La tradizione di festeggiare l’iconico coniglietto bianco o rosa viene da Germania e Inghilterra e da una Dea pagana
Il leprotto rappresenta il neonato, la nuova vita che riparte a Primavera. La sua prorompente fertilità che si manifesta ad ogni nuova stagione, è un omaggio alla ripartenza dei cicli vitali. Abbondano nella tradizione i simboli femminili di fertilità, come l’uovo e i fiori che colorano i rami degli alberi. Ma il leprotto primaverile è l’unico simbolo maschile che svolge quel ruolo. Presente nell’iconografia sia come coniglio che come lepre. Nei rituali funebri che si perdono nel tempo, le lepri venivano sepolte accanto ai deceduti, per accompagnarne la rinascita in un’altra dimensione. Da dove arriva il coniglio pasquale
Rito religioso
L’importanza di questo rito è segnalata anche da Giulio Cesare, nella sua conquista della Britannia. Nelle sue note di 2000 anni fa, raccontò che le lepri, in Gran Bretagna, non venivano mangiate a causa del loro significato religioso. Ma già nella tradizione classica greca le lepri erano sacre a Venere, dea dell’amore. In molte rappresentazioni anche suo figlio Eros, messaggero d’amore è spesso accompagnato da una lepre. Il chiaro riferimento è alla frequente e fremente sessualità, che l’amore evoca. Al contrario la vergine Maria viene rappresentata accanto ad un timido coniglio bianco, che simboleggia il suo non essere caduta in tentazione.
Pasticcio di lepre
In Inghilterra e Germania la lepre diventa il fulcro delle festività legate alla Pasqua. Le cacce alle uova colorate, nascoste dalla lepre pasquale, sono esattamente le stesse da 500 anni in qua. La lepre però, durante i secoli, era tornata sulle tavole, sotto forma di gustose ricette. Proprio nel periodo primaverile venivano organizzate cacce, che terminavano con banchetti di carne, post quaresimali. Resiste ancora, a distanza di secoli, la tradizione di origine pagana, di mangiare nel periodo del solstizio di primavera, un pasticcio a base di carne di lepre. Ogni fetta di quel pasticcio veniva “nascosta” in una sorta di albero della cuccagna. Chi voleva gustarlo doveva lottare per conquistarlo.
Caccia alla strega
La tradizione popolare che le streghe potessero trasformarsi in lepri, da un ulteriore senso aIle cacce ai suoi danni. Mangiare le streghe, era un modo scaramantico, per allontanarle dalle case, ed evitare che potessero lanciare malocchio e far ammalare uomini e bestie. Le streghe rappresentavano le ristrettezze della grama vita invernale, ed ancora una volta le lepri tornavano ad essere un simbolo di rinnovamento. Eliminare le vecchie streghe, era una garanzia per la nuova annata, per i nuovi raccolti e per sconfiggere la fame. Anche tutte le feste che coinvolgono falò primaverili, sono simbolici roghi di streghe.
Eostre la dea
Easter (Pasqua) prende il suo nome da una dea anglosassone, citata in molti documenti storici. Il mese di aprile era dedicato a lei, Eostre. Mentre in molti paesi il riferimento era alla festa ebraica della Pasqua, in Inghilterra e Germania rimase il riferimento a quella dea. Il rito cristiano della resurrezione, finì per sovrapporsi alla festa pagana della primavera. Ovviamente uno dei simboli della dea pagana Eostre, era il leprotto. Il suo lieto saltellare era perfetto per festeggiare il rinnovamento dei cicli vitali. Al coniglio/leprotto pasquale venne anche delegato il compito di nascondere le uova colorate, che i bambini cercano nel giorno di Pasqua.
Leprotti di cioccolata
Se non si disponeva di una lepre da proporre in salmì, si poteva ricorrere ad un coniglio simbolico. I biscotti, i dolcetti di pasta frolla, di pasta di mandorle, divennero un’alternativa valida per mantenere la tradizione. Furono per primi i conventi e le corti dei nobili, a presentarli, divenendo dolci iconici molto richiesti. Con l’arrivo in Europa del cacao, e l’abilità di farne preparati solidi arrivò anche la stagione delle uova e dei coniglietti di cioccolato. Proseguivano la tradizione millenaria dei persiani delle uova da donare come augurio per l’anno nuovo. Vennero prima proposte piene e farcite, poi vuote ma con una sorpresa. I coniglietti seguirono la stessa sorte ed ora, avvolti in carta dorata, li troviamo in ogni negozio, dove sono diventati simboli iconici di un celebre marchio di cioccolata. Da dove arriva il coniglio pasquale
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