Abitare, Benessere, Eventi

Celebrare la giornata della Terra

Il pianeta blu, la Terra, ha ancora bisogno di molto supporto, e molte azioni.

Sono molte le azioni che si possono attuare ogni giorno per festeggiare il nostro pianeta. Il metodo più semplice è amare la Terra in ogni modo possibile e tenerla in considerazione con tutte le sue contraddizioni. Tutte le azioni che possono deturparlo e metterlo in crisi andrebbero evitate e c’è tanto lavoro da fare in quel senso. Però se manteniamo più saldo il contatto con la Terra possiamo conoscerla meglio e costruirne una relazione migliore. Celebrare la giornata della Terra

Leggi tutto: Celebrare la giornata della Terra

La bellezza

Saper apprezzare la bellezza del nostro pianeta è un passo importante che ci riconcilia coi nostri bisogni interiori. La bellezza può essere ovunque, anche in un timido piscialetto che riesce ad uscire dal cemento di un marciapiede. Sta a noi riuscire a vederlo in quel modo e renderci conto della qualità del luogo in cui viviamo.  Oltre alla vista possiamo affidarci anche all’udito per godere dei suoni della natura, anche il luogo più urbanizzato è ricco di sonorità, di canti di uccelli a cui non facciamo tropo caso.

I birdwatcher

I birdwatcher potrebbero stupirvi mostrandovi tutte le specie che vivono nella vostra area, e che voi non riuscite a vedere. Uccelli che nidificano in posti che vi potrebbero lasciare a bocca aperta. Come i falchi o le poiane che hanno scelto le cime dei palazzi o gli splitter dei vostri condizionatori per metter su casa. Se avete familiarità con le telecamere, potete controllare chi vi ha visitato la scorsa notte. Oltre ai gatti del vicino, potreste immortalare volpi, moffette, ricci, nutrie o magari un daino. C’è una fauna cospicua là fuori che si muove, e che considera il vostro giardino un ottimo posto da esplorare o dove trovare cibo.

Celebrare la giornata della Terra

Osservare gli animali

Osservare gli animali non è solo per esclamare “Ma che carini!” Neppure per fare statistiche su chi ti vive accanto, ma può generare un sistema per accorgersi del proprio ecosistema che cambia. Ogni avvistamento, ogni canto d’uccello può dare un’idea di come si comportino, ritornino, fuggano o scompaiano gli animali nel nostro vicinato. Notizie utili a chi studia questi fenomeni ed utili per la salvaguardia del pianeta. La stessa cosa accade per i vegetali

Coltivare un orto

Far crescere piante, meglio se autoctone, originarie della nostra zona, nei giardini, nei parchi, nei balconi, regala altre informazioni. Inoltre permette di coltivare un orto che darà prodotti a metro zero, migliori per gusto e qualità. Senza uso di anticrittogramici, veleni o agenti chimici. Ortaggi, frutti o verdure che potresti scambiare coi vicini per evitare che i trasporti modifichino la nostra impronta carbonica. Ogni piccola azione è di aiuto per la sostenibilità del pianeta. Ognuno deve farsene carico.

Comunicare meglio

Il nostro impegno quotidiano è corretto che venga diffuso e condiviso. Se tutti conosceranno il nostro impegno, potrebbero essere stimolati ad imitarci. La comunità attenta a ciò che lo circonda può crescere e diventare più partecipe. Ognuno può portare il proprio mattoncino, ma deve saperlo, deve esserne convinto, deve essere coinvolto. Rendere il nostro quartiere, rione, villaggio, paese, città, regione importante, apre alla cooperazione. Rende visibile il futuro e le opzioni per le quali ci possiamo impegnare.

Celebrare la giornata della Terra

Sano, equo, innovativo

È la trilogia di valori su cui impegnarsi a fondo. Un pianeta più sano che sappia valorizzare l’esistente e ciò che può produrre. Dobbiamo nutrire 8 miliardi di persone e dobbiamo farlo nel modo più equo possibile, rispettando le esigenze, gli usi e le tradizioni delle comunità. Non possiamo stravolgere completamente il loro modo di vivere, ma dobbiamo cercare di integrarci maggiormente. Questo significa cedere qualcosa in alcuni casi, per raggiungere un unico risultato, salvare la Terra.

Nuovi leaders per un pianeta duraturo

Pensare ad un mondo duraturo, dove la logica del facile ritorno economico, passi in secondo piano, sembra utopico. Ma dovremo cominciare a ripensare alla nostra economia, ed al modo di intenderla. Dobbiamo creare nuovi leaders che sappiamo portarci verso queste mete. La difficoltà sarà creare le condizioni per una vita migliore, che non produca per consumi eccessivi. Ci salveremo solo se collaboreremo tutti assieme, non sarà semplice cambiare la mentalità e le pessime abitudini di molti, troppi terrestri. Ma la Terra che ci ospita da milioni di anni, se lo merita. Celebrare la giornata della Terra

Celebrare la giornata della Terra

Credits: Pixabay

Abitare, Eventi, Marketing

Dall-E 2 Arte creatività o bluff

Una mostra d’arte “Artificial Imagination” ha sollevato grandi polemiche e preoccupazioni nel mondo della grafica

Sono immagini generate dall’intelligenza artificiale, ha senso pensarle come vere opere d’arte o sono solo esercizi di stile. Appenderle alle pareti di una mostra è il modo per sdoganarle o per metterle all’indice? DALL-E 2 è un’applicazione che ha sorpreso e sconvolto molti dei suoi fruitori. Utilizza l’Intelligenza Artificiale ed ha enormi potenzialità. Qualcuno già parla di fine del lavoro per chi si occupa di grafica. Probabilmente è eccessivo, ma un cero timore tra chi si occupa del settore c’è. Dall-E 2 Arte creatività o bluff

Leggi tutto: Dall-E 2 Arte creatività o bluff

Fin dove è arte?

La difficoltà è creare un divide, un confine. Fin dove è arte e creatività, e dove comincia la semplice gestione fatta da AI di un’idea? Se si parla di idea forse la creatività è ancora presente e fondamentale. Se è solo mera esecuzione di un ordine, il confine diventa molto labile. Quasi una questione di lana caprina. L’approccio alla APP può essere molto diverso, ognuno aggiunge precisi dettagli per arrivare al risultato atteso. È vera originalità, o solo una felice sintesi di una serie di indizi?

Gli artisti non fanno chiarezza

C’è chi utilizza la APP per aggiungere o schiarirsi le idee, per selezionare linee su cui elaborare. Altri fanno eseguire pedissequamente la descrizione del loro “lavoro”, aggiungendo stili che non hanno ancora esplorato. Imitazioni con lo stile degli espressionisti o dei cubisti, interessanti, ma senza la vera anima dell’artista. Opere che possono essere di alto livello o toccanti, esposte come veri capolavori o soltanto trucchi grafici?

Una mostra stimolante

L’obiettivo ricercato dagli organizzatori era stimolare una discussione, e sicuramente hanno ottenuto il loro target. Gli articoli si susseguono, in rete o sul cartaceo, ovviamente ben ripartiti tra caldeggiatori ed oppositori. L’IA serve a stimolare la creatività, migliorarla, regalare nuovi processi creativi o è solo un’alterazione della realtà. E tutto questo cos’ha a che fare con l’arte? Ritorniamo a parlare di limiti, di confini da superare o da non superare. È l’inizio della democratizzazione dell’arte, aperta a chiunque ne voglia usufruire? Tutti in grado, purché in possesso di una buona idea, di produrre capolavori?

Dall-E 2 Arte creatività o bluff

Basta una frase ad effetto

L’IA ha possibilità illimitate. Un buon artigiano in possesso delle giuste informazioni può sviluppare la propria immaginazione. In questo caso d’uso, ha il potere di democratizzare la creazione dell’arte, ogni nostro pensiero, sogno, incubo, può tradursi in qualcosa di visibile. La APP si occupa solamente di tradurre l’immaginazione, se sappiamo descriverla correttamente. Basta inserire una frase che rappresenti una nostra fantasia e lasciare che DELL-E 2 la sviluppi. Possiamo anche aggiungere lo stile di un altro artista per rendere il nostro capolavoro unico. Possiamo sognare alla Michelangelo o alla Braque ed avere risultati agli antipodi. Quale sia il mix corretto di input resta al momento il segreto che ognuno dovrà sviluppare.

In vendita o gratuita

Arte in vendita o arte gratuita? Uno stimolo per altri per produrre a loro volta il loro personale capolavoro, o qualcosa da possedere? Molte le domande in questo senso, con risposte assai articolate dagli “artisti”. Qualcuno rivendica la capacità della propria creatività di produrre immagini uniche, e quindi ne rivendica la proprietà. Altri pensano che sia corretto considerarli stimoli e indicazioni, e che debbano essere liberi. Chi ama l’immagine prodotto dalla AI deve avere la possibilità di averla o riprodurla, e appenderla dove vuole. Torniamo alla domanda originaria: esercizi di stile o vera arte? Dall-E 2 Arte creatività o bluff

Dall-E 2 Arte creatività o bluff
Abitare, Eventi, Viaggi

Gli omini verdi di Roswell

Sono passati 75 anni dalla “cattura” di un’astronave aliena.

Tutti gli appassionati di fantascienza conoscono bene l’argomento e hanno seguito tutte le evoluzioni di questa storia. Nel 1947 un vaccaro del New Mexico trova sul suo fondo dei detriti che non riesce a riconoscere. Sono di uno strano metallo che sembra tessuto, gomma, alluminio, e strumenti che sembrano sensori. Li carica su un camion e li porta alla stazione di polizia. La notizia esce sulla stampa locale col titolo “catturato un disco volante”. È l’inizio di una frenesia infinita. Gli omini verdi di Roswell

Leggi tutto: Gli omini verdi di Roswell

Cominciano gli avvistamenti

Da quel giorno cominciarono ad arrivare notizie di avvistamenti nei cieli di tutti gli stati Uniti. Le salsiere volanti “the flying saucers” popolarono i sogni e gli incubi degli americani, e presto la cosa si diffuse ovunque. Libri e molti fumetti si appropriarono di questa storia e crearono una vera e propria letteratura spaziale fatta di invasori di altre galassie. Nacquero le leggende sugli occupanti del disco volante, i famosi omini verdi, presi in ostaggio dal governo degli USA e nascosti in un centro apposito, segretissimo. A seconda dei timori personali gli omini vengono reclusi, studiati, sezionati, messi a mollo in speciali gel, ibernati, sono vivi, sono morti, si sono dissolti e la fantasia galoppa.

Hollywood si getta sul tema

Ad Hollywood sono sempre alla ricerca di nuovi temi che possano tenere incollate le persone alle loro poltrone mentre divorano popcorn. Il genere fantasy ha sempre un gran fascino e tutte le serie dedicate allo spazio e agli incontri con alieni fanno incassi fantastici. Incontri ravvicinati del terzo tipo, Star wars, Alien, ET, Mars attacks! tanto per fare qualche esempio celebre, fanno aumentare il desiderio di nuove storie. Il cinema sforna pellicole a pieno regime, raffazzonate, con effetti speciali risibili, ma sufficienti per stimolare la fantasia e la curiosità. Intanto il mito cresce, gli omini verdi dai corpi sottili, grandi teste ed occhi enormi, sono dappertutto. Si sono trasformati e vivono tra noi senza farsi riconoscere. Ci studiano per trovare i nostri punti deboli.

Gli omini verdi di Roswell

La realtà è decisamente diversa

Quell’astronave aliena in realtà era un pallone di ricognizione, destinato a sorvolare i cieli della Russia. La guerra fredda era in pieno sviluppo e gli americani cercavano prove che i russi stessero sperimentando la bomba atomica. I palloni aerostatici forniti di sensori sorvolavano i territori sovietici in un’azione di spionaggio che non poteva essere rivelata. Perciò fece comodo al governo USA incrementare le leggende di un UFO catturato, piuttosto che svelare la verità. Per aggiungere pepe comparvero i cartelli di “zona con accesso proibito” e “pericolo mortale”, proprio nell’area di Roswell o nell’Area 51 nel Nevada. Ovviamente nulla stimola di più la curiosità di un luogo non accessibile, ed il gioco era fatto. Gli omini verdi erano sicuramente custoditi lì.

Gli UFO esistono

Gli UFO esistono anche se nessuno ancora ci ha spiegato cosa siano in realtà, se fenomeni naturali o astronavi aliene. Qualcuno obietta che con un numero infinito di galassie e pianeti, sembra impossibile che non si siano evolute altre specie. Se sono così evoluti da poter viaggiare a velocità impensabili attraverso lo spazio probabilmente ci snobbano e ci considerano alla stregua di primitivi. C’è chi dice che una volta che ci abbiano visitati, non ci abbiano trovati di loro gradimento e abbiano fatto di tutto per allontanarsi in fretta. Discorso che non fa una grinza.

Business is business

Come sempre dove c’è curiosità, c’è possibilità di far denaro. A Roswell non se lo sono fatto ripetere e tutto ciò che poteva essere trasformato in vagamente alieno, ha preso quella piega. Dal localino dove far colazione, al ristorante, al supermercato, alla pompa di benzina, tutto è stato dotato di simbologia extraterrestre.  E l’isteria aliena continua, con qualche alto e basso. Gli appassionati continuano a proliferare, hanno le loro convention, a cui invitano sempre gli alieni a palesarsi. Chissà forse qualcuno finalmente lo farà e si concretizzeranno gli incontri ravvicinati del terzo tipo. Gli omini verdi di Roswell

Gli omini verdi di Roswell

Credits: Pixabay

Enogastronomia, Eventi, Marketing

Uovo di Pasqua come lo vorreste?

Gusti, preferenze e sorprese più gradite

L’uovo ha una ricca tradizione che si perde nei meandri della storia. Se li scambiavano come segno di pace e buoni rapporti di vicinato, le famiglie e le tribù che vivevano nell’attuale medio oriente, già alcuni millenni fa. Simbolo di rinascita e della primavera, ha continuato a mantenere quel messaggio fino a pochi secoli fa. Al tradizionale uovo di gallina, dipinto o meno che fosse, s’è sostituito il più pratico uovo di cioccolato, e con lui il rito della sorpresa contenuta all’interno. Uovo di Pasqua come lo vorreste

Leggi tutto: Uovo di Pasqua come lo vorreste?

Tanti brand a tema specifico

Ha perso un poco del suo fascino nel tempo, anche se si sono moltiplicati i brand che producono uova di cioccolato con sorpresa. Piacciono moltissimo ai bambini e ai giovanissimi che ne sono i principali destinatari. I brand hanno specializzato il loro prodotto proprio in funzione del tipo di dono, personalizzandolo con sorprese che sono maschili o femminili. Ogni linea è dedicata a personaggi cari ai più piccoli, ricalcando i fumetti, i giochi, i videogames, lo sport o i cartoni animati. La certezza di poter far trovare all’interno una sorpresa gradita, aiuta a scegliere l’uovo “giusto”.

Nonni e genitori i donatori

Essendo i figli e i nipoti i destinatari, sono i genitori e i nonni i più sensibili all’acquisto. Vista la situazione finanziaria dei minorenni, che raramente possono spendere per uova di cioccolato, sono gli over 65 a donare e questo crea una curiosa distorsione. Ovvero, gli italiani sono molto più propensi a regalare le uova, piuttosto che a riceverle. Fanno eccezione a questo trend nonno-nipote le uova pasquali donate come segno di riappacificazione o riconciliazione. Riceverle come simbolo di riallaccio di rapporti è graditissimo e molto piacevole.

Uovo di Pasqua come lo vorreste

Cosa vorreste trovare come sorpresa

Gli italiani sono generosi e col loro uovo vorrebbero regalare salute e buona sorte. Felicità e numeri del superenalotto vincenti, sono tra i sogni ad occhi aperti di chi riceve il dono. Curiosamente pochissimi desiderano oggetti preziosi, orologi o gioielli. Qualcuno vorrebbe trovare il numero di telefono dell’amore della vita ben custodito nel cioccolato. Altri vorrebbero   trovare l’invito a presentarsi ad un nuovo posto di lavoro garantito. Gli italiani sognano più affetti e stabilità rispetto a vistosi accessori, riflettendo i timori di perdere potere economico.

Pasqua legata alla pace

Sono parecchi gli italiani che delegano all’uovo pasquale la simbologia di rapporti amorevoli, ricomposti, ritrovati. Sognano di regalare uova a persone con cui i rapporti si sono interrotti o logorati per ricominciare a frequentarsi. Anche in questo caso sono le persone più anziane che vorrebbero riallacciare i rapporti con figli, familiari, amici, vicini con la scusa di condividere un uovo di cioccolato. D’altro canto quasi nessuno vorrebbe regalarlo a qualcuno che si frequenta sul posto di lavoro, boss in modo speciale, e alle suocere.

Gusto preferito

Vince decisamente il cioccolato fondente nell’immaginario, ma si scontra con il bisogno di regalare l’uovo di cioccolato soprattutto ai bambini. Di conseguenza si vorrebbe regalare fondente ma si ripara sul cioccolato al latte più gradito ai giovanissimi. Raro il cioccolato bianco. Ricercati ma costosi i prodotti di alta gamma che potremmo definire di pasticceria. Uovo di Pasqua come lo vorreste

Uovo di Pasqua come lo vorreste

Credits: Pixabay

Eventi, Marketing

Olab & Partners ADG FUTURA ed. 2023

Grazie all’Associazione Italiana Ambasciatori del Gusto che ci ha affidato l’organizzazione dell’evento Futura ed. 2023, Olab & Partners si è attivata in modo sistemico nell’affrontare un progetto multidisciplinare. Una sfida bella e complessa, ambiziosa sicuramente. Un programma che ha interconnesso una moltitudine di soggetti, pubblici e privati, istituzioni nazionali e celebrity, stampa e media. Olab & Partners ADG FUTURA ed. 2023

Leggi tutto: Olab & Partners ADG FUTURA ed. 2023

Un progetto comune

Progettazione, condivisione, sopralluoghi, sponsorizzazioni, comunicazione off e online, grafica, produzione, stampa, e tutto quello che concerne lo sviluppo di un progetto con una visione di medio periodo. È così che a O&P piace operare. Procedere su un cammino che dia la possibilità di costruire, su cui investire anche risorse economiche proprie. Per sviluppare un progetto comune, irto di soddisfazioni, ma, non lo neghiamo, anche di grandi difficoltà. Per questo vogliamo condividere un ringraziamento a partner, sponsor, collaboratori, assistenti e fornitori tecnici e tecnologici per il loro prezioso lavoro.

Valorizzazione della filiera agroalimentare

Il progetto ADG Ambasciatori del Gusto pone al centro del suo operato la valorizzazione della filiera agroalimentare italiana di eccellenza. Sostenuta da valori di eticità e sostenibilità che il team di O&P sente propri. Un contesto che ci vede partecipi nel nostro animo profondo. Per la provenienza rurale di alcuni di noi, o per la scelta di restare fortemente ancorati al food & beverage. Vuoi perché vediamo quanto fondamentale è questo approccio per il pianeta e il clima.

Olab & Partners FUTURA ed. 2023

Visione di sostenibilità futura

Restare fedeli a una visione di sostenibilità futura della nostra vita, che parte dal cibo. Un bisogno primario, ma anche fattore di sviluppo economico e turistico senza precedenti per la nostra Italia. Il bello della nostra cultura accompagnato dal buono di esperienze alimentari. La bellezza dei nostri paesaggi e la cura della biodiversità, sono il lascito straordinario alle nuove generazioni del mondo. La candidatura della nostra cucina a Patrimonio dell’Umanità implica un impegno davvero profondo di visione e fatica quotidiana.

Preservare ed evolvere il Made in Italy

Conservare, in questo caso, assume il tono di preservare ed evolvere. Verso una possibilità di gratificazione sensoriale innovativa, ma anche economica, della produzione e ristorazione di qualità che, trascina tutte le filiere agroalimentari, comprese quelle agricole. Nessuno stigma verso la ricerca e l’innovazione di modalità adeguate, per alimentare la popolazione mondiale. Non tutto può essere proposto come italiano o, diciamo così, non può né deve accompagnarsi agli asset valoriali del Made in Italy.

Olab & Partners FUTURA ed. 2023

Obiettivi, competenze e impegno

Obiettivi importanti quelli degli Ambasciatori del Gusto, che O&P appoggiano in pieno. Seppur nella consapevolezza di essere una goccia nel mare magnum del settore, che è globale. Il team O&P mette a disposizione il meglio delle competenze e impegno in ambito marketing, communication & technology. Per la gestione della polis comune che, volenti o nolenti, ci riguarda tutti. Olab & Partners ADG FUTURA ed. 2023

Credits: Giulia Manelli

Abitare, Eventi

Il narvalo solitario adottato dai beluga

Lo monitorano da anni ed ora sta arrivando alla maturità sessuale.

I biologi marini continuano a seguire le evoluzioni del branco di balene beluga che ha adottato un cucciolo di narvalo. Tutto sta procedendo regolarmente, il branco lo ha accettato e lo protegge dagli attacchi di orche e squali. Una convivenza molto tranquilla ma che potrebbe cambiare col raggiungimento della maturità sessuale. Se il narvalo si accoppiasse con i beluga potrebbe dare vita a cuccioli Narluga. Un evento rarissimo, ma che è già accaduto. Il narvalo solitario adottato dai beluga

Leggi tutto: Il narvalo solitario adottato dai beluga

Ibridazione possibile

L’ibridazione tra animali che appartengono alla stessa specie è possibile anche se non avviene spesso. Il grande dubbio è il Narluga potrebbe essere fertile e riuscire a riprodursi? In natura esistono casi che vanno in direzioni opposte. Tra gli equini l’unione di cavalli e asini produce muli o bardotti, entrambi sterili, mentre leone e tigre possono produrre il ligre che è fertile.

Approcci amorosi

Sia beluga che narvali appartengono alla famiglia dei Monodontidae, hanno molto in comune, ma metodi diversi di comunicare. Le balene beluga emettono dei vocalizzi che probabilmente il narvalo non riesce ad intendere. In ogni caso l’affiatamento sinora è molto buono. Il gruppo di balene viene monitorato tramite droni, e tutto fa sperare che possa completarsi il ciclo vitale e riproduttivo. Il narvalo è maschio e potrebbe avvicinare una femmina di beluga.

Corteggiamenti diversi

A quasi 12 anni d’età il narvalo sta arrivando nella fase riproduttiva. Le tecniche di seduzione tra i beluga sono frutto di un patto corale. I maschi vivono in un branco, le femmine in un altro dove possono proteggere i cuccioli. I maschi raggiungono una sorta di accordo, un’alleanza per poter corteggiare le femmine. Quale sarà il rituale corretto? Il narvalo riuscirà ad interagire in modo corretto ed accoppiarsi? Sono le grandi domande che si pongono i biologi marini.

Se dovesse avere successo

Se la seduzione dovesse avere successo, servirà tempo per scoprire se il cucciolo sarà veramente un Narluga. Le due specie vivono in aree diverse, i narvali possono restare per molti mesi anche nella zona dei ghiacci artici. Le balene beluga preferiscono scendere più a sud, in natura raramente s’incontrano e non interagiscono. Il narvalo solitario probabilmente s’è smarrito o è riuscito a sfuggire a qualche predatore, spingendosi fuori dalla sua zona. Il gruppo di balene beluga lo ha adottato alla foce del fiume San Lorenzo in Canada. Convivono bene svolgendo le tipiche attività assieme come se facessero parte da sempre dello stesso branco.

Un esempio negli anni ‘80

Un cacciatore Inuit ha conservato il cranio di uno strano cetaceo che aveva cacciato in Groenlandia negli anni ’80. Aveva mini zanne sulla mascella superiore mentre i denti inferiori sembravano cavatappi. Il DNA ha confermato che era un ibrido di Narluga. Forse la possibilità di convivere e mescolarsi è alla base di questa adozione. A fine primavera il branco tornerà nel luogo preferito sul san Lorenzo e finalmente sarà possibile avere altre informazioni. Il narvalo solitario adottato dai beluga

Il narvalo solitario adottato dai beluga

credits: Pixabay

Abitare, Eventi, Viaggi

Thor il tricheco in tournée

Evento abbastanza raro ma i trichechi scendono sempre più a sud forse per colpa del cambiamento climatico

È già accaduto altre volte, anche se di rado, di trovare un tricheco comodamente spiaggiato a riposare sulle coste europee. L’ultimo caso è quello di Thor, un maschio di circa 5 anni che probabilmente è partito dall’atlantico canadese per raggiungere Groenlandia, Islanda e Inghilterra. Ha eletto a residenza momentanea alcuni porticcioli dove è diventato una star dei selfie e idolo dei bambini. Sono due anni che nuota in acque relativamente calde rispetto a quelle che preferisce. Un lungo viaggio che lo ha spossato. Thor il tricheco in tournée

Leggi tutto: Thor il tricheco in tournée

In Islanda nuovamente

Ha lasciato l’Inghilterra ora e si è diretto verso acque più fredde, è stato infatti localizzato in Islanda. È un mammifero di grandi dimensioni che può arrivare ai 3,5 metri di lunghezza e al peso di 2 tonnellate. Per raggiungere queste dimensioni deve nutrirsi bene e forse ha seguito banchi di pesci per recuperare il suo “peso forma”. Non è certo cosa lo spinga a lasciare le acque fredde dell’Artico, dal momento che è adatto ad affrontare climi rigidi. Il suo enorme strato di grasso lo protegge tra i ghiacci, mentre lo ostacola in climi più caldi.

 Nella lista rossa

I trichechi sono inclusi nella lista rossa delle specie minacciate. Dovrebbero essere presenti solo 110mila esemplari sul pianeta, una quantità non tropo cospicua. La minaccia principale per loro è che il riscaldamento globale, porti a mutare le condizioni vitali nelle aree più a nord. Già foche ed orsi bianchi sono in grave sofferenza, anche i narvali che di solito vivono sotto ai ghiacci della calotta artica si sono spostati a sud. Gli orsi bianchi non riescono a nutrirsi a sufficienza e si avvicinano sempre più ai centri abitati, creando conflitti con gli umani.

Thor il tricheco in tournée

Thor il giovanotto

Forse Thor s’è preso il suo anno sabbatico per fare esperienze. È ancora giovane e relativamente “piccolo”, solo 8 quintali, probabile che si senta avventuroso e desideroso di conoscere di più di cosa offre il mondo. La speranza è che non si renda responsabile di guai. Un altro tricheco vagabondo è stato soppresso in Norvegia, perché si era reso pericoloso. I trichechi amano restare immobili al sole per ritemprarsi, ma a volte scelgono barche come luoghi isolati dove stendersi. In molti casi nel tentativo di salire a bordo le sbilanciano e le affondano. Un tricheco vagabondo, che era arrivato in Irlanda, ha avuto a disposizione un pontone tutto suo, per evitare che affondasse altre imbarcazioni

Solo selfie

La speranza è che Thor decida di essere solo il protagonista di molti selfie e che trovi una giusta collocazione. Il viaggio che ha ripreso verso l’Artico sembra un buon segno, ma i biologi marini sono preoccupati perché non comprendono cosa causi queste migrazioni. Fortunatamente al momento sono casi sporadici che possono essere legati a molte eventualità. Il timore che i trichechi possano “perdersi” in altri mari comprometterebbe anche la loro possibilità di riprodursi. Thor il tricheco in tournée

Credits:Pixabay

Abitare, Eventi

Cadono nel lago ghiacciato e muoiono

È successo negli USA nello stato del Vermont quando il ghiaccio del lago ha ceduto

La notizia è orribile, ma è ancora peggiore ciò che si ricava da questa informazione. Il ghiaccio diventa sempre più instabile per l’aumento delle temperature. Il lago Champlain è una destinazione molto ambita per la pesca. I pescatori fanno buche nel ghiaccio riparati nei loro casotti e si divertono ad attendere che qualcosa abbocchi. Ma il dipartimento della caccia e pesca, ha annullato le due gare di pesca che costituiscono la tradizione locale, per paura che il ghiaccio ceda. Cadono nel lago ghiacciato e muoiono

Leggi tutto: Cadono nel lago ghiacciato e muoiono

Tre pescatori intrappolati nel ghiaccio nel Vermont

Un gennaio caldissimo ha causato una fragilità del manto ghiacciato. L’ondata successiva di freddo, ha ricostituito il manto, ma non nel modo corretto. I tre pescatori coinvolti erano del luogo ed esperti conoscitori, però si sono fatti ingannare dalle condizioni mutate. Uno di loro aveva 62 anni ed è caduto nel lago dopo che il foro che aveva praticato ha ceduto. Gli altri erano due fratelli di 71 e 88 anni che stavano guidando il loro furgone alla ricerca della posizione giusta. Il ghiaccio ha ceduto e sono sprofondati. In entrambi i casi sono dovuti intervenire i sommozzatori per recuperare i corpi.

Guidare sul ghiaccio

Andare in auto sul ghiaccio è ritenuto normale sul lago Champlin nei mesi invernali. Ma questo è un anno particolare e gli automobilisti ed i pescatori, sono invitati ad evitare d’inoltrarsi sulla superfice del lago. Lo spessore minimo per pescare col casotto è di 10 cm. Mentre per usare l’auto ne servono almeno 25. In ogni caso è un atto di fiducia quello di chi voglia rischiare di usare la propria auto. Entrano in campo troppe variabili che possono modificare lo spessore del ghiaccio. La prima è ovviamente l’alta temperatura, dovuta ai cambiamenti climatici, ma si deve tener conto del vento, neve, correnti interne, sole, ombre, ecc. Anche le persone del luogo non si fidano

Cadono nel lago ghiacciato e muoiono

Misurare lo spessore

Le autorità sconsigliano di usare mezzi a motore, e suggeriscono di misurare lo spessore con un palo metallico o una trivella. Gli esperti prevedono che il ghiaccio tenderà a diventare sempre più sottile nei prossimi anni e il periodo ghiacciato diminuirà di quasi 40 giorni. Le cittadine che si affacciano sul lago hanno fatto registrare temperature record a gennaio. Anche i pescatori più esperti esprimono forti dubbi sulla consistenza e resistenza del ghiaccio, soprattutto nell’area centrale, di solito la più pescosa. Dichiarano:“è folle rischiare la vita così

Cambia l’economia locale

Questo innalzamento delle temperature complica e sconvolge anche l’attività economica che ruota sulla pesca sportiva. I negozi di materiali per la pesca ed esche se la passano male. Tanto che uno di loro che noleggia le attrezzature ha deciso di chiudere per evitare altri problemi. Troppo rischioso anche per chi è espertissimo andare sul lago ghiacciato. Anche chi conosce il lago come le sue tasche, sa che le correnti che agiscono proprio al centro rischiano di farlo sembrare abbastanza solido, mentre in realtà è infido. Cadono nel lago ghiacciato e muoiono

Cadono nel lago ghiacciato e muoiono

Credits: Pixabay

Benessere, Enogastronomia, Eventi

L’Italia stravince nei migliori formaggi del mondo.

“Best cheeses in the World” di TasteAtlas conferma la bontà dei formaggi Italiani. Nella TOP 10 non c’è gara con 8 posizioni su 10

Francesi molto arrabbiati ancora una volta con TasteAtlas, il website che raccoglie le opinioni dei suoi utenti e sforna classifiche sull’enogastronomia mondiale. Stavolta la classifica riguardava i formaggi e com’era già successo con le migliori cucine mondiali ci sono delle grandi sorprese. Forse non tante per noi italiani che siamo stati i veri dominatori della survey, ma piuttosto per i francesi relegati nella seconda parte della graduatoria. L’Italia stravince nei migliori formaggi del mondo

Leggi tutto: L’Italia stravince nei migliori formaggi del mondo.

Francesi snobbati

I formaggi francesi sono celebri e celebrati eppure nella classifica di TasteAtlas sono stai ignorati quasi completamente. Nessun formaggio d’oltralpe raffigura tra i primi 10. Per trovare un formaggio francese dobbiamo arrivare alla 13° posizione col Reblochon. 8 su 10 sono italiani, e questo ci riempie d’orgoglio anche se non ci fidiamo troppo di questa graduatoria che vede due nazioni non certo celebri per cultura casearia piazzare due formaggi al 5 e 8 posto.

Gli outsider

Gli outsider sono rispettivamente un formaggio messicano (Oaxaca) che si presenta come un gomitolo di pasta filata e ricorda la mozzarella. All’8° posto un formaggio portoghese (Quejio de Estrela), un pecorino molle, quasi liquido e cremoso al taglio. Prodotto da Pecore della razza Bordalera nel distretto di serra di Estrela. A completare lo smacco francese all’11° posto c’è un formaggio polacco (Bundz) un formaggio a fiocchi di latte di pecora. Mentre al 12° c’è il brasiliano (Canastra), che era stato dominatore della classifica 3 anni fa. Entrambi Bundz e Canasta fanno parte dei presidi Slow Food.

Gli italiani

Gli 8 italiani che sono in classifica sono: Parmigiano Reggiano, Gorgonzola piccante, Burrata, Grana Padano, stracchino di crescenza, Mozzarella di bufala campana, Pecorino Sardo e Pecorino Toscano. Ma anche altri formaggi sono stati quotati, in totale sono 13 su 25 quelli italiani in classifica. Già s’era accorto e lamentato Charles de Gaulle della difficoltà di governare un paese che conta 246 varietà di formaggi. Eppure l’Italia non è certo da meno, con 487 tipi di cui oltre 300 riconosciuti come DOP e IGP, probabilmente è ancora più ingovernabile. L’Italia stravince nei migliori formaggi del mondo

L’Italia stravince nei migliori formaggi del mondo.
L’Italia stravince nei migliori formaggi del mondo.

Credits: Parmigiano-Reggiano, Consorzio Mozzarella Campana DOP, Pixabay

Abitare, Benessere, Eventi

Gli Ittiti sconfitti dalla siccità

Una notizia che potrebbe stupire coloro che negano gli effetti del riscaldamento climatico.

Gli storici continuano a cercare le cause della scomparsa improvvisa degli Ittiti. Avevano un grande impero, florido, un popolo guerriero con un grande esercito, eppure attorno al 1200 a.C. scomparvero. Un declino rapidissimo senza apparenti ragioni. Nessuna grande sconfitta militare che faccia comprendere perché uno sfaldamento così importante accadde. Basava la propria ricchezza sulla coltivazione del grano e sulla sua commercializzazione. Erano agricoltori molto strutturati, i loro sistemi d’irrigazione erano avanguardistici. Si scontrarono anche con gli egiziani per cercare di controllare i commerci di tutto il Medio Oriente. Erano forti avevano una buona struttura militare e amministrativa e una ricca capitale, però svanirono improvvisamente. Gli Ittiti sconfitti dalla siccità.

Leggi tutto: Gli Ittiti sconfitti dalla siccità

L’area sconvolta dall’attuale terremoto

L’impero degli Ittiti era installato nella regione anatolica e in Siria. Proprio la regione sconvolta dall’attuale terremoto. Questo porta ad immaginare che un grande evento abbia causato uno sconvolgimento tale, che abbia portato tutti a fuggire.  La capitale fu abbandonata e degli Ittiti si persero le tracce. Prese in considerazione molte opzioni, come terremoti, eruzioni vulcaniche, invasioni, pestilenze o crisi politiche. Ma nessuna può essere confermata.

Una nuova teoria che coinvolge il clima

Ora una nuova teoria individua nei cambiamenti climatici il ruolo principale. Per scoprirlo hanno esaminato degli alberi di ginepro che erano rimasti sepolti per quasi 3.000 anni. Dallo studio degli anelli sono risultati evidenti dei periodi di siccità molto forti proprio negli anni immediatamente precedenti alla grande fuga. Pare che per tre anni la siccità fosse disastrosa e questo abbia compromesso i raccolti. Una crisi idrica potrebbe aver danneggiato in modo irreversibile la loro economia.

Siccità in azione

Per una economia basata sull’agricoltura, tre anni consecutivi senza raccolto potrebbero essere stati sufficienti a creare le condizioni per un grande esodo. Fame, sete e crisi economica possono aver creato un enorme sconvolgimento sociale e finanziario. Tale da far saltare tutte le istituzioni, risolti forse con rivolte interne e fuga generale verso altre aree. Carestie, rivolte, malattie avrebbero minato la società Ittita facendola precipitare. La situazione finanziaria è possibile che si sia assommata ai problemi dei raccolti mancanti e abbia agito da acceleratore.

Stipendi bloccati e crisi senza fine

Nessun raccolto, nessuna tassa da poter esigere, ovvero nessun danaro per mantenere un imponente esercito, la vera colonna vertebrale dell’Impero. Facile immaginare una escalation imponente ed irrefrenabile, se l’esercito non fosse regolarmente salariato. La siccità e gli sconvolgimenti climatici hanno una potenza enorme. Un esempio di ciò che potrebbe accadere in un futuro molto prossimo. Solo i negazionisti possono dormire sonni tranquilli, mentre si preparano eventi che nessuno potrà controllare. È tardi, ma non è tardissimo per intervenire in modo saggio e costruttivo. Gli Ittiti sconfitti dalla siccità.

Gli Ittiti sconfitti dalla siccità