In Thailandia stanno ricostituendo le barriere coralline grazie a mini scosse elettriche che risvegliano i coralli
Le barriere coralline sono in crisi, questa non è una novità. Il pericolo maggiore viene dallo sbiancamento dovuto ai cambiamenti climatici, e alle ondate di calore. Sono strutture molto delicate, che però producono una enorme quantità di ossigeno. Sono la naturale nursery di quasi un quarto degli animali marini, che lì trovano riparo e cibo. Inutile confermare la loro importanza nell’ecosistema, e quanto sarebbe utile poterli conservare o farli aumentare. Dare la scossa risveglia i coralli
Delicati come trine
Sono fini, eleganti, delicati eppure resistono ad offese enormi al loro habitat. Occupano appena l’1% dei fondali oceanici e marini, eppure il loro ruolo è impagabile. In Thailandia è partito un progetto di salvaguardia molto interessante. Pezzetti di corallo, vengono stimolati grazie all’elettricità. Una corrente a bassa tensione ne stimola la crescita, e permette di costruire nuove barriere dove non sono presenti. Il procedimento non risveglia quello già danneggiato, ma permette di costruire nuovi insediamenti.
Una tecnologia vecchia di 50 anni
Si tratta di una tecnologia già nota da almeno 50 anni, ma che ha sempre avuto difficoltà di applicazione per gli alti costi di manutenzione. Gli ambientalisti thailandesi sono riusciti a rendere il sistema più semplice ed efficace. Lo hanno chiamato Coral Aid, ed ha ottenuto brillanti successi nelle aree dove è stato impiantato. Infatti, la loro intenzione è di lanciare il progetto come una open-source, a disposizione degli ambientalisti di tutto il mondo. Questa potrebbe essere una eccellente occasione per rilanciare la crescita del corallo, in tutte le aree dove è in crisi, o dove non era presente.
La parte artistica
Il sistema consente di creare installazioni molto articolate, che possono assumere forme bizzarre e divertenti. Opere d’arte dove il corallo è l’elemento principale. Infatti CoralAid non elettrizza la barriera corallina vera e propria, ma l’elettricità viene fatta passare attraverso una struttura metallica, a cui sono attaccati pezzi di corallo. In tutto il mondo gli artisti hanno dato vita a strutture, che sono destinati a divenire musei sottomarini. Gli artisti si sono sbizzarriti a dare forme originali alle nuove colonie coralline, per il piacere dei subacquei e dei biologi marini.
Coralli recuperati
I subacquei raccolgono frammenti di corallo dalla sabbia e li attaccano alla struttura metallica. Sono pezzi che sarebbero destinati a morire, e che in questo modo possono avere una nuova vita. I coralli sopravvivono grazie alla fotosintesi, toglierli dalla sabbia e aggiungerli alle strutture metalliche, gli permette di avere nuove chances di sopravvivenza. Fortunatamente i coralli non si riproducono solamente sessualmente. Hanno la possibilità di riprodursi anche asessualmente, e ricrescere in modo sano e divenire una nuova struttura, anche se con l’aiuto dell’uomo.
La febbre del corallo
Le temperature in aumento delle acque degli oceani, provocano una sorte di febbre che indebolisce i coralli. Sbiancano, come se fossero stati lavati con l’acido, ed è in effetti uno dei processi chimici causati dall’eccesso di anidride carbonica, disciolta nell’acqua. Il PH cambia e per i piccoli polipi risulta impossibile sopravvivere. Un ulteriore aumento della temperatura degli oceani, potrebbe risultare fatale. Gli scienziati sono terrorizzati dalle proiezioni future. È su questa acidificazione che interviene l’elettrificazione. La bassa tensione riduce l’acidità, rendendo le acque vivibili per il corallo. I pezzetti che sono a diretto contatto con le strutture metalliche, sono aumentati del 50%, ed hanno ricostituito l’habitat che funge da nursery per tantissime specie. Anche i coralli preesistenti hanno ottenuto un beneficio, e qualcuno ha mostrato miglioramenti. Dare la scossa risveglia i coralli

