Sono in grado di influenzare e modificare il paesaggio con tutte le conseguenze del caso.
Le aree poco abitate dell’Alaska sono regno incontrastato dei castori che si stanno riproducendo e modificano la geografia del luogo. Con il loro incessante lavoro di abbattere alberi e costruire dighe, creano nuovi invasi. Questi laghetti hanno la proprietà di far sciogliere il permafrost e liberare in atmosfera metano e anidride carbonica. Gas che erano stati intrappolati per millenni ed ora contribuiscono al cambiamento climatico. Ci si mettono pure i castori
Naturalisti preoccupati
Gli scienziati che studiano questi modelli di scioglimento del permafrost sono preoccupati che il fenomeno possa accelerare il fenomeno. I castori sono grandi ingegneri, sanno veramente creare quasi dal nulla opere idrauliche fantastiche. Cacciati per secoli per le loro pellicce caldissime e morbidissime avevano subito un periodo di stasi. Ora però stanno ripopolando le aree più a nord dove non hanno molti nemici naturali e soprattutto non ci sono umani con le loro trappole. Quelle sono zone che grazie al terreno ghiacciato trattengono i gas che provocano l’effetto serra.
Tundra artica
Territori difficili, dove vivere è complicato, la flora ha preso il sopravvento sul regno animale, ma ora i castori stanno operando in senso contrario. Molti rivoli, fiumi, torrenti, circondati da alberi creano l’ambiente ideale per questi roditori dai vistosi denti arancione. La scoperta è stata casuale, controllando foto aeree del nord Alaska, gli scienziati si sono accorti di macroscopiche differenze. Le pozze create dai castori erano più che raddoppiate negli ultimi 20 anni. In una sola area hanno trovato 12.000 stagni dove in precedenza non ce n’era nessuno.

Aree deserte improvvisamente abitate
Aree desolatamente deserte di vita hanno visto un improvviso brulicare di vita grazie proprio ai castori che ora rischiano di essere quasi troppi. Saranno costretti a migrare, spostandosi sempre più vicini al mare Artico. É questo il timore degli studiosi, che possano installarsi in aree sempre più a Nord e modificare il paesaggio. Il fenomeno non comprende solo l’Alaska ma anche i territori del Canada e della Siberia, e potrebbe diventare un vero problema. Un effetto completamente in controtendenza, mentre si studiano molti modi per fissare metano e anidride carbonica in modo stabile.
Un’opera fantastica
I castori sanno creare opere fantastiche che alterano il panorama e in questo caso il microclima locale. Le loro abitudini vitali di fabbricare strutture al riparo ma circondate da acque, li porta a creare nuovi stagni e pozze poco profonde. Le pozze hanno temperature più alte rispetto al terreno che le ospita e si crea la condizione per cui il permafrost fonda. Dalle foto satellitari si nota un enorme aumento delle acque superficiali e di queste sono ovviamente colpevoli i castori. Esiste anche una conseguenza indiretta del lavoro dei roditori sul paesaggio
Cambiano i fiumi
Cambiano i corsi d’acqua, la pescosità dei fiumi e le difficoltà d’attracco delle imbarcazioni. Non è chiaro come, la probabile invasione dei castori nelle regioni più nordiche, possa essere arrestata. Il riscaldamento globale permette alla vegetazione di aumentare, anche in zone che erano assai inospitali. I castori approfittano di questo “dono” che noi umani abbiamo provocato e piano piano si spostano in zone “vergini”. I naturalisti continuano a tenere sotto osservazione la situazione e sperano che non venga liberata troppa anidride carbonica o metano. Ci si mettono pure i castori.

