Presto potreste abitare in case viventi formate da funghi.
Un completo cambio nel campo edilizio. Materiali biologici al posto delle solite strutture, al posto del cemento armato un materiale vivente, che potremmo modellare a piacere. Una innovazione che fatichiamo a pensare come reale, eppure il progetto esiste ed è finanziato proprio coi nostri fondi. Dietro a questa FUNGAR (Fungis Architechture) ci sono infatti i finanziamenti europei. Credete ai Puffi? Fareste bene a farlo
Architettura naturale
Le città diventerebbero ecologiche, con l’uso di questi materiali che sono completamente naturali e biodegradabili. Un cambiamento di enorme portata a cui stanno lavorando molti progettisti e società. Non nasce dalle fantasie di un gruppo di ecologisti d’assalto ma da tecnici delle costruzioni. Il materiale che vorrebbero riuscire a realizzare dovrà rispondere a precise caratteristiche. Essendo un materiale vivente potrà interagire con i cambiamenti di temperatura, aria, luce e fonti inquinanti.
Quasi indipendente
La base fungina del materiale che ne costituirebbe la parte organica, la renderebbe più facile da gestire anche sul versante dei consumi. Il minor consumo di combustibili fossili la renderebbe economicamente vantaggiosa. inoltre la sua bio – dinamicità poggerebbe sulle qualità e le poliedricità dei funghi. Da loro è infatti possibile ottenere materiali di diversa consistenza come schiume o simili al legno o alla plastica. Un ventaglio di opportunità che ha scatenato la fantasia di molti tecnici ed economisti.
Costi energetici
La possibilità di ottenere una forte riduzione d’impatto ambientale viene vista come una variabile molto gradevole per qualunque comunità. L’edilizia è uno dei settori di maggiore impatto energetico e che produce notevolissimi scarti. L’utilizzo di materiale che sa adattarsi e che può diventare intelligente modificherebbe in modo decisivo l’approccio alle risorse. Meno inquinamento, minori sprechi, maggiore funzionalità per la casa dei Puffi.
Case smart
Il nuovo materiale fungino avrebbe anche una funzione smart. Verrebbe trasformato in materiale smart con l’aggiunta di nanoparticelle, polimeri e circuiti elettronici. Diventerebbe biologico ed elettrico, in grado di comunicare con altre strutture, anche remote. Potrebbe scambiare informazioni e dati per controllare temperature, luci o altre funzioni. Oltre alla struttura di partenza il materiale potrebbe essere modificato in futuro per connetterlo ad altre abitazioni e creare una comunità.
I tecnici addetti
Fungar si basa sul contributo di esperti di architettura, computer e micologia delle Università di Bristol e Utrecht. L’accademia di architettura olandese KADK e Mogu, l’azienda italiana che produce con materiale fungino, pannelli acustici, pavimenti e altri supporti. Anche la NASA è interessata agli sviluppi di questi materiali per probabili basi lunari o marziane. Il concetto è inviare su altri pianeti o satelliti, spore dormienti per reidratarle e creare il materiale necessario a costruire le strutture necessarie. Una volta realizzati gli ambienti necessari, il fungo morirebbe.
Ancora vivo
Nel progetto Fungar invece il fungo sarebbe vivo e si potrebbe riattivare la sua crescita, modificando il modulo abitativo o semplicemente rinnovandolo. La casa diventerebbe così un ambiente in grado di crescere e modificarsi assieme a noi, modificando il rapporto che si ha con lei. Le conoscenze attuali non consentono di pensare a costruzioni molto alte come i grattacieli, ma siamo solo agli inizi dell’esperienza. In ogni caso tra pochi mesi è in programma la costruzione di un edificio modello. Credete ai Puffi? Fareste bene a farlo
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