Le critiche al suo “origine delle specie” lo avrebbero affossato ma la botanica gli diede una mano
Quando pensiamo a Darwin e alla sua teoria sull’origine delle specie, ci ricordiamo delle Galapagos, delle testuggini e dei fringuelli. Nessuno però ricorda con quanto disappunto e contrasto la sua teoria venne accolta anche nella comunità scientifica. Ancora oggi c’è chi dubita sull’autenticità del suo pensiero, per aspetti religiosi o capziose teorie devoluzionistiche. Eppure Darwin aveva ragione e per dimostrarlo tornò a quella che era stata la sua prima passione, gli studi di botanica. Gli studi di Darwin salvati dalle orchidee
The Beagle
Dopo essere rientrato dal lungo viaggio sulla “Beagle”, la sua salute divenne cagionevole e si stabilì in un buen retiro nella campagna inglese. Nella sua casa fece installare serre e impiantò giardini dove poté controllare la crescita di molte piante. Se ne fece inviare molte da diverse zone del mondo, e stabilì contatti con altri botanici per condividere le sue osservazioni. Divenne un cultore delle orchidee, coltivate o selvatiche. Questa passione lo portò a chiedersi continuamente, perché le piante avessero scelto modi così diversi e colorati per una unica funzione, riprodursi.
Ricercatore molto attento
Se non avesse avuto successo con le sue teorie sull’evoluzione, Darwin sarebbe certamente diventato un celebre botanico. I suoi studi e le sue ricerche diedero ottimi risultati che sono alla base di molte delle evoluzioni che portarono alla biologia riproduttiva delle piante. Le migliaia di modi con cui i fiori cercavano di attrarre gli impollinatori grazie alla colorazione, alla grandezza e alla forma lo affascinò. Scrisse trattati sull’impollinazione incrociata, ed i suoi dati sperimentali furono la validazione della teoria della selezione naturale. Grazie alla botanica la comunità scientifica accetto le sue teorie che per molti anni vennero ampiamente contrastate. Più per motivi morali che per veri contrasti scientifici.

Depressione da consanguineità
Utilizzò la sua teoria sulla selezione naturale proprio sulle sue amate orchidee. Fece previsioni che si rivelarono corrette e fece luce sui fenomeni delle auto impollinazioni. Sperimentò incroci per una decina d’anni e scoprì il perché delle diversità floreali. Gli adattamenti floreali erano legati alla possibilità di essere impollinati da individui diversi. Se le orchidee, gli animali o gli uomini s’impollinano e fecondano solo tra loro simili s’indeboliscono e rischiano la sterilità. Un fenomeno ora ben noto e che i coltivatori, ma anche gli allevatori cercano di scongiurare attingendo a diversi pollini o sperma. Nel suo studio sulle orchidee, Darwin mise in luce il fenomeno noto come depressione da consanguineità.
L’importanza di affiancare
Fu grazie all’affiancamento dei suoi studi botanici che gli scienziati dell’epoca cominciarono a trovare interessanti le sue teorie evoluzionistiche. Questo abbassò la tensione provocata dai troppi anatemi sociali, religiosi e morali lanciati contro di lui. Migliaia di altri studi, grandi e piccoli, sono nati dai suoi lavori e improvvisamente è risultato chiaro a molti, l’evidenza del suo lavoro sull’evoluzione. La selezione naturale è diventato il modo corretto per valutare le variazioni, che prima s’immaginavano frutto dei capricci di un creatore. Uno step che ha travolto tutto il mondo scientifico. Ancor oggi gli studi più interessanti di biologia ed ecologia evolutiva, prendono avvio dai lavori di Darwin e le sue orchidee. Gli studi di Darwin salvati dalle orchidee

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