Come si spiega il successo dei giovani neo-ecologisti
Da adulti scafati e cinici viene facile pensare a Greta Thunberg ed i suoi seguaci come un’accozzaglia di ragazzini come tanti altri. Rivoluzionari per qualche tempo, destinati a sgonfiarsi e calmarsi. Ma non è così, il consenso che mutuano non è per la loro freschezza e nemmeno solo per come esprimono la loro protesta. Greta i giovani ecologisti e l’odore della paura che cresce.
Non è quello che dicono ma quello che non dicono
La differenza non la fa ciò che dicono ma quello che non dicono. manca tutta la parte assolutoria. Manca l’happy ending, il tutto andrà bene. Mentre invece c’è ben presente il discorso del ci avete rubato speranze e futuro. Ci avete portato a non credere a nulla di ciò che dite, a non tenervi in considerazione. Siete il peggio di quello che ci siamo meritati, siete parolai inconcludenti legati alle vostre poltrone.
Le destre si scatenano contro Greta
Le destre si scatenano contro Greta e supporters con titoli orrendi e molto infantili. Cercano di distruggere la qualità del suo messaggio denigrando lei e il movimento. La identificano come una rompiballe che ha tempo da perdere solo perché troppo giovane e bruttina per interessarsi al sesso. Quando finalmente qualcuno le rivolgerà attenzioni erotiche, abbandonerà questi giochi infantili. Tentativi di fare una satira violenta e senza senso, una denigrazione che spesso passa anche per i valori occidentali. “Come si divertono questi ragazzi, col telefonino e viaggiando. Coi soldi di papà, quindi cosa vogliono? Cosa pretendono questi ricchi ragazzini snob?”
Una rivoluzione politica temuta
I ragazzi che invitano a darsi da fare per il pianeta, che chiedono risposte, che chiedono fatti forse non si sono resi conto di chiedere molto di più. Stanno chiedendo una rivoluzione che mette in pericolo, la politica come la conosciamo, assieme alle commistioni con il potere economico. Stanno in realtà chiedendo le teste di chi ci ha portato a queste sciagure climatiche, ripudiando la cultura consumistica. E’ proprio qui che l’odore della paura si fa più forte.
Ripartire da capo, riprogrammare il futuro
Le richieste sono tutto sommato semplici. Categoriche ma semplici, ripartire da capo e riprogrammare il futuro. Sancendo il completo fallimento degli ultimi due secoli di industrializzazione di massa. Un ripensamento culturale morale ed etico che terrorizza chi detiene il potere oggi. La negazione del problema è un tentativo di allontanare da se il pericolo di essere travolti.
Trump si nasconde
Trump che insiste a negare i fenomeni climatici e il riscaldamento del pianeta non fa altro che giocare tutte le sue fiches in un colpo solo. Tenta un buio, che ci porterà ad un buio reale, procrastinare significa dare pochissime chances al pianeta di sopravvivere. Non esiste un pianeta B e nemmeno un piano B. Greta i giovani ecologisti e l’odore della paura che cresce.
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