Le teorie sono molte sulla scomparsa dei Neanderthal, uccisi, divorati o inglobati dai Sapiens, ma ora arrivano nuove teorie
Siamo legati ad un’immagine sbiadita dei nostri avi. Li immaginiamo poco intelligenti e saggi. Una nuova teoria, immagina che i Neanderthal abbiano sviluppato una buona intelligenza, e si siano alleati e integrati coi loro cugini Sapiens. I dati di una ricerca sui batteri provenienti dai loro denti, dimostrano che la loro dieta aveva un grande potenziale. Mangiavano molti amidi e carboidrati, elementi che aiutano a sviluppare le funzioni cerebrali. I batteri raccolti dai denti dei nostri antenati raccontano di cosa si cibassero, e quale fossero le loro eventuali possibilità. I Neanderthal erano intelligenti grazie ai carboidrati.
Radici, semi, noci
Alla base della loro alimentazione c’erano radici, semi, noci e altri ingredienti molto ricchi di amido. Ad alto contenuto calorico essenziale per iniziare l’evoluzione dei cervelli degli ominidi. Se i Neanderthal hanno avuto questa opzione, sicuramente hanno sviluppato migliori qualità di ragionamento di come l’immaginiamo. L’evoluzione avrebbe avuto una capacità di espansione proprio per quegli alimenti così utili alla formulazione del pensiero. Il cervello avrebbe aumentato le proprie dimensioni, di conseguenza le innovazioni, le invenzioni ed i ritrovati, hanno avuto maggiori possibilità di manifestarsi.
Il tartaro da leggere
I batteri sono la causa della formazione delle placche sui denti. Proprio da quelle placche solidificate, è stato possibile partire per uno studio accurato, da parte degli scienziati. Il tartaro è così diventato lo strumento per iniziare lo studio, sull’alimentazione degli ominidi. La mineralizzazione di queste macchie di tartaro, fornisce l’elenco dei batteri che vivevano in quel cavo orale, e tracciavano uno storico di come erano composti. Alcuni di quei batteri sono gli stessi che ancora oggi sono nelle nostre bocche a distanza di 40 milioni di anni.
Streptococco l’unico
L’unico presente nelle bocche degli umani e dei Neanderthal è lo Streptococco. Proprio il tipo di batterio che viene coinvolto nella trasformazione degli amidi in zucchero. Alimento principe per le funzioni cerebrali. La loro presenza in reperti così antichi, suggerisce che proprio gli amidi, erano presente in grande quantità nelle diete dei nostri progenitori. Già 100.000 anni fa la dieta era di quel tipo, lo si è rilevato da un dente di un neanderthaliano. Ma gli scienziati si spingono molto oltre, la loro opinione è che lo streptococco sia presente negli ominidi già da 2 milioni di anni.
Nuove teorie alimentari
Avere riscontrato batteri Streptococchi nella bocca di antichi esseri umani e Neanderthal, suggerisce che il loro modo di alimentarsi fosse molto simile. O il medesimo. Un altro elemento a favore dell’assimilazione tra le due specie. Anche prima dell’avvento di un’agricoltura più intensiva, gli amidi erano alla base della catena alimentare. Suggerisce inoltre che poiché gli amidi vengono assimilati meglio se cucinati, avessero iniziato a cuocere il cibo, molto prima di quanto immaginato sinora. Il processo avviene grazie ad un enzima che scompone gli zuccheri, e accelera la sua funzione se sottoposto a calore. Per questo aver imparato a cuocere gli alimenti assume una particolare importanza, per lo sviluppo cerebrale. I Neanderthal erano intelligenti grazie ai carboidrati.

