C’è una grande attenzione alla coltivazione delle alghe come sostituto della carne.
Se ne parla da parecchio, e sono diverse le aziende che stanno incrementando i loro sforzi per coltivare alghe. Alcune sono già arrivate allo step finale ovvero servirle come specialità che possono attirare l’attenzione dei consumatori. Per ora sono servite in pochi ristoranti, o catene di fast food ma è un passaggio importante per arrivare ad una grande diffusione. Sembra la soluzione più ovvia per soddisfare le esigenze di una popolazione in costante aumento e che rischia di sfiorare i 10 miliardi in un quarto di secolo. Ci salveremo nutrendoci con le alghe
Produzione alimentare in aumento
Per nutrire una popolazione così imponente, serve un incremento della produzione di circa il 70%. Dovrà essere ad impatto minimo, sostenibile e sufficientemente sostanziosa per mantenere tutti in salute. Poter immaginare di ridurre il ciclo degli allevamenti che producono carne, è legato strettamente ad una sostituzione di mercato e abitudini. I danni che gli umani provocano e rischiano di provocare in futuro, sono tali da far accelerare tutti gli studi del settore alimentare. Gli habitat naturali rischiano di saltare a causa di gas serra, disboscamenti, eccessi di materie chimiche scaricate in acqua, e tutte le problematiche connesse. Gli ecosistemi rischiano di toccare il punto di non ritorno, sia in ambito terrestre che marino.
Sembrano assaggi scherzosi
Sembrano assaggi di piatti che potremmo gustare in futuro, quelli che sono arrivati su alcune tavole di ristoranti e catene di fast food. Gli hamburger di alghe o la pancetta di mare, sembrano delle boutades, ma potrebbero avere successo. Magari con piccoli aggiustamenti per renderli più appetibili. Noi umani siamo onnivori e forse troveremo aspetti divertenti anche nel cibarci di alghe. Intanto le coltivazioni di alghe si intensificano, e stanno aumentando la produzione. Creano anche un’esperienza agricolo-marina per produrre meglio, altre aziende potranno fare tesoro di questi pionieri.
Abbandonare la carne, ci salveremo nutrendoci con le alghe
Sembra inevitabile un progressivo abbandono della carne e dei latticini, se si vuole coltivare qualche speranza di salvare il pianeta. La carne vegetale potrebbe il mezzo per addolcire il passaggio, molti l’hanno provata e sono tornati ad acquistarla. Un successo non così travolgente ma sicuramente interessante. Le carni vegetali riducono l’uso di terreno, acqua e additivi chimici, producono anche meno gas serra, ma non si avvicinano allo zero che sarebbe l’esito desiderato. Coltivare alghe parte da un grande punto di forza, non consuma terra ed acqua, e a detta dei suoi promotori, può soddisfare il palato di moltissime persone.

In Asia sono quotidiane
Le alghe soprattutto in Asia sono un alimento molto diffuso e richiesto. Entrano nella preparazione di molte specialità, ma per gli occidentali sono ancora molto lontane dall’essere percepite come “gustose”. Eppure proprio in Europa si sta sviluppando un’importante esperienza. In Olanda coltivano il Kombu, un’alga che viene utilizzata in un hamburger con patatine di soia e lattuga di mare. La catena si chiama Weed Burger e pare che venga molto richiesto dai clienti curiosi di provare novità. Non è un vero sostituto degli hamburger di carne ma invoglia a tentare vie nuove in chiave vegetale. L’operazione di marketing per lanciarlo è particolarmente ben strutturata. Stimola la curiosità di entrambi i settori: pro carne e pro vegetali.
Anche oltre oceani
L’esperienza di cucinare con le alghe ha affascinato anche alcuni ristoratori statunitensi. Propongono oltre alla arcinota spirulina, lenticchie d’acqua ed altre alghe. Hanno dovuto ridurre la quantità percentuale, nei loro piatti, perché i consumatori medi non sono pronti. Ma mescolandoli con sapori più usuali, sono riusciti a trovare un buon compromesso. Sono proposte che stimolano la curiosità, ed utilizzano alghe che hanno una crescita vorticosa. Inoltre riducono l’anidride carbonica assorbendola, e abbassano l’acidità delle acque, un processo di sostenibilità che potrebbe avere un grande impatto.
Un nuovo progetto
Un nuovo progetto prevede di utilizzare altri tipi di alghe che hanno la proprietà di “sanguinare” imitando il colore della carne. Da queste alghe sono state tratte delle fette di pancetta vegetale, che imita perfettamente il bacon, così tradizionale nella cucina statunitense. È un’alga che contiene molte proteine e che può soddisfare i fabbisogni energetici di molte persone. Un allevamento di alghe che potesse sostituire la soia, ed altri prodotti utilizzati per l’alimentazione, ma con un maggior livello di proteine, sarebbe assai interessante. Libererebbe immense superfici coltivate terrestri con tutto ciò che consegue.

Una rivoluzione di pensiero
Accanirsi sui consumatori per la piacevolezza di mangiare carne e colpevolizzarli rischia di essere controproducente. Sollecitare sentimenti negativi non aiuta questi progetti a decollare. L’offerta di qualcosa di saporito, gustoso che riesca a garantire un buon nutrimento è la formula vincente. È su questi punti che i produttori di alghe devono fare leva. Costruire una fase di passaggio dalla carne ad altri prodotti di origine vegetale, ma che mantengano lo stesso sapore, è l’obiettivo da porci. Se dopo aver gustato la pancetta di alga, qualcuno vorrà abbandonare la carne vera e propria, sarà il completamento di un percorso.
Un mix di alghe dalla preistoria
Per ottenere le proteine e le sensazioni di un hamburger stanno lavorando con un mix di alghe, utilizzano le nori rosse ed altre alghe, che contribuiscono a dare un risultato ottimale. Nei tre ristoranti dove sono state servite, hanno ricevuto recensioni molto positive. Gli archeologi hanno rintracciato mix di alghe che venivano consumate oltre 10.000 anni fa. Possedevano formidabili requisiti salutari ed aiutavano quelle popolazioni a combattere infezioni e a mantenere alti i livelli di energia. Si completa il cerchio così, tornando agli esordi, da consumatori di alghe nel passato, agli attuali mangiatori di hamburger di finta carne e alghe marine. Ci salveremo nutrendoci con le alghe
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