Sarebbe più corretto educare i visitatori ad andare nei luoghi dove risiedono gli animali
Sorge un dubbio gli animali sono quelli all’interno dello zoo o quelli che stanno oltre le reti o i cristalli protettivi. Se avete visitato recentemente uno zoo forse vi sarete fatti la stessa domanda. Le due fazioni che si contrappongono sul se sia moralmente ed eticamente accettabile tenere animali in cattività o liberarli sono in perfetto stallo. Da un lato chi grida liberateli e basta !, dall’altro chi teorizza che in realtà gli zoo stiano aiutando la sopravvivenza degli animali. Ha senso tenere aperti gli zoo?
Gli zoo aiutano veramente?
Proteggere gli animali e lasciare riprodurre le specie in pericolo è questo il compito degli zoo, sostengono i promotori. Dall’altra parte si puntualizza che è solo una beata speranza. Gli animali in realtà sono osservati ogni giorno da torme di visitatori, più o meno educati. Spessi starnazzanti ed inclini a cercare di attrarre la loro attenzione per foto d’effetto. Usano il flash e cercano di fare ogni tipo di rumore per farli voltare a favore di camera. Creano particolare disagio in ogni specie e soprattutto in quelle con abitudini notturne.
Zoo per umani o per animali
Chiaramente gli zoo sono disegnati per gli umani, anche se vengono ricreate aree che possono assomigliare agli spazi dove vivrebbero in libertà, sono realizzate a favore di umano. Adatte a rendere osservabili e fotografabili i soggetti. Per mantenere le differenze genetiche gli assistenti degli zoo praticano una selezione a priori. Un controllo delle nascite fatto di pillole anti-contraccentive o vasectomie. Ha senso tenere aperti gli zoo?
Le pratiche chirurgiche sono pericolose
Questi interventi chirurgici sono particolarmente pericolosi per i grandi felini che tendono a sviluppare tumori. In alcuni casi l’interruzione del ciclo porta ad una sterilità, in quanto alcune specie come gli elefanti, non riescono a far ripartire l’ovulazione. Impedire i periodi fertili aiuta anche a mantenere una innaturale calma tra gli animali che non danno vita alla loro naturale aggressività e controllo del territorio. Gli animali diventano così dei perfetti modelli per noi umani e le nostre telecamere. Alcuni dirigenti si ribellano a queste pratiche “Già gli abbiamo tolto i predatori ed i cacciabili, se togliamo anche la naturale possibilità di procreare, non gli resta nulla da fare“.
I contraccettori accusano di praticare l’eutanasia
I sostenitori delle pratiche anti contraccenzione accusano gli altri zoo di lasciare che troppi neonati vengano cresciuti. Anche una volta che vengano donati ad altri zoo, restano sempre troppi giovani animali per ogni specie. Se non vengono liberati, e spedirli nei luoghi d’origine costa parecchio, devono essere eliminati. Viene quindi praticata l’eutanasia. Gli esemplari morti servono per nutrire altri animali all’interno dello zoo, ma non a salvaguardarne la specie. La giovane giraffa soppressa nello zoo di Copenhagen nel 2014 proprio per quella motivazione, aveva destato molta amarezza.
Le 5 libertà degli zoo
Molti paesi hanno adottato uno schema a protezione degli animali in cattività. Devono essere loro garantite libertà dallo stress e paura, liberi di nutrirsi e abbeverarsi, liberi di ricevere riparo, libertà da malattie e ferimenti, e libertà di esprimere le loro caratteristiche. Anche se tutti ritengono di poter ricreare queste condizioni, in realtà in molti zoo, non vengono rispettate. Gli spazi ridotti stressano gli animali che subiscono dei condizionamenti mentali, pari agli umani reclusi. Alcuni di loro costretti a vivere da soli, sviluppano vere e proprie malattie mentali. Altri hanno una vita molto più breve degli esemplari che vivono in libertà.
Gli animali nati in cattività non conoscono altre realtà
I sostenitori dello zoo puntualizzano che gli animali nati in cattività (quasi tutti quelli che sono ospitati negli zoo) non conoscono altre realtà. Perciò non possono soffrire per gli spazi angusti. Con i rapidi cambiamenti climatici molte specie sono a rischio e gli zoo si sono presi in carico la salvezza di molte specie. Rinoceronti, leopardi, gorilla, tartarughe, orangoutan sono alcune delle specie che hanno potuto avere una risposta con un incremento delle nascite in cattività. L’esempio degli orici arabici che erano ormai estinti calza a pennello come esempio. Oltre 200 esemplari sono stati rimessi in libertà ed ora la popolazione ha raggiunto le 1000 unità.
Educazione, studio o sito riproduttivo?
Resta il dubbio se gli zoo abbiano anche uno scopo educativo o siano solo aree di studio e di riproduzione. Non sono moltissimi gli animali che possono essere rimessi in libertà. Molti non saprebbero adattarsi ad un ambiente che offre meno risorse alimentari. Anche gli habitat mutano e in pochi anni la situazione in certe aree potrebbe essere completamente stravolta.
La soluzione è nei santuari non negli zoo
L’unica soluzione è nei santuari. Aree protette dove l’intervento dell’uomo è veramente minimo e gli animali possono muoversi e riprodursi a piacere. Una salvaguardia delle specie molto più etica e consapevole. Gli eventuali turisti potranno visitare i santuari e col loro contributo potranno consolidare la salvezza delle specie che amano fotografare. Resta anche la soluzione degli zoo virtuali, che si possono seguire tramite telecamere senza che nessun umano possa imporre regole agli animali. Ha senso tenere aperti gli zoo?

