Un tema sviluppato nei romanzi di fantascienza diventa reale
Gli scienziati hanno riportato in vita un virus sepolto nel permafrost, questi sfugge dai loro laboratori e appesta la popolazione. Potrebbe essere l’attacco di un romanzo di fantascienza disfattista ed invece è almeno in parte realtà. Per fortuna la parte in cui fugge dai laboratori non è mai avvenuta, ma il virus lo hanno davvero scongelato. Avrebbe quasi 50.000 anni ed era intrappolato nel permafrost. Qual è la sua pericolosità è tutto da decifrare. I virus del permafrost Leggi tutto: I virus del permafrost
Caldo inusuale e il permafrost se ne va
Con i cambiamenti climatici che fanno innalzare le temperature le zone artiche sono le più sensibili ai mutamenti. I ghiacci si sciolgono rapidamente, al punto che già s’immagina la fine del Polo Nord così come lo conosciamo. La calotta probabilmente si ridurrà rapidamente e la rotta che collega i paesi nordeuropei e il nord-America diventa sempre più praticabile. Con questo scioglimento anche ciò che è rimasto intrappolato nel terreno congelato si libera. Non sono i gas serra, ma anche i virus dormienti che potrebbero tornare a circolare.
Confermata la presenza di antichi virus
Gli scienziati hanno già riportato in vita alcuni di loro dalla taiga siberiana. Il più vecchio avrebbe 48.500. Il timore è che possano risvegliarsi malattie dormienti, per le quali non abbiamo già pronti rimedi e antidoti. Pochi anni fa c’è stato un primo esempio di cosa potrebbe accadere con il corpo di una renna decongelata. Era vittima di antrace e la malattia s’è rapidamente diffusa. Sono morte molte renne e molti umani sono dovuti ricorrere alle cure ospedaliere e un bambino è morto.
Il rilascio veloce è la cosa più pericolosa
La circolazione di questi “virus antichi” è molto più veloce di quanto immaginato. Questo limita i tempi di risposta della medicina, che non riesce a trovare immediatamente gli antidoti. Se alcune epidemie dovessero diffondersi a breve termine, sarebbe complicatissimo combatterle. Da un campionamento recente, 13 virus sono stati rintracciati e isolati. Ma il rischio è che ve ne siano migliaia in attesa ognuno col suo potenziale. Quelli coperti dalla taiga russa sono territori ricchi di minerali, perciò è abbastanza logico immaginare che presto ci sarà uno sviluppo industriale. Questo porterà popolazione ed insediamenti urbani, in aree disabitate da millenni. Una vera miccia pronta ad essere accesa e in grado di far esplodere epidemie.
Una minaccia reale
Siamo al limite della fanta-biologia, nulla può dirci se ciò che verrà liberato dal permafrost è sconosciuto. Ma potrebbe accadere, e sarà bene prendere in considerazione chi lancia questi allarmi. Il rischio d’impattare in qualcosa di terribile esiste. Ricordiamoci come ha danneggiato i nativi americani, l’entrare in contatto con gli europei. Malattie note come raffreddore, influenza e morbillo, per i quali gli europei hanno sviluppato gli anticorpi, li hanno decimati. Forse nessuno di noi possiede gli anticorpi adatti per battere virus di 40.000 anni fa o oltre. Potremmo dover ricominciare quasi da zero il percorso di civilizzazione. A qualcuno che ritiene siamo già in troppi sulla Terra, forse l’idea non dispiacerebbe. I virus del permafrost

