Almeno nelle ore di maggior traffico di consumazioni.
Hanno iniziato a ribellarsi i bistrò parigini con le loro distese di tavolini eternamente occupati da clienti che consumano troppo poco. Lavorare fuori casa ma non in azienda, con il comfort di un tavolino, connessione gratis, illuminazione gratis, riscaldamento o raffreddamento gratuito, è decisamente gradevole. In troppi stanno sfruttando questa occasione ed è diventato un problema. Non ci sono tavoli liberi perché i clienti lavorano da postazioni economicamente molto favorevoli, ma che ai gestori non portano nulla. Finisce l’era dello smart working a scrocco Leggi tutto: Finisce l’era dello smart working a scrocco
Caffè cappuccino e pastarella
Un solo caffè o cappuccino con una pastarella ed un tavolo occupato per ore, non coprono le spese di gestione, perciò nei cafè parigini è tutto un fiorire di “Pas d’ordinateur” (Niente PC). Con le dovute eccezioni. Negli orari in cui il passaggio di clienti è basso, i proprietari dei bistrò consentono ancora di lavorare, ma pregano gli scrocconi di levarsi di mezzo, appena aumenta il lavoro.
La Rowling colpevole
Tutta colpa della J.K.Rowling che da un angoletto di un pub inglese è riuscita a scrivere un successo mondiale come la saga di Harry Potter. In molti devono aver preso esempio e immaginato di poter soddisfare le esigenze di lavoro o creative per scrivere il loro romanzo. La Rowling da perfetta bohemienne, cercava un posto caldo per svernare, poiché era decisamente povera in quel periodo, e scaldare casa le costava troppo. Ma gli smart worker sono stipendiati ed hanno tutti i loro comfort a casa, senza sfruttare i costi di gestione dei baristi.
Un esempio da seguire
La guerra allo smart working al bar, sta diventando un esempio che molti gestori vogliono seguire. Tutte le grandi città sono assillate da questi “nomadi con PC sottobraccio”. In alcuni locali non permettono nemmeno di aprire il laptop. I luoghi con hotspot e connessioni aperte sono setacciati per uno spazio al caldo o al fresco dove poter lavorare. Stanno crescendo anche soluzioni alternative con locali dove si può sostare ma non gratuitamente. Si paga una sorta di affitto dello spazio, proporzionato alle ore o minuti in cui si sosta, col comfort del servizio al tavolo, la flessibilità necessaria, una buona connessione e il piacere di essere fuori-casa. Finisce l’era dello smart working a scrocco
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