Il riscaldamento globale colpisce anche le piante. Anche se la primavera è in grande ritardo non illudiamoci, il caldo arriverà
Il cambiamento climatico sta influenzando non solo gli umani. Anche le piante mostrano sofferenze in modi diversi. In che luogo possono vivere, quando fiorire, e che tipo di forma possono dare alle loro foglie. Le gelate tardive di aprile hanno reso un pessimo servizio a molte colture. Negli Usa studiando le piante viventi e quelle precedenti si possono vedere come le piante si sono adattate alle fluttuazioni ambientali nel corso dell’ultimo secolo. Per avere un supporto tecnico utilizzano i 5 milioni di esemplari di piante conservate nell’Erbario Nazionale degli Stati Uniti. Raccolte in aree e tempi diversi, fotografano i diversi stadi delle evoluzioni delle specie vegetali. Confrontare piante attuali e antiche per scoprire i cambiamenti
La ricerca qui può spaziare
L’erbario rappresenta piante raccolte in alcuni secoli fino ad oggi. Sono stati pressate in cartelle utili per i botanici che possono studiarle in un lungo arco di tempo. È come se fossero delle istantanee del passato. Sono la prova di come erano le cose molti anni fa, e come sono mutate. Grazie a queste informazioni fisiche, si possono fare indagini approfondite. Ogni pianta è stata annotata con le sue caratteristiche fisiche e del relativo habitat. I botanici possono così controllare, grazie a queste note, l’aumento dei gas serra come l’anidride carbonica. Possono anche metterli in relazione con le attuali condizioni.
Lo studio dei pollini
Lo studio dei pollini e delle foglie rivela molti dati. Gli insetti, usano il polline come cibo nutriente, ricco di proteine azotate. L’azoto gioca anche un ruolo fondamentale nella fotosintesi. Le piante lo usano per scomporre l’anidride carbonica, la combinano con la luce del sole e creano zuccheri e carboidrati. Quando l’anidride carbonica aumenta, la pianta deve impiegare più azoto per effettuare la fotosintesi. Questo diminuisce l’azoto a disposizione per sviluppare le foglie e produrre polline.
Meno azoto oggi
C’è molto meno azoto nel polline misurato oggi rispetto a quello contenuto nell’erbario di 100 anni fa. Le api attualmente si nutrono con polline con meno azoto, meno proteico. Il loro cibo è molto meno nutriente di quello che era disponibile per le loro antenate. I botanici misurano anche se una pianta è entrata in un’area di pericolo d’estinzione. Le etichette degli esemplari includono i luoghi e quando un esemplare è stato raccolto, mostrano se una specie era comune o rara in quell’area. Le informazioni entrano in un algoritmo e dimostrano se la pianta è rara o in pericolo. Questa selezione permette di concentrare l’attenzione sulle piante a rischio.
Semi conservati per il futuro
L’opera di catalogazione dell’erbario continua incessantemente. L’operazione aiuta i botanici a trovare i cambiamenti delle piante e lascia una traccia documentale per le generazioni future. Anche i semi delle piante rinate dopo gli incendi vengono analizzati e conservati. Gli incendi sono diventati un elemento di disturbo per i vegetali, molto presente in anni recenti. Tutte le variazioni contribuiscono a controllare gli eventi provocati dal cambiamento climatico e di come i vegetali riescono a reagire. La raccolta viene arricchita dai contributi dei privati che inviano i loro erbari nuovi o antichi. Tracciano in questo modo, una storia sempre meglio definita dei percorsi che i semi, i pollini, le foglie hanno svolto durante i secoli. Confrontare piante attuali e antiche per scoprire i cambiamenti
credis: Pixabay, PxHere

