Due inumazioni di cui non si sapeva nulla. Chi erano? Eroi, cavalieri, nobili, clerici, religiosi, la fantasia dei curiosi galoppa e crea aura di mistero
Durante gli scavi che precedono la ricostruzione della più celebre cattedrale gotica di Parigi sono sbucate sorprendenti reperti. Due bare di cui nessuno conosceva l’esistenza. È immediatamente partita la fantasia dei ricostruttori storici. Potrebbero essere testimonianze di fatti cruenti, o più semplicemente personalità degne di una sepoltura così importante. I due contenitori sono stati aperti ed analizzati ed hanno raccontato alcune verità. Due misteriose bare sepolte a Notre Dame Leggi tutto: Due misteriose bare sepolte a Notre Dame
Sono passati tre anni
Era l’aprile del 2019 quando Notre Dame de Paris prese fuoco e nessuno fu in grado di spegnerla. Bruciò come un cerino e la scena del suo pinnacolo che s’inabissava tra le mura della cattedrale, fece il giro del mondo. Tutto ciò che circondava la cattedrale fece notizia, ad esempio le arnie di api sul terrazzino della facciata, si salvarono. Furono interpretate come un simbolo di resilienza per la ricostruzione, più o meo fedele, della cattedrale. Ma le sorprese che le mura della chiesa offrono non sembrano ancora esaurite
Due bare nascoste nelle fondamenta
Durante gli scavi per rinforzare le fondamenta, sono state rintracciate due bare, di cui nessuno sapeva nulla. Una di loro era stata danneggiata, l’ossigeno era penetrato e il dissolvimento del contenuto era molto avanzato. Molte delle notizie che potevano essere raccolte sono perdute, ma i resti permettono di conoscere meglio chi era stato inumato. Alcune iscrizioni consentono di datare il contenuto della bara. Era un religioso, probabilmente molto importante e molto anziano.
Antoine de la Porte
Conteneva i resti di un sommo sacerdote morto nel 1710. Gli archeologi hanno ricostruito l’identità dell’uomo, Antoine de la Porte, dalle iscrizioni sull’esterno della bara. Il sacerdote aveva avuto una vita molto lunga e agiata. Aveva 83 anni quando morì, un’età considerevole a quei tempi. Sono scarsi i resti a disposizione per effettuare analisi, solo ossa, capelli, peli della barba e alcuni tessuti.
Malattia dei re
Gli anamopatologi si sono divertiti ad analizzare il materiale a disposizione. Hanno così scoperto che il religioso amava prendersi cura dei propri denti e non amava troppo la vita dinamica. Era molto sedentario, probabilmente ha dedicato la vita a consultare testi, piuttosto che a curare l’orto. Era un amante della buona cucina, infatti soffriva di gotta, la cosiddetta malattia dei re. Una forma di artrite infiammatoria molto dolorosa, spesso confinata nei piedi e nei polsi. La gotta è quasi sempre causata da un’alimentazione troppo ricca di carni rosse, formaggi e vino, quindi il de la Porte sapeva come rallegrare la propria tavola.
Un cavaliere misterioso
L’altra bara ha una forma inconsueta, sagomata per contenere un corpo nelle esatte dimensioni del giovane defunto. Forse un cavaliere, sicuramente un maschio tra i 25 e i 40 anni. La datazione lo colloca come antecedente a quella del religioso. Probabilmente un nobile, un aristocratico che sembrava affetto da una malattia cronica. All’interno della bara i resti di una probabile ghirlanda di fiori. Gli studiosi lo hanno chiamato “Le cavalier” ma non hanno riferimenti storici per risalire ad un nome.
Persona importante
L’importanza del personaggio però è indubbia perché il corpo è stato imbalsamato, una pratica in uso solo per persone di alto rango. Anche la collocazione all’interno della cattedrale, fa immaginare che fosse un personaggio molto influente. Il tipo di sepoltura in bare di piombo era destinata solo a persone molto importanti di cui si voleva conservare memoria. Gli esami proseguono, forse ci riveleranno altri segreti, mentre la fantasia degli amanti del mistery e dei romanzi storici galoppa. Due misteriose bare sepolte a Notre Dame
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