Il cambiamento climatico ha imposto nuove abitudini alimentari e riproduttive alla fauna
Renne, caribù, orsi, balene, aquile reali e altre 90 specie osservate dagli scienziati per quasi 30 anni hanno modificato i loro stili di vita. Hanno anticipato i cambiamenti perché l’Artico sta accelerando. Nessuna area del mondo sta mutando così rapidamente, il riscaldamento della zona artica è il doppio rispetto al resto del pianeta. I ghiacci si stanno sciogliendo con una rapidità sconcertante, la Groenlandia è arrivata già al punto di non ritorno. Quei ghiacci che erano considerati perenni, non si riformeranno più nella stessa misura. Le condizioni peggioreranno a causa di questa accelerazione degli eventi. Gli animali artici cambiano abitudini
96 specie in crisi
Sono 96 le specie che sono state poste sotto osservazione. Tutte hanno evidenziato cambiamenti nelle loro abitudini. Alcune macroscopiche, altre più ridotte. Una delle rilevazioni più grandi ed accurate mai svolte, durata 30 anni, per controllare i comportamenti della fauna selvatica. Dall’incrocio dei dati raccolti da molti scienziati, sono tracciati i nuovi valori che riguardano l’esistenza del mondo animale dell’area. Molte specie rischiano di scomparire per lo squilibrio che s’è creato. Ad esempio le femmine di caribù che vivono nelle zone più settentrionali, anticipano il parto, per il cambio della stagionalità. La sopravvivenza dei vitellini è a rischio, perché anche se possono disporre di una stagione estiva più lunga, l’anticipazione dei parti, li fa nascere in aree quasi sterili. Le mandrie legate ad una ritualità millenaria, non anticipano la stagione delle migrazioni. La scarsità di cibo, rende difficile allattare i vitellini, che sopravvivono con difficoltà. Le mandrie di caribù, infatti, si assottigliano sempre più.
Anche le aquile
Anche le aquile reali hanno mutato il periodo in cui migrano dalle aree estive. Il periodo anticipato degli amori e la successiva necessità di nutrire i nidiacei, mette a rischio la vita dei pulcini. Le variazioni di abitudini alimentari e riproduttive hanno reso differenti anche i rapporti tra le varie specie. Le specie solitamente predate dai lupi, come alci e caribù hanno spostato le aree in cui cercano cibo. Le zone di predazione dei lupi sono di conseguenza mutate anch’esse. Anche gli orsi bruni hanno modificato la lunghezza del periodo d’ibernazione. Escono dalle tane troppo presto, quando la disponibilità di cibo scarseggia. Gli orsi bianchi rischiano l’estinzione e si avvicinano sempre più alle aree abitate dall’uomo per nutrirsi.
Il permafrost scompare
Tra i mutamenti che potrebbero avere gravi conseguenze nella zona artica ci sono lo scioglimento dei ghiacci perenni e del permafrost. In quei terreni sono intrappolate grandi quantità di CO2. Nel permafrost sono racchiusi da secoli virus e batteri che non conosciamo. Potrebbero scatenare nuove/antiche pandemie a cui non siamo preparati. Le foreste riescono a crescere anche in zone più a nord che un tempo erano spoglie, i terreni svincolati dal permafrost ingolosiscono le industrie estrattive. Le miniere possono operare meglio ora che i terreni sono più malleabili. Anche la ricerca di giacimenti di combustibili fossili, continua, grazie anche al colpo di coda dell’ormai ex presidente Trump. L’Alaska rischia di diventare un nuovo territorio di conquista, con tutte le conseguenze che comporta un simile sfruttamento. L’inquinamento legato all’estrazione dei combustibili fossili è enorme e molto difficile da contrastare.
Cambiamenti metereologici
Le stagioni che mutano le loro tempistiche, le temperature in netto rialzo, il passaggio delle precipitazioni da neve a pioggia sono tutti elementi determinanti. Tutte concorrono a modificare il clima e con esse ovviamente abitudini e consuetudini degli animali selvatici. Sono elementi misurati e constatati. Visibili anche ad occhio, anche se qualcuno si ostina ancora a parlare di cicli naturali e a negare la loro importanza. La fauna selvatica artica, ci offre una visione di cosa accadrà, o potrebbe accadere nei prossimi anni. Il livello dei mari si alza alla media di 3 millimetri annui, ma se tutta la Groenlandia si scioglierà, come previsto entro fine secolo, l’aumento sarà pari quasi ad un metro. Dobbiamo intervenire per limitare questi cambiamenti climatici. Gli animali artici cambiano abitudini
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