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Foibe, memoria o rituale politico

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Oggi è il giorno dedicato alla memoria di uno degli atti più divisivi della nostra cultura storica

Vincitori e vinti, se le son sempre suonate ed hanno riscritto la storia a proprio favore a seconda di chi fosse al potere in quel momento. Quella delle foibe non costituisce una eccezione. Vecchi crimini di guerra, alimentati da un clima di vendetta e da dissapori continuamente rinfocolati. I contrasti sorti dalla fine della prima guerra mondiale hanno continuato a germogliare nel modo peggiore, dando i peggiori frutti. Foibe, memoria o rituale politico

Fascismo imperiale

L’atteggiamento del fascismo nei confronti dei territori della Slovenia, Croazia, Istria e Serbia è stato lo stesso applicato in Alto Adige. Modifiche dei confini, della cultura e nuove barriere etniche. Un atteggiamento imperialista che non prevedeva alcuna integrazione ma imposizioni. Un cambio forzato di lingua, con l’italiano come unico idioma consentito e il divieto di parlare altre lingue. Uno sradicamento mai digerito da chi abitava in quei luoghi da secoli. Alla creazione di odio contribuì il forzato abbandono delle terre, a favore degli italiani che si erano trasferiti in loco. Il regime fascista tenne un comportamento molto autoritario nei confronti dei residenti originari.

Clima molto ostile

Questo tipo di convivenza forzata ha creato un clima molto ostile che nel corso di un ventennio s’è inasprito sempre più. Per mantenere “l’ordine” da Mussolini vennero inviati corpi armati in grado di fermare ogni dissidio. Le vittime di questa “pacificazione” sono state oltre 300.000. Le inevitabili ripercussioni e vendette sono ricominciate allo scoppio della seconda guerra mondiale. Gli armati ed i partigiani slavi hanno cercato di riprendere con la forza ciò che gli era stato sottratto, iniziando una “caccia all’italiano oppressore”. Per non lasciare traccia di queste vendette i corpi sono stati “nascosti” all’interno delle foibe.

Foibe memoria o rituale politico

Foibe

Sono grotte carsiche che sono spesso alveo di torrenti e fiumi sotterranei. Gli italiani uccisi sono stati gettati in queste grotte, spesso senza alcuna sepoltura. Per risparmiare colpi in alcuni casi venivano legati col fil di ferro. Abbattuto il primo, veniva spingto nell’imboccatura della grotta, e questi trascinava gli altri legati a lui, a volte ancora vivi. Le foibe sono state negate per anni, diventando un elemento divisivo a seconda che il fenomeno venisse osservato dagli appartenenti ai diversi schieramenti politici. Gli italiani che sono riusciti a fuggire, sono rientrati in patria, ma non sono stati accolti bene. Erano il simbolo degli errori e degli eccidi dei fascisti, ma improvvisamente in Italia, nessuno era più fascista e gli eccessi di un ventennio dovevano essere dimenticati.

I rifugiati

I rifugiati sono stati accolti in campi e villaggi destinati a loro. Hanno svolto una vita a parte senza integrarsi completamente, ma non hanno ricevuto indennizzi per tutto ciò che hanno perso oltre confine. Una comunità dimenticata per quasi 30 anni e tornata a fare notizia recentemente. Diventata il simbolo della destra perdente ed in fuga. I morti nelle foibe non sono mai stati certificati, i loro numeri oscillano da 3.000 a 10.000 unità. Recentemente è stato istituito il 10 febbraio, come giorno della memoria delle vittime delle foibe.  Foibe, memoria o rituale politico.

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