Benessere, Enogastronomia

Giornata contro lo spreco alimentare

spreco alimentare

Cosa c’è di più etico e sostenibile?

La consapevolezza di quanto lavoro ci sia dietro ad ogni ingrediente che utilizziamo è quanto di più etico possa esistere. Lo sfruttamento e l’occupazione di terreno. Il consumo di acqua. Lo smaltimento dei rifiuti creati nella produzione e nella lavorazione. L’energia utilizzata per lavorare i campi, per coltivare, per allevare, per pulire, porzionare e confezionare. La manodopera di chi fornisce tutte queste operazioni e l’eticità con cui vengono selezionati, trattati e salariati.

Sono temi di grandissima importanza  che non tengono conto della logistica e del terreno occupato dai punti vendita. Dell’impiego di coadiuvanti chimici, e delle loro implicazioni quando confluiscono nelle acque. Obbligando ad ulteriore opere di filtraggio e sanificazione per potabilizzarle. L’eccesso di metano per le flatulenze di bovini, suini, ovini e pollame che si aggiunge alle emissioni di CO2. La difficoltà di certificare tutti i percorsi e la loro correttezza.

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La realtà del biologico

D’altro canto la mezza verità del biologico, praticamente impossibile da mantenere puro e incontaminato. Il ricorso a materiali ed elementi come il rame che sono probabilmente più inquinanti di alcuni additivi chimici. Il bisogno di sostenibilità si scontra con ciò che coltiva il tuo vicino e da dove provengono le acque irrigue. Ma tutto questo non deve farci demordere dal puntare alla qualità.

Imparare a rispettare il cibo è una necessità attraverso cui passa molto del nostro futuro. L’incremento delle temperature non è scherzo. Le coltivazioni potrebbero esserne toccate in modo vistoso e con esse a ricaduta tutta la catena alimentare. I costi potrebbero lievitare in modo massiccio, impauperendo vaste aree. Le migrazioni che incutono tanto timore nell’ultimo decennio diventerebbero inevitabili.  Le risorse non sono infinite, si deve cominciare sul serio a pensare a cosa fare di questo pianeta.

Risorse e speranze

Ci sono ancora risorse e speranze e passano da ognuno dei nostri gesti quotidiani. Il primo dei quali deve essere non sprecare. Acquistare il giusto quantitativo di cibo ed imparare ad utilizzarlo al meglio è una necessità. Per le nostre finanze e per tutto il pianeta. Lo spreco alimentare è quantificato in circa il 30% del totale della produzione mondiale. Il 75% di quanto viene gettato sarebbe ancora utilizzabile. Un paradosso che si scontra con l’esigenza di produrre sempre più per alimentare una popolazione crescente.

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Quanto sprechiamo

In Italia oltre il 40% del cibo viene sprecato ed è valutato in circa 25-30€ al mese a famiglia. Un dato decisamente eccessivo. Anche al ristorante gli italiani non ricorrono alla doggie bag, per un senso di vergogna che contrasta la reale necessità. Da un recente sondaggio sono molti gli italiani (70%) che vorrebbero portare a casa i piatti non consumati completamente. Però si vergognano di richiederlo.

L’avanzo questo sconosciuto

L’uso dell’avanzo sembra diventato una chimera. Servirebbero forse trasmissioni in tv dove invece di invitare chef stellati, si invitano sagge nonne in grado di reinventare piatti. Sono quasi scomparsi i negozi di quartiere a favore della grande distribuzione. Le quantità acquistate sono più copiose e forse difficili da gestire, anche in presenza di maxy frigoriferi e congelatori. Controllare la dispensa e frigorifero prima di fare nuovi acquisti, è un gesto che dovremmo compiere tutti, per non intasarci di prodotti che non smaltiremo.

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Imparare a rispettare il cibo è una necessità attraverso cui passa molto del nostro futuro. L’incremento delle temperature non è scherzo
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