Una tecnologia antichissima permette di fare congelare l’acqua anche in luoghi molto remoti e caldissimi
Non è fantascienza e nemmeno una scoperta da un’avventura di Indiana Jones. È un principio fisico che gli antichi persiani sapevano sfruttare a dovere. Utilizzavano una costruzione che già nel nome spiega molto del processo. Lo yakhchāl significa “fossa del ghiaccio”, grazie alla sua forma conica permette di raffreddare l’acqua fino a congelarla e produrre ghiaccio al suo interno. Raggiunge temperature molto basse, ideali per ottenere l’effetto voluto. La maggior parte del ghiaccio, in realtà, era fabbricata nei mesi invernali, ma grazie alla sua forma poteva conservarlo anche per tutta l’estate. Fare ghiaccio nel deserto sembra impossibile
Un foro centrale
Come funziona? Attraverso il foro centrale all’apice del cono, l’aria fredda penetra e raggiunge il fondo dove viene tenuta l’acqua. L’architettura conica svolge anche il compito di far uscire tutta l’aria calda che fosse contenuta all’interno. Sono strutture costruite in refrattario ed isolate grazie ad argilla, sabbia o altri materiali reperibili in zona. Le strutture sono impermeabili e sono delle piccole oasi di frescura costruite dall’uomo. Queste piccole oasi caratteristiche dei paesi mediorientali, soprattutto in Iran, mantengono temperature molto più fresche rispetto all’esterno.
Un’invenzione forse nata per caso
Probabilmente queste strutture sono nate osservando dei fenomeni naturali o sono nate per caso. Sono un modo intelligente per gestire le temperature in luoghi dove il caldo può rivelarsi oppressivo. Ovviamente i consumi energetici sono uguali a zero, per ottenere ghiaccio in modo naturale. Fatto rilevantissimo vista la necessità di ridurre i consumi energetici. La moderna refrigerazione ha bisogno di molta energia elettrica, i frigoriferi sono infatti, la voce più consistente dei consumi elettrici in bolletta. Il principio è lo stesso che era alla base delle ghiacciaie che ancora è possibile visitare in alcune dimore di prestigio. Coi loro caratteristici montarozzi che ospitavano le dispense.
Citati anche nella Bibbia
Gli yakhchāl sono citati anche nei testi sacri, quindi la loro presenza è documentata da millenni. Utilizzati tutto l’anno, ma soprattutto nei mesi estivi, erano grandi strutture di uso comune. Costruiti attorno ad una profonda buca che conduceva ad un sotterraneo. La struttura impermeabilizzata prendeva le forme di un grande cono con un foro centrale all’apice. Utilizzate soprattutto per conservare le derrate, tenute al fresco sottoterra, potevano anche congelare l’acqua.
Tecnica nota anche agli arabi
Gli arabi ne conoscevano la tecnica e la utilizzavano. Erano strutture di grandi dimensioni utilizzate da grandi comunità. Il loro uso è andato declinando soprattutto per le condizioni igieniche. Produrre ghiaccio che sia completamente incontaminato è impossibile in uno yakhchāl. Le stesse precauzioni igieniche riguardano anche le derrate alimentari che vengono conservate all’interno. Il principio fisico che ne sta alla base, è sempre attuale, nel deserto come in climi più temperati. Forse varrebbe la pena studiare il modo di utilizzarlo in modo igienicamente ineccepibile per tagliare le nostre bollette. Fare ghiaccio nel deserto sembra impossibile
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