione gli scienziati immaginano un futuro popolato di piccoli mammiferi ed uccelli, perché sembrano quelli in grado di adattarsi meglio all’evoluzione. Possono cambiare dieta e possono spostarsi rapidamente, sono i privilegiati rispetto ai grandi mammiferi.

Un mondo a misura di ratti e uccelli

Sembrano le condizioni perfette per i roditori. Infatti sanno cambiare casa molto rapidamente quando qualcosa non va, variano anche la loro dieta, hanno un tasso di riproduzione alto, vivono una vita breve ma intensa e danno origine a popolazioni molto numerose. Gli uccelli sono privilegiati dalla mobilità, hanno anche il vantaggio di poter sviluppare il loro habitat in altezza. In caso di pericolo possono migrare cambiando area. Anche per loro la capacità di rendersi invisibili tra le fronde diventerà un elemento di sopravvivenza. Probabilmente molti dei grandi rapaci e degli spazzini sono destinati a scomparire.

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Fuori i grandi arrivano i piccoli

Scattate foto, nel corso di un secolo non troveremo più elefanti, giraffe, tigri o rinoceronti. Probabilmente l’animale più grande in natura potrebbe essere uno dei più miti, la mucca. Sarà la rivincita dei piccoli, roditori in primis, che si nutriranno di insetti o vegetali. Comunità molto mobili che al posto della specializzazione sapranno far tesoro dell’essere onnivori. Animali che vivranno poco, che si riprodurranno velocemente, agili e in grado di evolversi. Se qualcuno riuscirà a sopravvivere alle calamità che l’uomo si auto-impone forse vedrà nuove specie, perché la Terra ha la grande qualità di dotarsi di nuove creature con cui ripopolarsi. Il futuro è degli animali molto più piccoli di oggi

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Il futuro è degli animali molto più piccoli di oggi l'evoluzione obbliga ad essere dinamici, adattabili, in grado di cambiare alimentazione e spostarsi
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