Una polemica ormai annosa
Torna come ogni anno a fine ottobre, a rinfocolarsi la polemica sui pro e contro, della festa dedicata a mostri streghe fantasmi e morti-viventi.
Da una parte le associazioni cattoliche tuonano contro l’ingerenza diabolica,che indebolirebbe le mente dei più giovani. Dall’altra parte la considerevole schiera del “laissez faire”,di coloro che ritengono sia solo una festa da ragazzi. Da annoverare tra le goliardate carnevalesche. Un momento di divertimento, senza nessun fine particolare se non quello di anticipare il prossimo Carnevale. Una polemica ormai annosa
Qualcuno lo trova educativo
In realtà c’è anche chi trova Halloween molto interessante, proprio per lo sviluppo psicologico dei bambini. Con i loro travestimenti, che riguardano la parte più paurosa della vita e gli eroi negativi delle fiabe, riescono ad esorcizzare la paura. Tanto da trasformarla in un esercizio positivo, con cui imparare a crescere con le difficoltà.
Il terrore è relegato a livello di sberleffo
Lo scherno e l’ironia reggono tutte le azioni legate a questa festa. Dalla scelta del travestimento, alla richiesta fintamente malevola del “dolcetto o scherzetto”. Il terrore che dovrebbe suscitare, viene rellegato nell’ambito dell’immaginario, della finzione. Lo trasforma così in uno spazio sicuro, dove lo sberleffo aiuta a comprendere anche gli aspetti negativi, come la morte e la perdita.
Le minacce assumono un ruolo giocoso
Da piccoli ogni elemento sconosciuto viene interpretato come una minaccia. Tramite una risata e un poco di cerone, si riesce a prendersi gioco di un mondo di adulti, che spaventa se non si sa come affrontarlo. Gli elementi spaventosi: mostri, streghe, buio, vuoto, zombie, vampiri, che rappresentano le fasi della crescita, vengono esorcizzati. Se l’accettazione delle difficoltà avviene nelle ricostruzioni della notte di Halloween, o tramite i dolcetti a forma di teschio, ossa, occhi, ragni o streghette, ben venga. Una polemica ormai annosa.
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