Manipolazioni, estorsioni, fama e depressione
Il fenomeno degli influencer in rete è sempre più rilevante. Ma non è tutto oro quello che appare, anzi. Qualcuno comincia a vuotare il sacco e a svelare i segreti che gli influencer non vi racconteranno.
Fame di successo a tutti i costi.
Ad aprire le danze una vlogger di bellezza Marlena Stell che parla di “rapace avidità” nella comunità delle belle promotrici. “Ci sono migliaia di influencer di bellezza che vogliono solo farsi un nome. Vorrebbero condividere il loro amore per il trucco o la moda, fare qualcosa di cui sono appassionate, e mantenersi. Sfortunatamente, molte lo stanno facendo perché vogliono essere “famose. Vogliono avere una bella busta paga e farsi pagare i viaggi. Non sono interessate a promuovere i trucchi e i prodotti di bellezza, vogliono solo avere la fama”.
Manipolatrici esose e ricattatrici
Sono manipolatrici che chiedono cifre pazzesche per mettere un #hashtag nelle loro immagini o video. Le aziende si sono moltiplicate nel settore e sgomitano per farsi luce. Sfruttando questa esigenze le influencer chiedono soldi a pacchi ed usano l’arma del ricatto. Se non mi paghi tot, non ti cito, oppure parlo male di te e dei tuoi prodotti. Si stima che il giro d’affari nel 2020 toccherà i 10 milioni di dollari. Sono arrivate a chiedere 60.000 dollari per un video di pochi secondi. Del resto i loro “servigi” che nel 2016 andavano da 5.000 a 10.000 dollari, sono passati ai 100.000 attuali.
Strumenti non etici nelle mani di qualche furbetto
Qualcuno ci ha marciato, montando campagne contro questa o quell’azienda, utilizzando gli influencer come la mano che lancia il sasso e la ritira. Le polemiche che ne sono seguite sono degenerate in alterchi e minacce di morte. Un bell’ambientino degno del miglior “Il diavolo veste Prada“. Il settore è multi-miliardario, non possiamo stupirci del pessimo uso dell’etica e della morale di chi fonda tutta l’esistenza su un fondo tinta.
Per chi non lo sa ancora
Il marketing dell’influencer è un neologismo che descrivere personaggi popolari online, pagati per promuovere un prodotto o un servizio. Il tutto nell’ambito dei social media. Se navigate su Instagram o YouTube, molto probabilmente inciamperete in questi influencer di moda che hanno una sola grande dote, sono fotogenici. Vendono vestiti, prodotti di bellezza o integratori alimentari, con un hashtag #sponsorizzato messo ben in evidenza nel video o nel post.
Nessun talento, fama rapida e depressione
Non hanno nessun vero talento, raggiungono la fama rapidamente ma non sanno godersela. Sono sempre più i vlogger e gli influencer che entrano in crisi. Un esempio per tutti la YouTuber Elle Mills che urla alla telecamera: “Questo è tutto ciò che ho sempre voluto. Allora perché cazzo sono così fottutamente infelice?“. La carriera degli influenzatori sembra scandita da tre fasi: crescita impetuosa, fama e depressione.
Così cinici da sfruttare anche la depressione
La polemica è aumentata dopo che alcuni personaggi hanno raccontato i loro malesseri in video sponzorizzando psicoterapeuti che potessero aiutarli. Famosi YouTuber che avevano raccontato le loro storie personali e i loro tormenti sono stati accusati di riempirsi le tasche. Un’altro esempio di assoluto cinismo per sfruttare il disagio della salute mentale, che di etico non ha nulla.
Il mercato dei follower
Il New York Times ha pubblicato un’indagine approfondita sulla prevalenza dei bot nei social media. In particolare quelli acquistati da influencer e celebrità che desiderano aumentare la loro importanza online. In pochi anni, una società chiamata Devumi ha venduto oltre 200 milioni di follower ad almeno 39.000 clienti. Tra questi molti famosi atleti, chef, influencer e star della TV. Le cifre gonfiate di questi finti follower sono serviti per alzare i prezzi con cui promuovere i prodotti delle aziende.

Le aziende si sono accorte della frode
Ora le aziende si sono accorte della frode e firmano contratti solamente dopo aver verificato la reale interazione dei profili. Ci sono strumenti che consentono di misurare quanti sono reali e quanti sono gestiti in automatico da BOT. Sia Facebook che YouTube hanno dato nuove linee guida, mentre Instagram ha “promesso” di bloccare i profili di coloro che usano App per acquistare like. Credere che veramente Instagram , che vive proprio della vacuità e dell’effimero, arrivi a bloccare quei profili è poco credibile. Resta un avvertimento, che cadrà nel vuoto.
Difficile capire se un prodotto è sponsorizzato o no
Sta diventando sempre più difficile per l’utente medio dei social capire quando un post è organico o sponsorizzato. La giornalista di BuzzFeed Katie Notopoulos tiene una rubrica che di capire se i post sui social media delle celebrità sono o meno pubblicità. “L’unica cosa chiara è che anche i più esperti su questo tipo di cose, sono spesso confusi sui post di Instagram di celebrità e influencer.”
Finti influencer per attirare sponsor
L’ultima trovata degli affamati di celebrità è proporre post e video come se fossero sponsorizzati. Aspirano così a ottenere una visibilità che non posseggono per poter strappare una sponsorizzazione, anche se sono dei perfetti nessuno in rete. Si fingono famosi e vincenti, promuovendo prodotti di cui non conoscono nulla, ingannando i consumatori. In attesa di una regolamentazione seria del settore, sentite cosa dice uno degli influencer più celebri negli Usa. “Cinicamente presumo che tutto sia sponsorizzato anche se magari non lo è realmente“. I segreti che gli influencer non vi racconteranno.

