Emerge la teoria che il virus che causò il Covid-19 si diffuse per le contaminazioni tra umani ed animali
Contrariamente a quanto molti pensano, la contaminazione cha ha portato all’epidemia di Covid-19, non sarebbe causata da una fuga da un laboratorio. Non ci sono ancora elementi sufficienti per sostenerlo. Pare invece che la migrazione del virus sia avvenuta tramite contatti con animali infetti. Sinora erano stati accusati i pangolini e i pipistrelli, ma forse non sono loro i responsabili. I dati raccolti recentemente parlano di infezione avvenuta tramite i cani procione. Covid arrivato dai cani procione? Leggi tutto: Covid arrivato dai cani procione?
Presenti al mercato di Wuhan
Anch’essi erano presenti al mercato di Wuhan, il luogo dove tutto ha avuto inizio. I campioni prelevati dal mercato all’ingrosso di prodotti ittici di Huanan, in Cina, contenevano sia il virus SARS-CoV-2 che materiale genetico di cani procione. Non è ancora una prova vera, ma offre uno scenario diverso rispetto a quello sinora studiato. La loro presenza non basta ad una identificazione certa, ma il fatto che fossero presenti un’area molto ristretta fa sorgere più di un dubbio.
Procioni infetti
Affermare in modo definitivo che i cani procioni infetti sono alla base dell’epidemia è azzardato. Necessita approfondimenti. Ora il report verrà analizzato dagli scienziati della OMS per valutarne fondatezza e veridicità. Quello che possiamo dire sin d’ora è che la possibilità del passaggio del virus da animali a uomini è molto più concreto. Una probabilità assai gradita agli scienziati e alle autorità cinesi, messi sotto pressione come possibili “untori”. Tutti i dati raccolti dei DNA degli animali presenti al mercato di Wuhan sono già stati condivisi con gli altri scienziati impegnati nella ricerca.
Altre possibilità
Dopo aver scartato molte altre possibilità gli analisti sono arrivati ad escludere molte variabili, quella dei cani procioni sembra la più plausibile. Forse l’unica che abbia ancora senso studiare. Ovviamente molti altri ricercatori sollevano dubbi sulla qualità di questo lavoro e attendono che la OMS si esprima. I dati non sembrano esaustivi, e il timore è che gli studiosi cinesi cerchino di allontanare ogni tipo di ombra sul loro operato.
Lentezza nel condividere
Pero la Cina non ha mostrato l’apertura che un simile evento imponeva. Non tutte le informazioni sono arrivate immediatamente e rese disponibili alla comunità scientifica, che continua a mantenere forti dubbi. Il gigante cinese ha dapprima cercato di nascondere e confondere e questo ha creato molta cattiva stampa e molto senso di inappagamento in chi stava lottando per bloccare il SARS. Il dubbio che qualcosa di meglio e più rapido potesse essere fatto permane. Covid arrivato dai cani procione?
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