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Il 24 ottobre è il Mortadella Day

Il fragrantissimo salume simbolo di Bologna e dell’Emilia Romagna celebra il proprio giorno

Martedì 24 ottobre è il giorno in rosa, infatti si festeggia l’XI edizione del Mortadella Day. Il salume già noto ai Romani prende il nome dal mirto, le cui bacche erano usate per impreziosire l’insaccato. Da quelle bacche venne il nome “mirtella” ed infine mortadella. Ha una data di nascita ufficiale ed è un esempio di come i disciplinari alimentari esistano da secoli. Nel 1661 il Cardinal Farnese emise un Bando per regolare in modo preciso, la preparazione dell’insaccato. Il 24 ottobre è il Mortadella Day

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Disciplinare che ricalca quello odierno

Il disciplinare con alcune piccole variazioni, è ancora attuale ed ora si avvale della dicitura Mortadella Bologna IGP. Saranno molti ed articolati, gli eventi che caratterizzeranno la giornata, da show cooking ad arte di strada passando per il tema della sostenibilità. Uno dei temi di questa edizione del mortadella day.

Sarà una festa in tutte le case

Ovviamente la festa proseguirà in ognuna delle case e località dove il salume rosa verrà consumato. In un tributo al suo profumo e gusto inconfondibili. Un vero simbolo della ristorazione e del cibo di strada. Alzi la mano chi non ha mai sentito aumentare la propria salivazione davanti ad una michetta, una pinza, una focaccia ripiena di profumatissima mortadella appena tagliata.

Il 24 ottobre è il Mortadella Day

Festa anche a Roma

Anche Roma vuole contribuire a questo tributo e lo farà in una sede appropriata nel Mercato centrale di Roma. Luogo popolare per eccellenza, perché la mortadella possiede questo fascino di essere gustosissima ed abbordabile per le tasche di tutti. Da secoli è il salume ideale per colazioni o spuntini energetici, cari a chi lavora ed ha bisogno di ricaricare un poco le energie. 

14 botteghe artigiane

Ci saranno 14 botteghe artigiane all’interno del Mercato che proporranno per tutto il giorno le loro ricette originali a base di Mortadella Bologna IGP.  La versatilità dell’insaccato rosa permetterà di accedere a molte ricette ed idee interessanti, sull’uso della Mortadella in cucina. Per chi vorrà approfondire, anche da distanza, il consorzio di tutela ha previsto molte attività sul canale Instagram dedicato. A voi il piacere di entrare nel mondo della mortadella IGP, e farvi travolgere dai suoi aromi. Il 24 ottobre è il Mortadella Day

Il 24 ottobre è il Mortadella Day

Credits: Pixabay, Consorzio tutela Mortadella di Bologna IGP

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Ritoccato il record del peperoncino più piccante

Nato da alcuni incroci il nuovo piccantissimo Pepper X è stato brevettato.

Se pensavate di aver toccato il vostro record personale ed esserne usciti vivi, ora avete un’altro duello a cui sottoporvi. Vincerà la vostra “calabresità” e l’amore per la piccantezza o perirete? Pepper X è tre volte più piccante del Carolina Reaper (il mietitore della Carolina). A cimentarsi nella produzione di questo “mostro” di piccantezza Ed Currie, l’orticoltore che già aveva coltivato il Carolina Reaper. Ritoccato il record del peperoncino più piccante

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3 volte più piccante del vecchio record

Decretato il nuovo record anche dal Guinness dei Primati, dove si sono accontentati delle rilevazioni strumentali senza osare assaggiarlo. Il Currie ha raccontato la sua esperienza descrivendola in modo terrificante. Subito dopo averlo assaggiato ha percepito un’ondata di calore molto intensa ed immediata come se avesse ingoiato un tizzone ardente.

Almeno tre ore di agonia

L’effetto è durato oltre tre ore. Racconta di aver passato oltre un’ora steso su una lastra di marmo sotto una pioggia battente, gemendo ed implorando varie divinità perché facessero diminuire l’intensità di quel bruciore. Dopo sono arrivati i crampi, intensi e dolorosissimi quasi peggiori del bruciore.

Misurata in Scoville

La piccantezza si misura in gradi Scoville e riguarda la percentuale di capsaicina contenuta nei peperoncini. Un tempo si misurava diluendo progressivamente con sciroppo di zucchero e facendolo assaggiare ad alcuni volontari, per determinare il punto in cui non era più percepito. Un mestiere davvero invidiabile non trovate? Ora sono venuti in aiuto metodi di misurazione scientificamente più precisi che non coinvolgono i cavi orali.

Ritoccato il record del peperoncino più piccante

Come funziona la capsaicina?

Invia al nostro cervello un messaggio di pericolo che manda un segnale di dolore. Funziona come se avessimo toccato una superficie rovente e il nostro corpo cerca di raffreddarsi facendoci sudare ed aumentare la respirazione. Inoltre le particelle di capsaicina arrivano al naso che cercherà di espellerle facendoci scorrere muco, un evento che i più temerari conoscono bene con le tipiche gocce al naso degli incalliti “peperonicisti”. 

Ci han provato solo in 5

Sono solo 5 le persone che hanno osato mangiare un intero Pepper X, sono tutti vivi ma giurano che l’esperienza non è stata una passeggiata. Ed Currie dopo aver inventato il Carolina Reaper nel 2013 ora vuole godere dei frutti del proprio lavoro. Sono moltissimi i prodotti che vantano la presenza del Reaper tra i loro ingredienti, ma che non hanno versato nessuna royalty al suo inventore. 

Non in commercio liberamente

10.000 o forse più le aziende che hanno guadagnato dalle sue coltivazioni senza citare il creatore. Ora Currie vuole fare le cose per bene e proteggere il frutto del suo lavoro. Stavolta per avere il Pepper X bisognerà pagare per avere la licenza di coltivazione. Ritoccato il record del peperoncino più piccante

Ritoccato il record del peperoncino più piccante

Pics: Pixabay

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La Zucca più grande del mondo

Cresciuta negli Usa la zucca gigante che però non ha battuto il record mondiale di peso.

L’ha allevata un insegnante di orticoltura, che coltiva zucche per passione familiare nel suo orto. Ha raggiunto il formidabile peso di 2.749 libbre (1.196 chili) ed ha una forma un poco curiosa, come una forma di formaggio che si sia in parte fusa.  Ha modificato la forma col tempo mentre cresceva, come se fosse figlia di un seme fatato. La Zucca più grande del mondo

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Record italiano ancora intatto

Il record appartiene ancora ad una zucca italiana di 1.225 chili coltivata in Toscana nel 2021. Travis Gienger non è solo un appassionato, è decisamente un vincente nel campo delle zucche. Non demorde e vuole riportare il record negli Usa e forse ci riuscirà.

Un perfetto pallone da basket le ha regalato il nome

Negli ultimi 4 anni ha vinto tre volte con la zucca più pesante ma stavolta ha sbaragliato tutti ed ha ritoccato verso l’alto il record mondiale del settore. La zucca ha preso ispirazione dal mondo del basket poiché la forma originale, dopo un paio di settimane dalla nascita, era perfettamente tonda come un pallone da pallacanestro e per questo era stata chiamata “Michael Jordan”.

Una festa apposita per assegnare il titolo

Il contest si è svolto in California ad Half Moon Bay ed alla pesatura ha superato di quasi 100 chili la vincitrice dello scorso anno, sempre allevata da Gienger. Quella dell’anno scorso è stata trasformata in una enorme Jack O’lantern (zucca di Halloween), anche in quel caso stabilendo un nuovo record.

La Zucca più grande del mondo

Una passione intergenerazionale

Gienger coltiva le sue zucche da quando era adolescente seguendo le orme del padre un grande appassionato di orticoltura. Dice di non possedere segreti per ottenere simili risultati, ma di utilizzare concimi biologici di alta qualità. Il seme originario è famoso per produrre zucche di grandi dimensioni, il resto lo ha fatto il terreno e le cure che gli ha dedicato. 

Il freddo Minnesota

Unica curiosità il giardino è situato in Minnesota, uno stato che è spesso sconvolto da tempeste di neve e che hanno dei climi peggiori degli Stati Uniti. Subisce i rigori invernali legati al “blizzard” i venti del nord che arrivano dal Canada che non vengono interrotti da nessun rilievo, quella è infatti una zona molto pianeggiante. Nonostante il clima imperfetto “Michael Jordan” è cresciuto benissimo.

Nuovi semi per l’anno prossimo

Gienger non è ancora soddisfatto e vuole piantare nuovi semi per battere se stesso. si rammarica di aver perduto un esemplare che aveva un potenziale ancora maggiore. Era arrivata già a 2200 libbre e cresceva di 20 chili al giorno prima che la pianta si spezzasse. Sembra va destinata a raggiungere un peso ancor maggiore della vincitrice di quest’anno. Punta ad una zucca di 3.000 libbre per il prossimo anno

Milioni di tortelli o pumpkin pie?

Cosa accadrà della zucca? verrà trasformata in pumpkin pie (le torte di zucca molto gradite durante il Thanksgiving) o verrà utilizzata per qualche milione di tortelli di zucca? Oppure il signor Gienger ripeterà l’esperienza dell’anno scorso svuotandola per ottenere una gigantesca lanterna (ottenendo un altro record nel Guinness dei primati?)

30.000 dollari ed una giacca

Il titolo ha fruttato al suo coltivatore un premio di $ 30.000, oltre a un anello e una giacca celebrativa, per contrassegnare il vincitore. Le zucche resteranno esposte per una settimana nel luogo del contest, l’Art and Pumpkin Festival di Half Moon Bay, prima di tornare nei loro orti. La Zucca più grande del mondo

La Zucca più grande del mondo

Pics: Pixabay, Olab&Partners

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Dove nasce la paura del venerdì 13?

Un timore molto popolare dai risvolti ironici sfruttato a dovere da Hollywood

La superstizione che vuole il numero 13 portatore di sventura è molto diffusa nel mondo anglosassone, tanto che negli edifici pubblici o negli alberghi manca il 13° piano e le stanze vanno dal 12 al 14, saltando allegramente anche il 17. La stesa cosa avviene anche per le file negli aerei oppure aggiungono un 12A pur di non citarlo. Dove nasce la paura del venerdì 13?

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Una fobia impronunciabile

E’ una vera fobia per alcuni che ha un nome specifico quasi impronunciabile triscaidecafobia. Chi ne soffre non riesce ad usare il numero ed avere una vita regolare ad ogni 13 del calendario, se poi cade di venerdì diventa tragedia. Tra le persone celebri che ne soffrivano il musicista Schoemberg, che soffriva di vere e proprie crisi di panico. Non a caso le sue composizioni era esclusivamente dodecafoniche.

Due cene a dare il via

L’origine di questa leggenda è probabilmente legata a due cene. L’ultima cena dove gli apostoli sono a tavola con Gesù e il 13° tradirà. il comportamento di Giuda Iscariota ha ispirato il terrore verso tutte le tavolate con 13 persona, ancora oggi si apparecchia per un 14° commensale per evitare che qualcosa di grave accada.

La cena degli dei norreni

L’altra cena è legata alla cultura norrena. 12 dei stavano pranzando quando a loro si aggiunse Loki, il grande imbroglione. Con la sua loquela convinse uno degli dei dei Hodor il dio cieco dell’oscurità a scagliare una freccia. Il dardo colpì Balder il dio della gioia e lo uccise, questo causo l’oscuramento della terra con tutte le conseguenze del caso.

Venerdì + 13 combinazione “orribile”

Quando al 13 venne aggiunta anche la concomitanza con un venerdì, la frittata era fatta. Rinfocolata anche dalla filmografia horror il “Venerdì 13” ha creato un vero e proprio filone, arrivato a 12 pellicole.  Anche Hollywood ha evitato di aggiungere un 13mo episodio. 

Dove nasce la paura del venerdì 13?

Crocefissione e Templari

Il venerdì già godeva di cattiva fama, del resto fu proprio di venerdì che Gesù venne crocefisso. Contribuirono alle leggende anche i Cavalieri Templari che erano particolarmente invisi al re di Francia Filippo IV, che per impossessarsi dei loro beni e del loro denaro, li accusò di eresia. Questo fece disperdere i cavalieri che vennero imprigionati, torturati e spesso uccisi anche sul rogo. Ovviamente tutto questo iniziò in un venerdì 13.

Debiti non saldati

In realtà pare che Filippo IV non avesse le risorse per restituire il denaro ottenuto in prestito dai Templari ed optò per una soluzione drastica che lo rendesse “solvibile”. Rubare il loro tesoro ed eliminare fisicamente chiunque potesse avanzare pretese. Di leggende riguardanti il loro tesoro e dove fosse sepolto ne sono nate centinaia. La letteratura s’è appropriata di questa possibilità dai “Rosacroce” sino al “Codice da Vinci”.

Un romanzo profetico

Proprio dal mondo letterario arrivò la definitiva consacrazione del Venerdì 13 con l’omonimo romanzo pubblicato nel 1907. Una storia legata ad un agente di cambio che per facili guadagni in borsa crea artificialmente panico. Il disastro comincia proprio il Venerdì 13 giorno scelto per far scoccare la situazione di crisi. Quando nel 29 crollo la borsa, molti si ridonarono di quel libro.

Non tutti spaventati

A New York nacque una associazione a difesa del 13, nel 1882. La chiamarono the Thirteen Club e svolgeva attività che tendevano a smorzare la credulità popolare. Ebbe un discreto successo ed organizzata serate con pranzi e cene. Si procurarono di far arrivare ai quotidiani un ironico messaggio che comunicava, che tra tutti i membri appartenni all’associazione, nel corso di un anno dalla fondazione, nessuno era morto o si era ammalato di gravi malattie. Del club faceva parte anche Theodore Roosevelt. Dove nasce la paura del venerdì 13?

Dove nasce la paura del venerdì 13?
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Abbattuto il sicomoro di Robin Hood

Forse per una bravata uno dei monumenti arborei più famosi è stato segato

Cresceva accanto al Vallo Di Adriano, il sistema di difesa e osservazione costruito nel nord dell’Inghilterra. Era un muro di mattoni e terreno lungo 120 chilometri con postazioni di osservazione per garantire la sicurezza dalle scorribande dei Pitti, gli attuali scozzesi. Fu un lavoro immane che durò almeno 6 anni con l’impiego di oltre 15.000 persone, un enorme sforzo umano. Il sicomoro era diventato uno dei simboli di quell’area ed era un luogo iconico. Abbattuto il sicomoro di Robin Hood

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Punto chiave di osservazione

Per la sua posizione al centro di un avvallamento era divenuto un punto chiave dove osservare il celebre Vallo. Con la sua robusta eleganza arborea, incorniciata dalle colline ero lo sfondo perfetto per moltissime foto e selfie. Aveva anche un aspetto romantico e sentimentale, molte persone qui hanno ricevuto o fatto la loro proposta di matrimonio.  C’è anche chi ha chiesto che le sue ceneri venissero disperse all’ombra delle sue fronde.

La polizia ha fermato un ragazzo

La polizia del Northumberland sta indagando su chi possa aver compiuto lo scempio. Al momento hanno messo in stato di fermo un ragazzo si 16 anni che potrebbe essere l’autore. Però la polizia ritiene che il taglio sia assolutamente professionale e forse un sedicenne non avrebbe l’esperienza sufficiente per portarlo a termine. Forse il tutto è nato da una bravata di qualcuno che aveva bevuto troppo.

Grande rabbia

Le indagini proseguono mentre aumenta la rabbia di tutti coloro che conoscevano il sicomoro e che hanno passato tempo sotto o accanto ai suoi rami. Era una meta di picnic o di sessioni fotografiche diurne e notturne, ed era diventato una vera icona arborea. Era cresciuto spontaneamente per alcuni secoli e abbatterlo non aveva alcun senso. Il sindaco della località non si da pace per lo scempio portato alla sua comunità.

Abbattuto il sicomoro di Robin Hood

Una sola motosega

Per sbatterlo avrebbero usato una motosega, che sarebbe stata maneggiata con grande abilità. Il sicomoro era uno degli alberi più fotografati d’Inghilterra e lascia un vuoto molto più ampio di quello che possiamo immaginare. Era chiamato il sicomoro di Robin Hood e a lui erano legate leggende e storie degne di un fantasy. Era diventato anche “albero inglese dell’anno” nel 2016.

Amato e rispettato

In fondo era solo un albero, ma apparteneva alla comunità, era amato, rispettato e simboleggiava la passione per il verde e per la natura incontaminata. Forse proprio queste essere così iconico ha portato alla sua fine prematura. I simboli sono sempre a rischio di essere abbattuti, rovinati o frantumati, sia per dileggio che per avversi pensieri. 

Piantarne un altro o lasciare il vuoto?

Il sindaco vorrebbe piantare un altro sicomoro nello stesso luogo, ma qualcuno ritiene che sia corretto lasciare vuoto lo spazio dove cresceva. Vedremo quale corrente vincerà, certo ci vorrebbero secoli per sostituirlo decentemente, in attesa che un altro idiota, dotato di motosega, decida che il panorama gli piace più spoglio e lo abbatta nuovamente. Abbattuto il sicomoro di Robin Hood

Credits: Northumberlandnationalpark

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Una cantina con fontane di vino

Scoperta in una villa romana vicino alla via Appia una organizzatissima cantina lussuosa.

Una costruzione che fa pensare ad una attività commerciale e ludica legata alla vendemmia e al suo festeggiamento, è stata scoperta vicino a Roma. L’anno chiamata Villa dei Quintili, dal nome della gens che l’avrebbe costruita. Erano una famiglia ricca che aveva importanti ruoli di potere, servirono infatti come consoli romani attorno al 150 D.C. Una cantina con fontane di vino

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Espropriati da Commodo

Le loro fortune s’interruppero bruscamente quando l’efferato imperatore Commodo decise di eliminarli fisicamente e d’impossessarsi delle loro proprietà. Era una villa che poteva definirsi una mini città dotata di servizi essenziali e di molte comodità come un centro termale ed un teatro. Probabilmente era un luogo di delizie e di rappresentanza.

Un lusso esagerato per una cantina

Molta curiosità ha riservato il ritrovamento di una cantina che potremmo definire lussuosissima lastricata di marmi e ceramiche, con tre vasche per la pigiatura. Il luogo è talmente bello e curato, per essere una cantina, da far pensare ad un luogo destinato ad uno spettacolo rituale in onore della vendemmia. Forse fu lo stesso Commodo ad ordinare che fossero costruite in modo da rappresentare la sua ricchezza.

Pavimenti e condotte in marmo 

La scelta dei pavimenti in uno scivolosissimo marmo rosso, s’immagina vada in quella direzione, più una cantina dimostrativa che veramente produttiva. Dalle vasche di pigiatura il mosto sgorgava attraverso canali di marmo verso l’esterno dove confluiva in grandi tini dove poteva fermentare. Una festa per gli enologi e gli invitati del tempo che potevano servirsi direttamente da quelle canalizzazioni, in cui i Romani erano maestri come dimostrano i loro acquedotti.

Una cantina con fontane di vino

Sale per banchetti

La Villa Quintili era dotata di svariate sale per i convivi e banchetti, questo fa immaginare che fosse una località destinata ad essere un luogo di divertimenti. La ricchezza dei pavimenti con intarsi di svariati marmi supporta questa teoria. La curiosità riguarda piuttosto il fatto che, in loco, non si ricordino vigneti di particolare valore e che la cantina fosse una dimostrazione di ricchezza anziché una efficiente azienda vitivinicola.

Vino costoso ed esportato ovunque

Il vino era molto costoso e chi lo commerciava possedeva sicuramente buone rendite. Probabilmente i proprietari delle vigne festeggiavano copiosamente l’inizio della stagione della vendemmia che riempiva i loro tini e donava nuova consistenza ai loro capitali. i vini laziali e campani erano celebri e venduti in tutto il bacino del Mediterraneo grazie alla grande flotta commerciale e all’ottima rete stradale che i Romani avevano saputo costruire.

Cultura enoica 

La cultura enoica che seguiva le rotte commerciali romane aveva influenzato molte delle società e delle popolazioni con cui interagiva. Il vino era allo stesso tempo rituale laico e religioso. Non poteva mancare nei banchetti e nei doni agli dei. Molto vino è stato utilizzato nei secoli con scopi medicamentosi, accrescendone così l’importanza e la ricchezza morale, togliendo in parte la patina negativa legata all’ebbrezza. Una cantina con fontane di vino

Una cantina con fontane di vino
Una cantina con fontane di vino

Credits: Pixabay, unknown

Enogastronomia, Eventi, Marketing

Shrinkflation tu riduci io ti evidenzio

La guerra tra industria e grande distribuzione

Carrefour ha deciso di mettere in evidenza i prodotti alimentari, distribuiti nei suoi supermercati che applicano la shrinkflation. Ha apposto cartelli molto visibili utilizzando un brillante arancione, che comunichino ai consumatori cosa sta accadendo tra gli scaffali. Il messaggio è semplice ed incisivo e scagiona la catena di supermercati da questa inflazione silenziosa e nascosta. Shrinkflation tu riduci io ti evidenzio

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l’etichetta che evidenzia

Questo prodotto ha visto la sua capienza scendere e il prezzo praticato dal nostro fornitore salire”. Questa l’etichetta con la quale in Francia, Carrefour, accompagna 122 prodotti che applicano questa filosofia marketing. Le aziende produttrici sono molto scontente perché balena il sospetto che sia una truffa.

Forzare il governo

Con questa azione Carrefour scavalca il governo che aveva promesso d’intervenire in proposito ma ha, sinora, evitato di farlo. Questa inflazione mascherata è stata correttamente segnalata, ora i consumatori possono decidere autonomamente se continuare ad acquistare i loro prodotti. Alcuni prodotti sono stati ridotti e rimpiccioliti senza ritoccare i prezzi verso il basso, ma mantenendoli e in alcuni casi alzandoli

Colpisce le tasche dei consumatori

La shrinkflation è un fenomeno che colpisce molti prodotti e colpisce duramente le tasche dei consumatori, che addossano la colpa delle  difficoltà di riempire i carrello alla grande distribuzione. Ma loro hanno deciso di mettere in chiaro come stanno le cose e grazie a questi cartelli evidenziano chi sta applicando questa strategia scorretta.

Informazione corretta

Un modo corretto d’informare la clientela e lasciare a loro la decisione di cosa acquistare e cosa no. La riduzione di peso, quantità e capienza non può pesare solo sul rivenditore, mentre le aziende continuano a mantenere i loro volumi di affari. Le aziende produttrici sono molto nervose e minacciano ritorsioni per essere state colte con le mani nella marmellata.

Finalmente un disegno di legge

Il governo francese tirato per la giacchetta da questa azione di Carrefour ha promesso di mettere finalmente mano alla questione. Ad ottobre dovrebbe essere presentata una legge che obbliga i produttori ad indicare se hanno ridotto le dimensioni e i pesi dei prodotti senza cambiare prezzi o addirittura alzandoli. Prossimo escamotage, dei produttori sarà cambiare nome al prodotto o packaging. Sarà un costo importante che l’industria, ovviamente accollerà ai consumatori, ancora una volta. Shrinkflation tu riduci io ti evidenzio

Abitare, Eventi

I materiali per respingere gli uccelli per fare i nidi

Sono soprattutto corvi e gazze ad aver imparato a sfruttare questa occasione

Gli uccelli sono intelligenti ed imparano. Sanno anche imitare i comportamenti dei loro colleghi pennuti e riescono sfruttare le occasioni che noi umani fabbrichiamo. Anche se sono creati proprio per respingerli o allontanarli. Come i materiali che dovrebbero tenerli alla larga da cornicioni e monumenti. Gli spuntoni che impediscono di posarsi, dormicchiare e defecarci sulla testa, sono diventati i loro materiali di costruzione. Hanno imparato a staccarli, a scollarli dalle superfici e a riutilizzarli. I materiali per respingere gli uccelli per fare i nidi

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Strane costruzioni

Se scorgete tra i rami degli alberi, strane costruzioni a metà tra un UFO e un improvvisato meccano non siete pazzi. Sono gli uccelli che stanno imparando a sfruttare a loro favore i materiali che dovrebbero tenerli alla larga. Stanno imparando a staccare le strisce di metallo o plastica che dovrebbe impedirgli di sostare sui cornicioni o altre sporgenze. Noi cerchiamo di impedire che riempiano di guano noi e i nostri monumenti, e loro si fan beffe di noi e ci costruiscono i nidi. Corvi e gazze i primi a dare l’esempio

I più intelligenti han dato l’esempio

Hanno cominciato gli uccelli più intelligenti, quelli appartenenti alla specie dei corvidi, ma anche altre specie di uccelli hanno imparato come e cosa fare. Le liste di spuntoni vengono staccate a colpi di becco, dalla colla che li tiene attaccati ai nostri tetti e balconi, e li “lavorano” nel modo che preferiscono. Li intrecciano, incrociano e modellano per ottenere delle residenze inusuali ma “abitabili”, dove deporre le loro uova.

respingenti riutilizzati dagli uccelli

Materiali freddi ma che difendono meglio i nidiacei

Una scelta decisamente inusuale di trattare materiali che sono freddi e quindi poco si adattano a mantenere le temperature notturne per i nidiacei. Sembrerebbero controsenso, ma gli uccelli arredano i loro nidi di conseguenza, aggiungendo materiali più caldi. Alcuni osservatori pensano che proprio la “sgradevolezza” del materiale sia utilizzata per tenere lontani altri uccelli e predatori. Quindi lo scopo di mantenere la distanza che noi umani perseguiamo, gli uccelli la usano contro i loro avversari. Una difesa che assomiglia talvolta a quella degli istrici.

Imparano da tutto ciò che mettiamo a disposizione

Un modello evolutivo sorprendente che non termina di stupire, per l’efficienza che dimostrano nell’imparare da tutto ciò che li circonda. Un oggetto che da oppositore e respingente, diventa un soggetto di sviluppo evolutivo. Non hanno però creato costruzioni tutte simili, i corvi hanno girato le punte verso il basso, per costruire piattaforme più solide, le gazze le hanno ricolte verso l’alto e l’esterno per costruire nidi a cupola.

Ingegneria aviaria colorata

A volte strappano la striscia intera, a volte si limitano a strappare le singole punte, a seconda delle esigenze costruttive. Aggiungono poi altri materiali anche decorativi o con la funzione di ammorbidire la parte interna. Nidificazioni con materiali inusuali, o prodotti dagli umani, sono state trovate in ogni continente tranne l’Antartide. Mozziconi di sigarette, lenze, carte, fazzoletti, carte di caramella, tappi di plastica, strisce di tessuto, tra gli oggetti presenti nei nidi più disparati. I materiali per respingere gli uccelli per fare i nidi

respingenti riutilizzati dagli uccelli

Credits:Pixabay

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Un nuovo nemico per le Olimpiadi di Parigi

Per timori per la sicurezza la polizia francese vuole spostare i bouquinistes della Senna

I librai sono in rivolta, eliminare uno dei simboli della città delle luci sembra un sopruso. Esistono da secoli e sono uno dei luoghi iconici di Parigi, tra i più visitati e fotografati. Sono circa 4 chilometri di casotti verde scuro che ospitano ogni tipo di riviste, libri, letteratura e curiosità. Un nuovo nemico per le Olimpiadi di Parigi

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Rimuovere tutti i casotti

L’hotel de la ville s’impegna a rimuovere tutti gli stand e collocarli altrove per il periodo delle Olimpiadi e a reinstallarli nella stessa collocazione. I librai temono che sia un modo per eliminarli e chiedere maggiori affitti per il suolo occupato. Temono anche che invece dei 2-3 mesi di sosta, i casotti verranno restituiti solo dopo un anno e magari con i materiali di qualcun altro.

Mercato all’aperto

E’qui un grande mercato all’aperto, probabilmente il più grande del mondo, i casotti sono autorizzati sono 240, sempre aperti in qualunque giorno e con qualsiasi tempo. Il problema della gestione della sicurezza per un evento come i giochi olimpici, resta intatto. Controllare più volte al giorno tutti gli stand sarebbe quasi impossibile.

Nemmeno la guerra

I bouquinistes ricordano che nemmeno i tedeschi riuscirono a farli sgombrare durante la guerra e che proprio molti di loro contribuirono a diffondere documenti utili ai partigiani e nascosero armi per la liberazione. Si considerano una tradizione che non può essere smantellata a piacere.

Inaugurazione dei giochi sulla Senna

L’inaugurazione delle Olimpiadi è stato deciso che invece di avvenire in uno stadio o di un viale avverrà sulla Senna. Saranno 160 imbarcazioni a solcare il fiume e questo complica molto il lavoro per la sicurezza, i casotti sono troppi e la polizia sarebbe troppo impegnata nella sorveglianza. Per questo rimuoverli anche solo per un breve periodo sembra la soluzione più semplice.

Gare di nuoto spostate al chiuso

Liberando le rive della Senna si potrebbe lasciare spazio a moltissimi turisti, tifosi, supporter, curiosi per assistere all’evento ed alle gare. I bouquinistes rivendicano che le condizioni sono mutate, le gare di nuoto che dovevano avvenire nella Senna sono state bloccate per insalubrità delle acque. Il tentativo di rendere la Senna pulita, sono falliti, troppa flora batterica non consente di effettuare le gare in modo salubre.

Chiuso per pochi giorni

Saltato il programma olimpico nelle acque libere del fiume non si comprende tutta la smania di spostare i loro casotti. I bouquinistes sono disposti a tenere chiuso per alcuni giorni in occasione dell’apertura dei Giochi, per facilitare le ispezioni a patto di non doversi spostare baracca e burattini. La diatriba continua e forse non si risolverà prestissimo. 

Business minimo

I bouquinistes non vendono molto, il loro business è limitato, anche perché devono sottostare ad un regolamento specifico. I loro libri e riviste devono essere del 75%, mentre solo il 25% può essere riservato agli articoli e souvenir turistici. Molti lamentano che una interruzione anche solo di un paio di mesi, rischia di metterli sul lastrico. Il governo ha promesso che la rimozione, e ricollocante saranno a loro spese, per evitare esborsi troppo ingenti.

Chi vincerà?

Resta il problema del cambiamento di panorama a cui i turisti e i residenti non sono abituati. La polizia si dice disposta a discutere coi librai che a loro volta lamentano di non essere stati consultati preventivamente e di trovarsi davanti a decisioni calate dall’alto. Come finirà? Sport o cultura? Chi vincerà? Un nuovo nemico per le Olimpiadi di Parigi

Credits: Pixabay

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Un’era glaciale sconosciuta ha spopolato l’Europa

È avvenuto circa 1,1 milioni di anni fa e per 200.000 anni il vecchio continente è stato spopolato e potrebbe ripetersi

Un’ondata di freddo sinora ignota avrebbe reso desertica l’Europa occidentale  facendo fallire i primi insediamenti umani. È un evento che interessa non solo gli storici ma anche gli attuali meteorologi e climatologi, per comprendere come sia avvenuto. C’è un periodo di 200mila anni di vuoto in cui on ci sono tracce della permanenza di ominidi. Cosa ha causato questa sparizione? Un’era glaciale sconosciuta ha spopolato l’Europa

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I sedimenti hanno svelato

L’esame dei sedimenti marini ha probabilmente svelato cosa è successo. Le temperature media sono crollate di una decina di gradi, raggiungendo e sorpassando spesso lo zero. Condizioni molto disagevoli per la vita. Il raffreddamento del’Atlantico Orientale e del Mediterraneo ha sconvolto i ritmi vitali. Inoltre i cambiamenti avrebbero coinvolto flora e fauna riducendo moltissimo gli approvvigionamenti causando carestie e morte per fame.

Una ripresa lenta

Tutta l’area occidentale ha avuto bisogno di moltissimi secoli per tornare ad essere abitabile. Questo ha probabilmente portato ad una sostituzione del ceppo degli ominidi. I primi a stabilirsi in Europa sono stati quelli appartenenti agli Homo Erectus che non hanno superato la glaciazione. Al loro posto dopo oltre 200.mila anni sono subentrati gli Homo antecessor più resistenti alle basse temperature o meglio attrezzati per affrontarle.

Un'era glaciale sconosciuta ha spopolato l’Europa

Resti scomparsi

I resti della presenza di H. Erectus si trovano nella faccia tra 1,8 e 1,2 milioni d’età, in quasi tutta Europa, poi più nulla sino a circa un milione di anni. Una pausa lunghissima che fa supporre un’estinzione degli ominidi in zona. Forse sono riusciti a fuggire in tempo, in aree con migliori condizioni, oppure sono periti. Il grande gelo si è esteso da Atlantico e Mediterraneo fino all’Asia

Corrente del golfo interrotta

La probabile causa è stata la fusione della calotta glaciale occupata dall’attuale Polo Nord e la superficie del Canada e Usa. L’eccesso di acque dolci ha di fatto fermato la corrente simile a quella del golfo che rendeva miti le temperature occidentali. Questo stravolgimento della corrente, preoccupa in modo consistente gli scienziati climatologi e meteorologi,  poiché si teme che il fenomeno si stia ripresentando, a causa dell’eccessiva temperatura dei mari causata dall’uomo.

Una nuova glaciazione

Questo è un esempio di cosa potrebbe causare la nostra incapacità di ridurre le temperature. Una nuova glaciazione succederà ad un periodo di caldo eccessivo e sconvolgerà ill clima di alcune delle zone più popolate della terra. Se vogliano evitare di dover scomparire per altri 200mila anni, sarà bene impegnarsi a fondo, ognuno nel suo piccolo, per non ripetere la successione degli eventi. Gia gli eventi atmosferici fuori controllo degli ultimi anni dovrebbero suonare come un campanello d’allarme che non possiamo ignorare.Un’era glaciale sconosciuta ha spopolato l’Europa

Un'era glaciale sconosciuta ha spopolato l’Europa

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