Gli italiani sono sempre più attenti all’impatto ambientale nelle loro scelte d’acquisto
Già il 50% dei nostri connazionali ha cambiato abitudini alimentari, diventa sempre più forte l’attenzione alle conseguenze delle loro scelte. Green è la parola che passa dalla propria tavola, e colora in modo visibile, la crescita di una forte componente etica. L’impatto ambientale è la variabile che viene presa in considerazione da un nuovo gruppo sociale: i climatariani. Dopo aver rivolto l’attenzione a prodotti bio, vegani, vegetariani, alle carni di origine vegetale, ora è il momento degli attenti alle conseguenze ambientali. Climatariani in grande ascesa
Qualcosa legato alla pandemia
La pandemia ha fatto in modo che molte delle nostre scelte alimentari siano mutate. Gli stili di vita sono variegati, la stessa dieta mediterranea, caposaldo della nostra cultura, batte un colpo. Gli italiani si riconoscono in molte diverse famiglie alimentari, che sono un misto delle loro diverse esperienze. La nuova famiglia/tribù che è comparsa nel corso di quest’anno è quella dei climatariani. 1 italiano su sei si definisce tale, perché pone attenzione all’impatto rispetto all’ambiente, delle proprie scelte.
Scelte che riguardano la sostenibilità
Il concetto di sostenibilità è diventato sempre più caro agli italiani, s’interrogano sull’eticità dei processi produttivi. Sugli imballaggi e sulla loro riutilizzabilità e riciclo, sull’origine delle merci, sulla qualità dei rapporti coi lavoratori. Immaginano che per salvare il pianeta dai disastri climatici, anche le loro alimentazione dovrà mutare. Meno carne vera, più carne di origine vegetale e maggiore attenzione ai prodotti veg&veg. C’è chi teme una decurtazione delle scorte e delle produzioni alimentari, e vuole intervenire in anticipo su quelle possibilità.

Rivoluzione alimentare
La rivoluzione alimentare per i climatariani è già iniziata, sono i più aperti a sperimentare nuove forme di approvvigionamento proteico. Insetti, farine di grilli, alghe, carne-non-carne sono progetti alimentari che sono disposti a condividere e consumare. Aumenta anche l’attenzione ai luoghi di produzione e alle informazioni in etichetta. Le indicazioni sui prodotti vengono lette con maggiore attenzione. Viene dedicato più tempo all’effettuazione della spesa, per essere certi di riempire le proprie dispense solo di prodotti graditi.
Anche la marca traballa
I nostri connazionali prestano maggiore attenzione ai contenuti, anche etici, e agli ingredienti dei prodotti. Il fascino della marca e del brand è in calo, un fenomeno già evidenziato con il successo dei discount. Le grandi marche segnano il passo e arretrano nelle quote di mercato, anche per la duttilità dei piccoli produttori. Più veloci a presentare nuovi prodotti, esattamente confacenti, alle richieste dei consumatori. La fascinazione verso il prodotto pubblicizzato sembra aver esaurito parte della sua forza, mentre risulta più potente la reale qualità delle merci. I climatariani sono un po’ la nostra coscienza, gli anticipatori di una visione più moderna e meno sprecona, delle merci. Climatariani in grande ascesa.

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