Continua lo stillicidio di burrasche di vento e pioggia che sta erodendo la solidità dei muretti a secco di una delle zone più belle d’Italia.
Un panorama unico che rischiamo di perdere. I muretti a secco del Parco delle Cinque Terre sono amatissimi e sono un caposaldo del turismo nazionale e internazionale. Le burrasche che hanno strapazzato la Liguria nell’ultima annata rischiano di far scomparire un vanto dell’ingegno umano. Costruiti nei secoli, strappando terreno a scogliere scoscese, e risalendo fino alla montagna, questi terrazzamenti sono uno dei simboli dell’intraprendenza artigianale italiana. Sono un inno etico alla conservazione del territorio. I vantaggi di avere costruito queste difese naturali, li colgono le generazioni successive. I muretti a secco delle Cinque Terre un simbolo nazionale
Un territorio dannatamente fragile
Quello costiero ligure e soprattutto questo delle Cinque Terre è un territorio fragile e delicato. I cambiamenti climatici che fanno aumentare i fenomeni naturali sia in numero che in consistenza, strapazzano quell’opera dell’ingegno agricolo. Le vigne che crescono su quelle terrazze sono uno dei pochi elementi di sostentamento per gli agricoltori locali, che devono combattere anche l’abbandono. Se dovessero diventare troppo fragili ed economicamente non vantaggiosi, rischierebbero di trascinare con se comunità e paesaggio.

Ricostruirli
Ricostruire questi muretti a secco è un’operazione necessaria che però necessita di un forte impegno finanziario e di grandi conoscenze tecniche. Riparare e ricostruire i muretti significa possedere una sapienza antica che non è diffusa. Ci si deve affidare all’esperienza di pochi artigiani che posseggono lo know how necessario. Non è solo una questione economica, ma di sopravvivenza, i muretti impediscono l’erosione del terreno. Questa stretta fascia di collinette e promontori stritolati tra il Mar Ligure e l’Appennino, sarebbe destinata ad un inesorabile sgretolamento senza i muretti.
Paesaggio unico
Un paesaggio unico, patrimonio dell’Unesco, uno dei più amati e celebrati al mondo. I muretti a secco sono diventati anch’essi patrimonio immateriale dell’umanità. Simboleggiano lo sforzo che ha portato a strappare queste piccole aree alla montagna. Per costruirli sono stati necessari manodopera di grande qualità, esperienza ed ingegno ingegneristico. Se Monterosso, Vernazza, Corniglia, Manarola e Riomaggiore fanno parte dei sogni di molti turisti, è proprio per la conformazione del paesaggio. Un panorama modificato lentamente, nel corso di secoli, dalla capacità dei contadini liguri di creare dal nulla superfici fertili.

Dopo le burrasche del 2019
Dopo le burrasche dell’anno scorso che avevano danneggiato con forte vento e troppe piogge era già iniziata un’operazione di recupero. Uno sforzo immane che rischia di essere vanificato completamente dalla tormenta, che ha spazzato la Liguria in modo selvaggio, pochi giorni fa. Altri muretti sono stati danneggiati e gli interventi diventano sempre più importanti. Però è impensabile il non ricostruirli. Senza muretti a secco, le Cinque Terre non esisterebbero. La sua viticoltura eroica è un esempio della forza e della capacità di essere resilienti. Un messaggio importantissimo per tutta la comunità. I muretti a secco delle Cinque Terre un simbolo nazionale.


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