Abitare, Benessere, Eventi

I pois come carta d’identità

I pinguini africani riescono a riconoscersi dal piumaggio del petto

Anche in colonie affollatissime i pinguini africani riescono a rintracciare il loro partner. Non lo fanno col riconoscimento vocale, o col riconoscimento del volto, o del becco, ma controllando il piumaggio che hanno sul petto. Le piume che appaiono dopo 3-5 mesi dalla nascita hanno inserite nel bianco del petto alcune piume nere che creano una particolare texture. I pois come carta d’identità

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Quel piumaggio diventa permanente

Anche dopo aver fatto la muta le piume nere ricrescono esattamente nello stesso punto, mantenendo l’unicità del piumaggio. I pinguini che vivono in Sudafrica, Namibia ed alcune isolette dell’area, amano condividere le stesse aree per nidificare e allevare i pulcini. Il numero a volte immenso degli uccelli in ogni singola colonia rischia di diventare un problema di reperibilità. Ma i pinguini si riconoscono.

Monogami per tutta la vita

I pinguini africani sono monogami e mantengono la loro unione per tutta la vita, per questo diventa particolarmente importante riuscire a riconoscere il proprio partner. I pinguini per le loro movenze barcollanti e goffe vengono ritenuti buffi e poco intelligenti, ma in realtà stanno rivelando di essere più dotati di quanto immaginiamo.  Sono alti soltanto 50 centimetri e arrivano ai 6-7 chili di peso, si nutrono solo di pesce perciò collocano le loro colonie nelle aree rocciose che confinano con l’Oceano.

I pois come carta d’identità

Esperimenti per confermare la teoria

Per confermare la teoria dell’uso delle piume del petto come elemento di riconoscimento, gli etologi hanno svolto degli esperimenti. Hanno posto due foto di diversi pinguini in uno spazio ristretto, una raffigurava un pinguino a caso, l’altro il loro partner. I pinguini hanno individuato il partner. Per avvalorare la loro teoria, gli scienziati hanno nascosto la testa dei due pinguini raffigurati nella foto. Anche in questo caso hanno riconosciuto il loro partner.

Ritoccate le piume con photoshop

In uno step successivo alcune delle piume nere del petto sono state photoshoppate sulle foto. Anche se con difficoltà sono riusciti ad individuare il partner, mentre non lo hanno  riconosciuto quando quasi tutte le piume nere sono state cancellate. La speciale texture del petto rappresenta una sorta di documento d’identità che consente ai pinguini di riconoscere i loro compagni. 

In pericolo di estinzione

Nonostante la loro intelligenza, le colonie di pinguini africani sono in forte calo, ne sono rimasti allo stato selvaggio solo 200.000. Sono appena il 10% rispetto a qualche anno fa. Diventa urgente scoprire la causa di questo rapido rallentamento, che potrebbe essere causato dai cambiamenti climatici, o dalla pesca industriale che ha ridotto moltissimo i banchi di pesci di cui si nutrono. Sembra che soffrano anche di una difficoltà a generare nuovi pulcini e che questi vengano predati da volpi, sciacalli, gabbiani e altri rapaci. Gli etologi temono che potrebbero estinguersi in un solo decennio. I pois come carta d’identità

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Benessere, Enogastronomia

Spremiamo vaniglia dai castori

Ogni tanto torna in rete la notizia degli aromi di vaniglia ottenuti dai sederi dei castori.

Si chiama “castoreo” ed esiste veramente questa sostanza espulsa dalle ghiandole anali dei simpatici roditori. Però è inutile montare proteste e gridare allo scandalo “QUESTO NON VE LO DICONO” perché, in realtà, non viene utilizzato. La motivazione? Il costo eccessivo. Spremiamo vaniglia dai castori

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Segnare il territorio

Questa sostanza vischiosa e marroncino chiaro viene utilizzata dai castori per segnare il loro territorio. Assemblano piccole cataste di legnetti ed in cima spremono questa sostanza per far capire che qui ci sono già castori ed è meglio girare alla larga. Ha un profumo dolciastro e persistente molto riconoscibile anche dagli umani e non solo dagli abitanti delle foreste.

Aroma naturale per biscotti e dolci da forno

In passato è stato utilizzato per aggiungere sapore a dolci o altri preparati, ma ora non esiste una industria che si dedichi ad estrarre la sostanza gelatinosa. Il castoreo non è affatto proibito, anzi è un aroma naturale, ed è ammesso nei disciplinari della Food and Drug Administration. 

Quasi introvabile

Potrebbe essere utilizzato ma è pressoché introvabile. E’ presente nelle ghiandole perianali che stanno ala base della coda palmata dei castori. L’unico modo per ottenerla è narcotizzarli ed estrarre a mano la gelatina. Deve essere spremuta a mano e non è un’operazione semplice o gradevole.

Spremiamo vaniglia dai castori

Inutile creare una campagna contro il suo uso

Perciò evitate l’ennesima crociata nata su internet per vietarne l’uso, nessuna azienda ha intenzione di spendere per il “castoreo” molto più di quanto non costi l’aroma vaniglia sintetico o naturale. Non la troverete nemmeno in vendita nei negozi specializzati in pasticceria e gelateria. Forse potreste trovarla in negozi salutistici o per usi medici.

Sostanza nota da millenni

Era già noto ai romani anche se con un uso completamente diverso (ritenevano che i suoi fumi, bruciandolo, potessero provocare aborti) Il suo profumo muschiato, ma molto più dolce rispetto a quello dei cervidi, è stato utilizzato in profumeria. In medicino è stato usato per curare mal di testa e otiti, febbre, gotta, e mal di denti. Con quali risultati non è dato sapere.

Profumi molto intensi e persistenti

Il suo odore persistente lo ha reso un elemento utile nella creazione di profumi particolarmente intensi. I cacciatori di castori la utilizzavano per catturare altri castori creando situazioni di conflitto in aree ristrette. I castori cercavano di difendere la loro zona dagli estranei che avevano spremuto le loro ghiandole e venivano allo scoperto finendo nelle trappole.

Spremiamo vaniglia dai castori

Castoreo troppo costoso

Agli albori dell’industria dolciaria il castoreo era utilizzato per dare un gusto di vaniglia, ma già nel secolo scorso il suo uso era scomparso. Come si suggerisce nei gialli di “cercare la femmina” in questo caso conviene “seguire i soldi”. Troppo costoso per essere utilizzato per prodotti dolciari dal costo di centesimi. 

Prodotti extra lusso

Solo prodotti dall’alto valore possono permettersi una spesa così consistente. Come ad esempio un liquore svedese, quasi prezioso. Nei processi alimentari il castoreo è stato soppiantato dagli aromi di origine chimica come la vanillina. Anche la tradizionale vaniglia di origine vegetale, è diventata preziosa e se fa un uso molto oculato. Spremiamo vaniglia dai castori

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Benessere, Enogastronomia, Marketing

Compriamo con gli occhi

E’ la vista che ci condiziona negli alimenti, ancor più del gusto

Acquistiamo quasi sempre ciò che ci ha “affascinato”. Le nostre scelte per ciò che mangiamo sono legate ai nostri acquisti , e questi li facciamo per il modo in cui un alimento o un ingrediente riesce a “convincerci”, sin dalla confezione. Sono gli occhi a guidarci fino al tavolo da pranzo, sono loro che condizionano ciò che mettiamo nel carrello. La percezione che il prodotto che stiamo guardando, potrebbe essere eccellente per i nostri piatti, passa da come lo percepiamo. Compriamo con gli occhi

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Packaging, logo, colore, materiali

L’importanza del packaging, del colore, delle scritte, del logo, della esposizione ci porta ad appoggiare lo sguardo su ciò che sa attrarci ed affascinarci. Questa capacità del prodotto di “parlarci” non è sempre veritiera. L’emozione inconscia che suscita in noi ci fa deviare anche quelli che sono gli altri aspetti importanti, come ingredienti, sostenibilità, qualità, filiera produttiva, valori, fino a farci acquistare prodotti che sono relativamente lontani dal nostro senso etico o dai nostri criteri.

Neuromarketing ci studia

La branca del neuromarketing studia da tempo il tipo di percezione che cattura la nostra attenzione. Comprendere quali sono i meccanismi che ci fanno propendere per quel certo prodotto, quel certo colore, quella qualità del packaging, i materiali stessi del packaging, aiuta le aziende a diventare più attraenti. Come consumatori, crediamo di essere perfettamente in possesso di tutta la gestione della scelta quando acquistiamo. Ma non è sempre così.

Qualche acquisto quando rientriamo a casa non ci soddisfa

A volte, di ritorno dalle nostre giornate di shopping, ci accorgiamo di aver acquistato cose che, forse, non erano esattamente ciò che ci sarebbe servito. Mettiamo in dubbio le nostre capacità di scelta, e ci chiediamo come mai quel prodotto adesso sia nella nostra dispensa, anche se avremmo potuto scegliere altro. Quale sortilegio ci ha fatto portare a casa quello e non altro.

Compriamo con gli occhi

L’eyetracking svela cosa guardiamo e per quanto

Per svelare questo processo di scelta “condizionata” sono stati utilizzati dei software di eyetracking (misuratori dello sguardo). Un sistema che individua dove si posa il nostro sguardo, per quanto tempo lo fa, con quale intensità e come indaghiamo sui dettagli della confezione. I risultati dei test hanno evidenziato come ad attrarre sono stati nell’ordine colore, marchio, logo, qualità e sostenibilità connessa al materiale del packaging. il risultato finale è che i prodotti più osservati, erano quelli che erano stati anche i più acquistati.

L’aspetto estetico è l’elemento su cui lavorare

L’aspetto estetico diventa preponderante, l’occhio vuole decisamente la sua parte in fase di scelta d’acquisto. Il mix che porta a formulare un certo packaging è quello che determinerà la nostra scelta davanti ad uno scaffale affollato di prodotti. Ciò che saprà colpirci finirà nel carrello, anche se non sarà la migliore delle opzioni possibili. L’attenzione si sposta sugli elementi che sanno attrarre il nostro pensiero rispetto ai prodotti. Se soddisfano il nostro livello di sostenibilità, il processo decisionale si attiva verso quel prodotto.

Un elemento negativo farà fuggire il cliente

Se un elemento colpirà in modo negativo le nostre percezioni, influenzerà le nostre scelte. Per questo soprattutto nelle aziende alimentari, ciò che accade a livello grafico e a livello di materiali è fondamentale. Tutto deve essere curato e pensato per attrarre saldamente lo sguardo del consumatore, e non deve respingerlo. Se un prodotto è bello, ben confezionato e sa differenziarsi tra gli altri ha maggiori possibilità di affermarsi, ovviamente. Anche a discapito, in alcuni casi, della reale qualità del contenuto.

Su quale leva agire per diventare attraenti

Tener conto dei processi decisionali del consumatori nel momento cruciale dell’acquisto, determina quale leva vogliamo usare per renderci attrattivi. Il packaging diventa la scelta cruciale su cui lavorare, per comunicare nel modo migliore e riuscire a catturare lo sguardo di chi acquista. Comunicare qualità, sostenibilità e valori sin dal primo contatto, ed invitare gli occhi dei consumatori a sostare per approfondire quanti di questi valori soddisfa, è la ricetta vincente. Compriamo con gli occhi

Compriamo con gli occhi

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Abitare, Benessere, Enogastronomia

Bicchieri di carta dannosi per l’ambiente 

Sono altrettanto pericolosi quanto quelli realizzati in plastica 

Dobbiamo sfatare il mito della sostenibilità dei bicchieri di carta, quelli tanto cari alle caffetterie, per la facilità dell’asporto. E’ il rivestimento interno dei bicchieri di carta, che li rende impermeabili, ad essere dannoso quanto la plastica stessa. Il rivestimento senza il quale i bicchieri non potrebbero garantire la tenuta, è necessario ,ma ma va in controtendenza rispetto allo scopo di evitare di inquinare. Bicchieri di carta dannosi per lambiente

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Bicchieri da asporto per caffè e altre bevande

I peggiori risultati si ottengono dai bicchieri per il caffè o il cappuccino, dotati del loro relativo coperchio in materiale plastico o polistirolo. I bicchieri da asporto non svolgono la loro funzione correttamente, ma sarebbe impensabile tornare al vetro o al coccio, se non grazie al servizio, graditissimo, di qualche cameriere che si presta alla consegna a domicilio o ufficio

La plastica cambia il sapore

La plastica altera il sapore del contenuto, specie se è caldo, I bicchierini in espanso sono altrettanto, se non ancor più, inquinanti. La soluzione corretta sarebbe di assumere le bevande calde direttamente al bar in tazze di ceramica o biscotto, o in vetro. Non è sempre possibile, ma è bene svelare che la supposta sostenibilità della carta non esiste. O almeno non al 100%.

Bicchieri di carta dannosi per l’ambiente 

Una ricerca sul campo

Per controllare l’eventuale tossicità dei contenitori di carta, una ricerca svolta dall’Università svedese di Göteborg, ha esaminato le reazioni di alcune larve di insetti e ditteri. I bicchierini usa e getta sia di carta che di plastica sono stati messi a confronto nelle stesse condizioni ambientali. Lasciati in aree umide o in acqua hanno permesso di controllare la reazione delle larve che crescevano al loro interno.

Una crescita irregolare

Ogni tipo di contenitore, plastico, cartaceo o poliuretano ha impedito una crescita regolare delle larve. Le femmine non sono quasi mai riuscite a svilupparsi completamente per arrivare alla fase riproduttiva. L’esperimento è stato svolto con diversi tipi di liquidi, da acqua fresca residui di percolato o acque torbide. I risultati sono stati confermati in tutte e tre le variabili.

Meglio non disperderli nell’ambiente

Disperderli nell’ambiente è pericoloso per la salute, e l’impatto è negativo per molti esseri viventi. Anche i coperchietti di polistirolo hanno dato gli stessi esiti. Gli effetti negativi si sono confermati anche nel corso del tempo, non solo nella prima settimana. Anzi col proseguire delle settimane la tossicità s’è evidenziata in modo ancor più palese. I bicchieri di carta è necessario che vengano smaltiti con attenzione negli appositi contenitori per la carta, in modo da evitare che si innalzi il livello di tossicità nell’ambiente. E’ una buona pratica, etica e sostenibile, che tutti possiamo fare.Bicchieri di carta dannosi per lambiente

Bicchieri di carta dannosi per l’ambiente 

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Carne non carne coltivata stampata o sintetica

Tanta confusione in questo periodo sull’argomento delle carni che non provengono da allevamenti.

Sono tre le definizioni da prendere in considerazione, carne sintetica è il termine usato dal governo per spaventare un po’ i consumatori. Ma non è corretta, quella che viene e verrà proposta in futuro non è sintetica ma coltivata. Anche la carne stampata che riproduce in tridimensionalità alcuni tagli di carne non è sintetica ma ricomposta. Carne non carne coltivata stampata o sintetica

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Una inutile competizione

Il timore di governo e allevatori è che si accenda una competizione tra la carne allevata e quella prodotta in coltivazione. Sono due cose diverse e non potranno mai sostituire completamente quella a cui siamo abituati da qualche milione di anni. 

Per un futuro consapevole e non sprecone

Però è un prodotto molto interessante che consente di pensare ad un futuro meno “sprecone. La riduzione degli allevamenti comporta risparmi notevoli in termine di energia, spazio, inteso come terreni occupati dagli armenti od occupata da colture per alimentarli, acqua, antibiotici e altri elementi chimici per mantenere sane le bestie coinvolte.

Non esiste un pianeta B, meglio pensare ad una soluzione B

Già questo è un argomento che dovrebbe scardinare ogni altra considerazione. In un pianeta sempre più abitato, con difficoltà a sfamare tutti, avere una opzione B, che è più sana e che inquina meno dovrebbe far gridare “Evviva”.

Carne non carne coltivata stampata o sintetica

Alto valore proteico

La carne coltivata ha un alto valore proteico e consente di creare in cucina in modo differente. La bistecca resterà carne da allevamento, ma ci sono centinaia di tagli in grado di essere sostituiti dalle carni provenienti da coltivazioni. lLa repulsione verso gli insetti spinge a trovare soluzioni più gradite ai consumatori.

Prodotta da cellule animali

La carne coltivata è prodotta da cellule animali prelevate con una semplice inoffensiva biopsia. Vengono messe in una coltura di proteine quasi sempre vegetali che replicano le cellule all’infinito, senza rischi di contaminazioni e senza utilizzare antibiotici o altri farmaci. Per gli esteti che vogliono a tutti costi la tridimensionalità di una fiorentina esistono le stampanti 3D che riescono ad assemblare le carni coltivate copiando la texture della carne da allevamento.

Fantasia in cucina

La carne coltivata potrà essere cucinata in molti modi liberando la fantasia degli chef. Probabilmente verranno sviluppate ricette apposite che si muoveranno in senso contrario. Ovvero si portano realizzare solo con carni coltivate, Quello che appare immediato che sarà possibile aprire nuovi panorami degustativi.

Carne non carne coltivata stampata o sintetica

Proteine su misure adatte alla nostra dieta

Le proteine in questo modo saranno ritagliate su misura sulle esigenze dei consumatori, creando nuovi sistemi e paradigmi dietetici. Da tenere in grande considerazione anche l’aspetto salutare, le carni coltivate, infatti, non sono infarcite di ormoni, e sono sane fino all’ultimo pezzetto. Non scatenano nemmeno quel senso di colpevolezza per aver costretto a morte l’innocente animale

Potrebbe far rivedere la cultura vegana

Potrebbe essere una svolta anche per l’alimentazione vegana che vede la carne come un nemico acerrimo proprio per le sofferenze a cui sono sottoposti gli animali negli allevamenti. Avere proteine accessibili ma senza passare dalla loro uccisione potrebbe spostare le loro opinioni sull’alimentazione. O al contrario potremmo tutti diventare più vegani-onnivori (come indicano le tendenze del prossimo decennio) con prodotti che non dipendono da atti cruenti. La carne sintetica potrebbe diventare il nuovo seitan e il nuovo tofu.

Occasione da non perdere

Il mercato non è ancora pronto ma negare in partenza la possibilità di produrre proteine a buon costo risparmiando terreno, acqua, farmaci ed inquinando meno sembra stolto. La domanda arriverà, inutile negarlo, la conservazione dello status quo dimostra scarsa visione del futuro e l’Italia con la sua fama di paese all’avanguardia nel campo del cibo non merita di restare al palo. Carne non carne coltivata stampata o sintetica

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Trimestre antinflazione un flop?

I risultati non sembrano molto incoraggianti

Il paniere di prodotti con prezzi calmierati non sembra soddisfare la clientela italiana, mancano alcuni prodotti indispensabili, mentre altri sono presenti negli stessi scaffali a prezzi ancora migliori. Altroconsumo ha fatto ricerche in molti supermercati ed ha riscontrato incongruenze. Trimestre antinflazione un flop?

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Un effetto molto blando

Il trimestre antinflazione salutato come un evento che avrebbe aiutato le famiglie a risparmiare, non ha favorito il risparmio in modo rilevante rispetto al precedente trimestre. I prezzi dei prodotti inseriti nel carrello tricolore, sono molto spesso a marchio della catena del supermercato, quelli su cui era più semplice intervenire con prezzi calmierati

Prezzi inferiori nello stesso scaffale

Ma molti di quei prodotti non rientrano tra i prezzi inferiori, nello stesso scaffale è possibile trovare prodotti della stessa fascia ma a prezzo inferiore. Mancano inoltre molti prodotti assolutamente necessari per l’economia alimentare. Ad esempio mancano tutti i freschi, frutta, verdura, carne, pesce ed il condimento preferito dagli italiani l’olio d’oliva. Assente anche l’offerta per le acque minerali.

Non compensa l’inflazione in modo sufficiente

Dal confronto con il periodo precedente all’entrata in corso della convenzione denominata carrello tricolore, i prezzi sono rimasti quasi stabili, ma non diminuiti abbastanza per compensare l’inflazione. In alcuni casi sono pure aumentati in un range tra l’1 e il 3%. Misure insufficienti per garantire un effettivo risparmio per i consumatori.

Trimestre antinflazione un flop?

I supermercati hanno ridotto le loro usuali offerte

L’effetto antinflattivo non c’è stato o è di entità irrilevante, nonostante le roboanti dichiarazioni del governo. Al momento la diminuzione delle altre offerte dei supermercati ha ridimensionato tutta l’operazione. Il vantato e strombazzato effetto non si è verificato. I consumatori hanno espresso perplessità, le offerte del carrello non vengono pubblicizzate e molti prodotti previsti non sono presenti.

Monitoraggio fino a pine trimestre

Altroconsumo  intende proseguire nel monitoraggio fino a fine trimestre per ottenere conferme della reale funzionalità della campagna, nata per difendere i consumatori. L’inizio non depone bene, c’è ancora molto lavoro da fare per rendere più leggero l’impatto economico delle famiglie. La lotta all’inflazione avrebbe bisogno di interventi più incisivi.

I supermercati e le catene che sono state prese a riferimento per l’osservatorio di Altroconsumo sono: Conad, Eurospin, Esselunga, Il Gigante, Lidl, Panorama, Penny Market, Supercoop/Ipercoop. Trimestre antinflazione un flop?

Trimestre antinflazione un flop?

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Giornata Nazionale dell’Agricoltura

Una nuova festa nazionale

Una nuova festa dedicata a chi vive l’agricoltura in modo continuativo facendone uno strumento de benessere economico ambientale e sociale, è stata istituita nella seconda domenica di novembre, e quest’anno cade il 12. Giornata Nazionale dell’Agricoltura

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Ingredienti essenziali per la nostra cucina

La cucina italiana è rinomata in tutto il mondo, e deve molto del suo appeal agli ingredienti genuini che la compongono. Anche gli alimenti più semplici che vengono considerati commodities sono curati alla perfezione dagli agricoltori italiani e contribuiscono a questo successo.

Patatoes Forever! Patate sempre!

La campagna europea Potatoes Forever! vuole proprio a sottolineare tutta la sapienza agricola dei coltivatori italiani. L’obiettivo è informare i consumatori sulla qualità della produzione nazionale di patate. Un ingrediente utilissimo in molti piatti, che fa parte della nostra cultura culinaria

Vecchio e nuovo si integrano

Le buone antiche pratiche agricole, supportate dalle nuove conoscenze, tengono conto sia dei sapori di questi fantastici tuberi, che della loro sostenibilità. Mantengono intatte le conoscenze centenarie dei produttori e li aiutano, inoltre, a svolgere un lavoro di protezione dei territori. Gli agricoltori col loro lavoro diventando veri custodi dell’ambiente.

Giornata Nazionale dell’Agricoltura

Biodiversità, uso accorto dell’acqua e fitofarmaci

La biodiversità dei prodotti, l’utilizzo coscienzioso dell’acqua, evitandone sprechi e le contaminazioni con fitofarmaci, sono alla base di questa cultura. Il mantenimento degli elementi paesaggistici, la cura del terreno per evitare l’erosione da agenti atmosferici, sono i principi base. A cui seguono il sostegno a fauna e flora, utili alla coltivazione delle patate, oltre alla riduzione del rischio da eccessi di prodotti fito-sanitari.

Irrigazione di qualità

L’impiego dell’acqua irrigua essenziale e la consultazione dei dati meteorologici, permette la riduzione dello spreco d’acqua. Gli impianti goccia a goccia o controllati da remoto, integrano il corretto consumo idrico e riducono le spese degli agricoltori.

Fertilizzanti ridotti all’indispensabile

Anche l’uso di fitofarmaci e fertilizzanti viene ridotto e certificato, per contribuire ad una maggiore salute, ed un più ampio livello di soddisfazione dei consumatori. Le riduzioni delle spese aziendali contribuiscono ad un sistema di commercio agricolo più redditizio, e contribuiscono alla sostenibilità dell’economia locale. Giornata Nazionale dell’Agricoltura

Giornata Nazionale dell’Agricoltura
Benessere, Eventi, Marketing

E’ il giorno dedicato ai single.

Una festa inventata in Cina che prende spunto dal numero 11. 

L’11 è il numero del doppio uno, ovvero di coloro che sono non accoppiati, ma preferiscono vivere singolarmente. Infatti, la giornata viene festeggiata l’11 novembre. In realtà è divenuta una festa basata sul consumismo più sfrenato. Un’altra occasione per spendere tanto, dopo la vituperata Halloween ed l’altrettanto bistrattato Black Friday, è una caccia costante agli acquisti scontati. E’ il giorno dedicato ai single

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Piattaforme e-commerce molto attive

Le piattaforme cinesi offrono sconti che vanno dal 10 al 30% per invogliare a comprare. Sono l’elettronica e l’abbigliamento ad usufruire maggiormente del giorno dei solitari, ma ormai ogni tipo di merce viene scontata per incrementare le vendite. Il giro di miliardi di yuan che circolano in questa ricorrenza è astronomico.

San Faustino spodestato

In Italia il single day viene festeggiato usualmente il 15 Febbraio, in occasione di San Faustino, il giorno dopo San Valentino e le sue stucchevoli raffigurazioni piene di cuoricini e promesse d’amore. Non sono ancora molti i negozi che utilizzano l’occasione del single day, ma le piattaforme di e-commerce si sono accodate in ogni paese.

E’ il giorno dedicato ai single.

Un terzo della popolazione

I single italiani sono un terzo della popolazione, il 33,2%, ed hanno sorpassato dai recenti rapporti Istat le coppie con figli. Sono tantissimi e il marketing li insegue, perché in buona parte sono alto spendenti. Sono molti i prodotti che vengono incontro alle loro esigenze con confezioni minime, che inoltre, evitano lo spreco

Nata in Cina 30 anni fa

La festa è nata in Cina nel 1993 grazie a due studenti di Nanchino che hanno dato il via alle celebrazioni per chi preferisce vivere da single. Il matrimonio in Cina è un obiettivo molto importante, quasi una imposizione, ed è alla base della società con tutte le imposizioni che comporta. Quei due studenti hanno voluto porre un freno a questa abitudine di glorificare solo gli sposati o accoppiati, rivendicando il loro diritto di essere felici anche come single.

Importante quasi come il Capodanno

La festa è diventata molto rilevante crescendo in tutto il paese ed è attesa come il Capodanno cinese, il periodo in cui i cinesi vanno in ferie e raggiungono le loro famiglie. La prassi per onorare il giorno dei cuori solitari è che i singles si scambino doni, auguri e che escano a festeggiare nel modo che meglio gradiscano, intasando bar, ristoranti e karaoke.

Un vero business

Da festa quasi goliardica, è diventata un vero business e sono moltissimi coloro che aspettano l’11 per fare acquisti, sia in negozi reali che grazie all’e-commerce. Tutti i motori di ricerca a partire da Alibaba sono attrezzati in quel senso con offerte imperdibili, marchiati “Guanggun Jié” (single day in cinese). E’ il giorno dedicato ai single

E’ il giorno dedicato ai single.

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Abitare, Benessere

Una APP per capire i vostri gatti

I gatti hanno una grande capacità mimica e qualcuno cerca di capire a cosa corrisponde ognuna delle loro “facce”

Guardando i gatti si scoprono sempre novità. I loro musetti, da furbi, a compassati, ad agitati, regalano una varietà di espressioni  molto vasta. Alcuni zoologi li hanno studiati a lungo, ed hanno contato queste diverse mimiche del muso. Ne hanno catalogato almeno 300, che vanno dal movimento delle orecchie e dei baffi, alla dimensione della pupilla. Una APP per capire i vostri gatti

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Finta indifferenza cronica

Molti gatti sembrano fingere completa indifferenza a tutto ciò che li circonda. Non sono molto emotivi, tranne forse quando chiedono, magari con impeto o strusciamenti, cibo. In realtà pur non essendo manifesti come i cani, hanno anch’essi modi di esprimere le loro “opinioni”.

Baffi ed orecchie sono i loro strumenti

Usano il loro corpo in modo essenziale, spostano o fan vibrare i baffi, o inclinano un orecchio, la coda è forse il loro elemento più vistoso, ma meno interessante. Sono moltissime le espressioni che utilizzano, alcune troppo sottili per noi umani ma chiarissime per i loro amici felini.

Una APP per capire i vostri gatti

Filmati per oltre un anno

Per raccogliere tutti i dati necessari, una zoologa ha frequentato un sito particolarmente frequentato da felini ed ha filmato le loro posture  ed interazioni all’interno della colonia. I gatti presenti erano maschi e femmine e di tipo domestico. Dall’analisi di quei filmati sono state estrapolate le emozioni ed il linguaggio non verbale.

26 movimenti catalogati

La combinazione di 26 movimenti del muso ha portato al risultato di 300 diverse espressioni. La loro mimica è inferiore solo di una rispetto ai cani (27), mentre quella umana per fare un paragone, arriva a 44. A dominare erano le espressioni amichevoli, ma erano molte anche quelle aggressive, con quasi un 20% di espressioni ambigue.

Una APP per capire i vostri gatti

In sù in giù o di lato

Spingere le orecchie o i baffi in sù era accompagnato da momenti amichevoli o socializzanti. Abbassare o allargare gli orecchi era quasi sempre legato a situazioni ostili. In questi casi anche le pupille si stringevano e gli orecchi erano talvolta appiattiti. Informazioni utili per comprendere cosa sta per accadere tra colleghi” dotati di artigli.

Una APP per comprenderli e comunicare

Queste informazioni ora potrebbero dare vita ad una APP in grado di “leggere” e far comprendere cosa passa per le teste di “Fuffi” o “Missy”. Potrebbe essere utile anche per chi vuole adottare un nuovo micio, per capire se caratterialmente è compatibile col nuovo nucleo familiare. Per comprendere qualcosa di più dei nostri amici pelosi, che vada oltre al comando apri la scatoletta” o “aggiungi crocchi”, per comunicare in modo utile. Una APP per capire i vostri gatti

Una APP per capire i vostri gatti

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Abitare, Benessere, Enogastronomia

Robot camerieri in aiuto ai ristoratori

Si stanno diffondendo anche in Italia i robot che possono servire ai tavoli.

Può un robot sostituire il personale di servizio? Uno degli argomenti che ha mantenuto sempre un grande appeal negli ultimi mesi è quello della difficoltà a reperire mano d’opera. Uno dei settori che ha sofferto maggiormente di questa mancanza di “vocazioni”  è quello della ristorazione e del commercio. Orari che comprendono anche i weekend e quasi tutte le sere, scoraggiano i giovani dall’intraprendere quel tipo di attività. La loro vita sociale viene messa in crisi dalla disponibilità necessaria per completare i turni di lavoro. Robot camerieri in aiuto ai ristoratori

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Stipendi scarsi e ritmi elevati

A scoraggiare ancora di più, gli stipendi non sono favolosi, oltre la metà dei giovani italiani ritiene di ricevere stipendi troppo bassi. Inoltre le ore di impiego sono piuttosto impegnative,. Molti giovani si sono cimentati, ma i ritmi di lavoro hanno fatto mutare la loro opinione, e si sono dimessi. Dover rinunciare ai weekend e alle uscita con amici e amiche, ha condizionato le loro scelte. Pochi giovani vogliono rinunciare al piacere di restare a contatto con gli amici e gli amori, senza limitazioni d’orario.

Reddito di cittadinanza nonna spronato

La cancellazione di molti dei contributi erogati col reddito di cittadinanza, era stato salutato come l’evento che avrebbe spinto molte persone ad “accontentarsi” di un mestiere qualsiasi, pur di avere una retribuzione. La polemica sui giovani senza lavoro e “divanizzati”, è proseguita a lungo assumendo aspetti sgradevoli. Va detto che la tanto auspicata corsa a diventare cameriere o commesso, non c’è stata. Anche se sull’argomento sono intervenute molte figure, a perorare questa o quella causa, e a spronare a prendere in mano il proprio destino. Il problema del personale di servizio permane.

Robot camerieri in sostituzione

C’è chi ha cercato di scavalcare il problema con l’utilizzo di robot camerieri. Decisamente poco costosi (circa 15.000 euro+ IVA), non necessitano di molte cure e non richiedono retribuzione. In questo momento sono attivi incentivi fiscali per gli update tecnologici. I robot camerieri rientrano appieno in quella categoria. Un cameriere costa all’incirca lo stesso denaro per ogni anno di lavoro, quindi un robot si ripaga in una sola annata. Inoltre il cameriere robot non ha necessità di permessi, non si ammala, non accumula ferie e non ha mai recriminazioni.

Robot camerieri in aiuto ai ristoratori

Una attrazione per alcuni locali

Il robot cameriere, essendo una novità, è anche una attrazione per i locali che lo utilizzano. Riesce a svolgere semplici mansioni come un cameriere alle prime armi. Ha ovvi limiti, ma può portare a termine diverse commissioni. E’ molto amato dai bambini che lo trovano divertente. Non riesce a prendere comande complicate, non riconosce tutti i membri di una tavolata, ma riesce a riconoscere immediatamente i tavoli.

Vengono dalla Cina

I più utilizzati sinora, sono robot costruiti in Cina, nella città di Shenzen e pare che stiano veramente diventando popolari. Gli affidano tutte le commissioni di contorno, sa sparecchiare e apparecchiare, portare da bere, i dolci, o i piatti che non necessitano di particolari servizi. E’ dotato di un vassoio su cui vengono posati i piatti o le bevande da servire. Il suo punto di forza è servire le torte di compleanno accompagnandole con musichette e piccoli video, che appaiono nel suo monitor. 

Robot camerieri in aiuto ai ristoratori

Perdite di posti di lavoro

La diffusione di questi robot solleva particolare preoccupazione per la probabile perdita di posti di lavoro. Il personale potrebbe essere ridotto e sostituito dalle macchine. Anche se sembra impossibile che possa accadere in molti ristoranti, per la grande quantità di portate, e tutte le variabili che differenziano le ordinazioni di ogni cliente. 

Intervenire sugli stipendi

In Italia si prospetta la mancanza di 4 milioni di operatori nel prossimo triennio e sono proprio turismo e commercio i due settori più colpiti da questa difficoltà. La situazione va monitorata per comprendere appieno la portata del problema, e cercare soluzioni intelligenti. Ai giovani fanno paura l’inflazione, gli stipendi bassi, la sanità e l’immigrazione in ordine di percentuale. Intervenire sugli stipendi sembra la misura che può mettere un freno alla fuga di cervelli e braccia, verso l’estero. Robot camerieri in aiuto ai ristoratori

Robot camerieri in aiuto ai ristoratori

Credits: dadawan, foodaffairs, Atlanta news