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Le ciliegie non si raccolgono da sole

C’è un sacco di lavoro da fare prima di raccogliere i frutti

Alcuni mesi fa mia sorella se ne esce con: “quest’anno voglio fare la confettura con le ciliegie del campo“. L’ho guardata perplessa e risposto: “sai vero che le ciliegie non entrano nella cesta per miracolo. Sono anni che quel campo non viene curato, e le piante hanno bisogno di potatura, concime e trattamenti“. Lei mi ha guardata come se fossi un extraterrestre. Le ciliegie non si raccolgono da sole

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In effetti tutti noi pensiamo molto poco a cosa c’è dietro un prodotto, che sia un frutto, un alimento o un piatto. Lo sappiamo solo se ce ne occupiamo personalmente. E’ così per tutto, immaginiamo sempre che sia tutto facile e veloce, a meno che non siamo coinvolti nel lavoro. Solo allora capiamo davvero l’impegno e la complessità dietro a ogni cosa.

Dietro ad una ciliegia

Dietro a una ciliegia ci sono mesi e mesi di lavoro, ci sono anni di esperienza, ci sono tradizione e innovazione, anche una strategia di comunicazione ha molto dietro. Chi ha una azienda e vuole vendere (bene) il proprio prodotto, ha bisogno di comunicare chi è, cosa fa, cosa rende il suo prodotto appetibile e ci si focalizza subito sulla comunicazione. Esattamente come mia sorella che si voleva mettere sotto la pianta aspettando che le ciliegie saltassero nella cesta.

Occorre fare uno anzi due passi indietro.

Prima di comunicare me stesso devo sapere chi sono, che tipo di azienda sono, che tipo di gestione ho o vorrei, che tipo di prodotto faccio, che tipo di risultati voglio ottenere. É  quello che si chiama strategia aziendale, e spesso si ha bisogno di una visione esterna, una sorta di specchio che riflette la nostra immagine e ci fa capire come siamo.

Ma questo non è che l’inizio

Ma questo non è che l’inizio, ho il campo e le piante di ciliegio ma c’è ancora tanto lavoro da fare. É il momento di concentrarsi sull’azienda come marchio e trasformarlo in brand e di concentrarsi sul prodotto, sui prezzi, sulla rete di vendita. É quella che si chiama strategia di marketing, anche in questo caso l’aiuto esterno di professionisti è utile, se non indispensabile.

Ecco che, dopo aver potato, concimato, trattato possiamo raccogliere le nostre ciliegie e magari goderci la soddisfazione di venderle e di ricevere i complimenti per il gusto del nostro frutto. Solo in questo momento siamo pronti per la vera strategia di comunicazione. Adesso che abbiamo chiaro chi siamo, come e cosa facciamo, cosa e come vogliamo vendere, possiamo fare un piano di comunicazione coerente.  

le ciliegie non si raccolgono da sole

Quali strumenti utilizzare

Decidere quali e quanti strumenti utilizzare per farci conoscere e magari anche per vendere direttamente e possiamo anche spingerci oltre e raccontarci. Non solo per vendere meglio ma perché ognuno di noi ha voglia di raccontare quello che fa per passione, possiamo farlo da soli se abbiamo il tempo e le competenze o affidarci a professionisti.

Forse si ha la sensazione di perdere tempo nel fermarsi a ragionare sulla propria azienda, sul proprio prodotto, su cosa vogliamo comunicare e su cosa vogliamo ottenere. Viviamo nell’epoca del tutto e subito, facciamo molta fatica a scendere per un momento dal treno in corsa per rifare la mappa del nostro viaggio. Ma è fondamentale pensare alla strategia aziendale, alla strategia di marketing e al piano di comunicazione, proprio perché viviamo in un mondo complesso e veloce.

Se soltanto mia sorella

Se mia sorella si fosse fermata a pensare a cosa c’è dietro una ciliegia e avesse fatto tutto il necessario, adesso avrebbe una buona confettura fatta in casa. Se mia sorella avesse prenotato un’ora di consulenza gratuita cliccando su https://olabepartners.com/accresci-la-marginalita-con-be-foodie-olab adesso potremmo vendere una buona e gustosa confettura! Invece ha dovuto acquistarla al supermercato! Le ciliegie non si raccolgono da sole

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Una città tutta sottoterra.

In Australia esiste una città che si è sviluppata molto di più sotto che sopra.

Si chiama Cooper Pedy ed è la capitale degli opali. La cittadina è caratterizzata dai cumuli di arenaria rossa, che quasi tutti i suoi residenti scavano per trovare le pietre preziose. E’ un paesaggio davvero inusuale che ricorda scene apocalittiche, e che ha ispirato anche un celebre film. Mel Gilbson qui ha girato Mad Max assieme a Tina Turner. Una città tutta sottoterra.

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Un luogo arido

Una città dove tutto è arido e la temperatura dell’aria è spesso irrespirabile. Qui si sono riproposte le condizione della corsa all’oro, attirando molte persone che volevano svoltare la loro vita. Avventurieri senza scrupoli o con qualcosa da dimenticare e lasciarsi alle spalle. E’ una vita dura condizionata da un caldo eccessivo, scarsa vegetazione ed alcuni pericoli. Le temperature qui possono arrivare a 45 gradi all’ombra, sempre che la si trovi un’ombra.

Vivere sotto

Le persone scelgono di vivere sottoterra perché le temperature sono più costanti e decenti, escono raramente, solo per vendere i loro preziosi opali o fare rifornimenti. Molti di loro sono solitari e rudi sognatori, pronti ad abbandonare tutto se riusciranno a scavare qualche pietra particolarmente grossa e bella. La vita sociale è piuttosto ridotta qui.

Un modo di vivere selvaggio

Per vivere qui serve una mentalità un poco selvaggia, un modo di approcciare la vita in modo essenziale. Alcuni immaginano di essere entrati in completa clandestinità, vivendo qui. L’abitudine a vivere nel sottosuolo permea molte delle attività della cittadina. Anche il locale hotel si sviluppa in buona parte sotto al livello del terreno. Non è un luogo per mammolette, mettete assieme un poco di far west e vita nel bush, per farvi un’idea di come funzionano le cose. Se nei saloon dei western invitavano a lasciare le armi fuori, qui invitano a non portare nei luoghi pubblici gli esplosivi.

Una città tutta sottoterra

Non c’erano alberi

Fino a pochi anni fa non c’erano alberi in tutta Coober Pedy, ma recentemente è stato approvato un piano per far crescere un poco di verde. Ogni abitante è stato invitato a piantare semi nelle sue proprietà e a prendersene cura. Anche l’erba, nelle rare occasioni in cui ne vedrete un poco, rischia di essere finta o dipinta. Il locale campo di golf offre piccole aree coperte di moquette per i lanci iniziali. Tutto il campo da golf è in terra battuta, è il campo da golf meno verde del mondo.

Scoperta per caso

Un ragazzino scalciando a terra, trovò i primi opali oltre un secolo fa, e a quel ritrovamento fortuito si deve la nascita della città. Tra il 60 e il 70% della produzione mondiale di opali viene da questo paesino nel deserto australiano. Sono appena 3.500 gli abitanti della città, quasi tutti impegnati nella ricerca delle pietre. La grande maggioranza vive in grotte che hanno scavato dove le temperature restano costanti quasi tutto l’anno attorno ai 25 gradi. Sottoterra oltre all’hotel hanno trovato posto anche una chiesa, un museo e preziose pozze d’acqua a cui attingere.

Spazi silenziosi

Vivere sottoterra ha lo strano fascino del silenzio quasi assoluto. Qui non entrano nemmeno il canto degli uccellini e le risate dei kookaburra. Una tranquillità che si adatta bene a chi preferisce la solitudine. Gli appartamenti scavati nelle rocce, hanno forme inusuali che ricordano grosse ragnatele con un paio di locali più grandi e molti cunicoli che si diramano in ogni direzione. L’aria non entra e nemmeno la luce naturale. Qualcuno ha anche costruito una piccola piscina sotterranea per aumentare il proprio comfort. Se cercate un luogo dove sparire dalla faccia del mondo questo è il posto giusto. Una città tutta sottoterra.

Una città tutta sottoterra

Credits: Pixabay

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Convivere col gran caldo fino a 40°

Temperature “folli” e disastri meteorologici stanno svegliando anche i negazionismi.

Anche i dubbiosi e gli “agnostici” del cambiamento climatico cominciano a vacillare. Le temperature che si alzano ogni giorno e toccano nuovi record, arrivando e sorpassando i 40 fanno capire cosa accadrà. Se in alcuni paesi temperature simili sono normali e consuete ad ogni stagione estiva, in Europa questo non vale. Convivere col gran caldo fino a 40°

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Persone fragili

Vengono rinnovati i consigli alla cautela specie per le persone fragili, a non uscire, bere molto, ecc. Tutti consigli consueti ma ripetuti con una frequenza inusuale. Lo scorso anno le vittime per il caldo eccessivo sono state 18.000 in Italia, su un totale di 62.000 in tutta Europa. Un primato molto triste.

Vivere con tanto caldo

Quanti altri eventi meteorologici folli dovremo ancora incontrare prima di convincerci che questo diventerà il nostro rituale futuro. Estati roventi con fortunali simili agli uragani tropicali, che ci costringeranno a cambiare le nostre abitudini. Ci rintaneremo nei seminterrati o nel sottosuolo

Servizi interrati  

Ci sono realtà dove già per proteggersi tutta la vita sociale e non avviene al chiuso in luoghi refrigerati o condizionati. Siamo sicuri di voler vivere in questo modo rinunciando a stare all’aperto? Le grandi città con l’uso dissennato dei condizionatori diventano autentiche fornaci con sbalzi di 5-6 gradi rispetto alle aree extraurbane. Scapperemo dalle città?

Come ci vestiremo? 

Dovremo imparare ad utilizzare abbigliamenti che sappiano mediare dal caldo eccessivo esterno, alle folli refrigerazioni interne. Sarà l’apoteosi delle raucedini, dei mal di gola, delle bronchiti. Forse dovremmo investire in sciroppi per la gola sin d’ora. Anche i trasporti diventeranno opzioni su cui investire mota attenzione. Muoversi con la propria auto senza la certezza di un posto riparato o sotterraneo è quasi impensabile, salvo disidratarsi in tre minuti dall’apertura della portiera.

combattere il gran caldo

Mezzi pubblici refrigerati

Spostarsi coi mezzi pubblici se non conveniente raffreddati sarà problematico. Ma anche solo aspettare alla fermata dell’autobus i classici 10 minuti diventerà occasione per un colpo di calore. Da combattere con strumenti che possono essere ricaricati a pile o tramite usb. In ogni caso un altro consumo energetico, che già molto costoso in ogni caso, al di là dei problemi legati alla guerra russo-ucraina.

Combattere il calore esagerato con il cibo corretto.

Dovremo ridare sfarzo alla dieta mediterranea in cui vegetali, frutta e cereali sono alla base dell’alimentazione. Dovremo ridurre il consumo di cibi troppo processati, ridurre le carni rosse e dare più rilevanza ai pesci, anche quelli non celebrati. Ridurre gli insaccati, le cose troppo saporite e salate. Abbandonare i superalcolici e accontentarci di poco vino, eliminare anche i dolci e gli zuccheri, ove possibile.

Bilanciamento indispensabile

Il giusto bilanciamento della nostra dieta, ci aiuterà a sopportare il calore eccessivo e a mantenere una corretta alimentazione. Bere molto e spesso, evitando le bevande troppo ghiacciate, favorire sempre l’acqua rispetto alle bibite, anche se queste sono più “divertenti” al gusto, sono in realtà dannose per il nostro metabolismo interno ed intestinale.

Torneremo a vecchie usanze?

I nostri avi quando dovevano affrontare le giornate più estreme ricorrevano ad espedienti. Alcuni di loro potremmo riesumarli, perché a costo bassissimo e funzionali. Portare una foglia di cavolo sotto al cappello ad esempio, aiuta a mantenere il livello di umidità necessario per evitare di sentirsi mancare. Convivere col gran caldo fino a 40°

combattere il gran caldo
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Una lontra marina che ruba le tavole da surf 

Mark Woodward

La ladruncola sta creando irritazione ai funzionari della fauna selvatica in California che non riescono a catturarla

Carina, simpatica, giocherellona, ma pur sempre un predatore. I surfisti dovrebbero stare alla larga di questa lontra marina, per rispetto al suo habitat e per non rischiare di essere morsi. Proprio questo è ciò che angustia maggiormente gli zoologi marini. Se la lontra dovesse mordere qualcuno, loro sarebbero obbligati ad abbatterla. Una lontra marina che ruba le tavole da surf 

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841 un nome orrendo

Non ha un vero e proprio nome ma solo un numero identificativo la simpatica e intraprendente lontra marina che si avvicina ai surfisti al largo di Santa Cruz, in California. Le segnalazioni sono aumentate e da semplice caso sporadico, ora diventano motivo di preoccupazione. Di solito si limita a salire a bordo delle tavole da surf, in altri casi le ha mordicchiate. In alcuni casi è riuscita a rubarle e a farci un viaggetto sopra.

Turisti divertiti

Turisti e surfisti si divertono alle sue evoluzioni ma non la scacciano come raccomandano gli zoologi marini. E’ talmente simpatica che qualcuno sta al gioco, ma così la mettono a rischio. I selvatici non devono entrare in contatto con gli umani o modificano le loro usanze ed anche il modo in cui si cibano. Le lontre marine hanno rischiato l’estinzione, ed il loro numero non ha ancora raggiunto numeri soddisfacenti. L’intera area attorno a Santa Cruz sta diventando un luogo pericoloso, per surfisti, turisti e curiosi.

Molti si sono dati voce

Molti sono a conoscenza della presenza di 841 nell’area e la aspettano per vedere quali bricconate metterà in atto e per fotografarla. I social media hanno fatto lievitare la notizia ed i like sono aumentati tantissimo sin dalla prima immagine. Questo ha messo in allarme gli esperti della fauna selvatica che stanno cercando di catturarla. Sinora è riuscita a non farsi catturare ed hanno ottenuto l’effetto contrario. Invece di allarmare i turisti li hanno stimolati ancora di più ad entrare in contatto, almeno visivo.

lontra marina ruba tavole da surf courtesy Mark Woodward

Nata in cattività

La situazione di 841 è più complessa rispetto a quella degli altri selvatici. Lei è nata in cattività al Marine Wildlife Veterinary Care and Research Center di Santa Cruz, poi trasferita al Monterey Bay Aquarium. Lì è stata allevata con molte precauzioni, gli umani che la accudivano si nascondevano sotto abbigliamenti e maschere. Però queste cautele non devono essere funzionate se lei associa cose positive agli uomini.

Liberata ad un anno

Ad un anno di età è stata liberata e tutto sembrava essere filato bene finché non sono iniziate ad arrivare notizie di una lontra marina che si avvicinava agli umani, segno che i travestimenti non avevano funzionato. Le lontre hanno istintivamente paura degli uomini e sono molto rari i casi di contatti con canoe e nuotatori, tranne in occasione delle gravidanze  che alterano gli ormoni delle lontre. Sono dotate di dentature molto potenti e se dovessero attaccare, anche solo per timore, un umano potrebbero ferirlo seriamente o staccargli le dita.

Cacciate per le pellicce

Le lontre marine erano cacciate per la bellezza delle loro pellicce. Erano praticamente estinte dopo essere state catturate per oltre due secoli, da cacciatori specializzati. Al momento si stima che siano circa 3.000 gli esemplari che vivono al largo della California, un numero ancora troppo esiguo per considerarle in salvo. Sono molto carine da vedere ed hanno musi simpatici ma non bisogna farsi ingannare dall’apparenza. Sono e restano dei predatori molto potenti con denti affilatissimi. Una lontra marina che ruba le tavole da surf 

Credits: Mark Woodward

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Appartamento solo per vegani

Abitereste nella stessa casa di un vegano oltranzista?

A New York potreste ricevere una richiesta insolita se decidete di affittare un certo appartamento. Dovrete assolutamente astenervi dal cucinare carne o pesce, salvo l’invalidamento del contratto. Una evidente violazione dei diritti personali, ma a qualcuno potrebbe anche andare bene. Appartamento solo per vegani

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Da 16 anni

La norma esiste da 16 anni e gli affittuari si sono sempre adeguati alle strane richieste. Il proprietario di casa vive nello stesso edificio,  è un vegano molto convinto e non accetta che vengano prepararti piatti a base di alimenti di origine animale. L’uomo non tollera che vengano preparati derivati animali nella sua proprietà e relativi odori-profumi. Non sopporta che l’eventuale odore di cibi cucinati circoli o stazioni nel palazzo. Un altro inquilino afferma che la ventilazione è buona ma non eccellente e gli odori rischiano di ristagnare a lungo offendendo le narici del padrone di casa.

Annuncio postato e ritirato

L’annuncio pubblicato in un apposito sito per affittare appartamenti è stato poi rimosso. Il proprietario specifica che gli affittuari non devono essere vegani ad ogni costo. Ma devono evitare di cucinare i prodotti di origine animale, nello specifico carni e pesci. I residenti precedenti non si lamentavano del disagio poiché preferivano acquistare cibo da asporto.

Un contratto che pone un quesito

La richiesta decisamente curiosa, ha fatto il giro del mondo e molti si chiedono se accetterebbero quel tipo di contratto. Forse in una città dinamica come New York dove i servizi di cucina e delivery sono attivi H24 potrebbe essere possibile accettare l’imposizione. Forse in altri luoghi quell’appartamento rischierebbe di restare sfitto a lungo. Appartamento solo per vegani

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Salta il governo per i pomodori

I Pomodori mandano in crisi l’India. L’oro rosso è quasi scomparso dalle tavole rovinando l’agricoltura del paese

Il cambiamento climatico rovina il lavoro di milioni di agricoltori e fa loro rischiare la bancarotta. Le piogge eccessive a cui sono seguite ondate di calore, hanno fatto marcire le piante di pomodoro e fatto salire i prezzi del 300% fino al 400%. Se in India la prima frase che vi sentite rivolgere non è “Namasté” o non riguarda il tempo, ma il prezzo dei pomodori, vuol dire che la crisi è enorme. Salta il governo per i pomodori

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Ristorazione e privati a secco.

Tutta la catena alimentare, la ristorazione, i fast food, ma anche i privati sono in crisi. Solo le persone agiate possono permettersi di acquistare i pomodori, e queste solanacee sono alla base della cucina indiana. La carenza dell’ingrediente principale di molti piatti, è stata causata da due concomitanti  pessime condizioni climatiche, troppe piogge e la crescita di funghi parassiti. I funghi hanno fatto marcire le bacche prima ancora che fossero pronte per essere raccolte e hanno reso i pomodori immangiabili.

Una crisi senza uscita

Le piogge monsoniche che di solito segnano anche la fine del periodo produttivo del pomodoro sono attese come molto ingenti ed in grado di accorciare anche la speranza di avere almeno un raccolto tardivo. I prezzi potrebbero salire ancora e i pomodori diventare costosi come gioielli. In molti ristoranti sono apparsi cartelli che avvisano che le preparazioni che prevedono pomodori tra gli ingredienti, sono state eliminate o sostituite da altri sapori.

Cresce la domanda

Cresce la domanda, e come sempre chi può ne approfitta per incrementare i propri business, lucrando sulla scarsità. La speranza è di poter di nuovo integrare l’oro rosso nei menù, ma i timori che i cambiamenti climatici complichino le cose sono molto elevati. A piogge intense, si alternano ondate di calore che seccano le foglie delle piante velocemente. Le piante s’indeboliscono e vengono attaccate dai funghi in un ciclo che si ripete e impedisce raccolti decenti.

Salta il governo per i pomodori

Funghicidi costosi

Gli agricoltori hanno sottoposto a molti cicli di trattamenti le piante, e sono riusciti a fermare i funghi solo dopo aver perso le prime raccolte, solitamente le più cospicue. I raccolti sono stati ridotti di oltre il 50%, con costi altissimi per i prodotti chimici spruzzati. Le aziende più piccole sono in ginocchio ed in grave crisi debitoria. Rischiano di fallire e scomparire. Per eccesso di sfortuna, nella stagione primaverile, i pomodori erano venduti a prezzi così bassi che molti coltivatori evitavano di raccoglierli, o li gettavano in strada in segno di protesta.

A giugno la richiesta è salita

A giugno la carenza ha fatto lievitare i prezzi, ma gli agricoltori non avevano più nulla da vendere. Ovviamente i prezzi sono continuati a salire ed hanno coinvolti molti altri vegetali “necessari” alle ricette della cucina indiana, come peperoncino, cipolle e zenzero. Anch’essi hanno subito danni dalle pessime condizioni climatiche ma inferiori rispetto ai pomodori. Se fossero mancate anche le cipolle sarebbe scattata la rivolta.

Governo traballante

La crisi alimentare rischia di coinvolgere anche le forze politiche. Il malcontento sta lievitando, la rabbia contro l’impotenza del governo è molto grave, anche perché la crisi sembra che non potrà arrivare a soluzione prima di tre mesi. Un tempo relativamente breve, ma ci sono oltre un miliardo di cittadini da sfamare ogni giorno e la fame fa ribollire stomaci, vene e cervelli. Il pomodoro potrebbe rivelarsi molto infausto, per un governo che non trova rimedi alle richieste della piazza. Salta il governo per i pomodori

Salta il governo per i pomodori

Credits: Pixabay

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Splooting un nuovo termine dovuto al caldo

É difficile da tradurre ma potremmo provare con spappolamento o spaparanzamento

Tutto è cominciato in rete con le foto di uno scoiatolo steso su un marciapiede con le quattro zampe aperte e la coda stesa, alla ricerca di un po’ di fresco. Le immagini hanno fatto presa e molti hanno pubblicato altre foto e video sia di scoiattoli che di altri animali. La stagione calda ha reso le condizioni difficili ed obbligato gli animali a trovare soluzioni utili per sopravvivere. Splooting un nuovo termine dovuto al caldo

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Un caldo esagerato

Recentemente un’ondata di calore ha colpito gli stati del sud degli Stati Uniti, perciò è diventato comune osservare animali domestici o selvatici alla ricerca di frescura. Tutti avrete notato che i vostri gatti o cani vanno alla ricerca dei punti più freschi della casa. Si sdraiano sulle mattonelle che disperdono meglio il calore e gli permette di disperdere il calore che hanno immagazzinato.

Anche i selvatici

Anche i selvatici hanno le stesse esigenze, ma non essendo ammessi negli ambienti rinfrescati o ventilati interni, utilizzano ciò che trovano. Un marciapiede di cemento all’ombra, ad esempio, funziona benissimo in quel senso. La prima settimana di luglio ha raggiunto temperature superiori ai 38° C. ed il 3 e il 4 luglio sono stati dichiarati i due giorni più caldi da quando le temperature vengono annotate.

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Effetto comico

lo Splooting ha un certo effetto comico, vedere animali che estendono i loro arti e si stendono sul terreno, tirando fuori la lingua, ha un effetto cartone animato. Ma è una soluzione per sopravvivere, perché ci sono limiti alla capacità di espellere il sudore e creare le condizioni perché evapori. Molti animali non hanno ghiandole sudoripare e quelli con folto pelame, soffrono ancor di più, come nel caso degli scoiattoli.

Un fenomeno non recente

In realtà lo splooting esiste da sempre, ma ora che tutti sono dotati di smartphone è più semplice scattare foto o fare brevi video. Il senso di emulazione ha fatto il resto sui social media più diffusi. Ma le temperature globali sono in aumento e lo sdraiarsi al suolo in posizioni “innaturali” potrebbe non bastare più. Se l’umidità relativa in un luogo non consente di far evaporare il sudore, il calore non verrà dissipato.

Spappolati come se non ci fosse nessuno a guardarti

Parafrasando un celebre adagio che cita “balla come se non ci fosse nessuno a guardarti” gli etologi hanno elaborato una frase dedicata agli animali. Consigliano di evitare di disturbare gli animali che cercano di rinfrescarsi ma magari di contribuire alla loro salute. Questo si può fare semplicemente mettendo a loro disposizione acqua fresca e pulita. Il modo migliore per farli rinfrescare ed abbreviare lo spaparanzamento. Splooting un nuovo termine dovuto al caldo

Texas Park and Wildlife Department

Credits: Pixabay & Texas Park and Widlife Department

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Le orche se la prendono con gli yacht


Si sta estendendo il fenomeno che spaventa i ricchi possessori di natanti

Le orche attaccano le barche, gli yacht e i vascelli che navigano nell’area dell’Oceano Atlantico vicino alle colonne d’Ercole. Il fenomeno ha già fatto affondare alcune imbarcazioni. Le orche attaccano le barche con l’intenzione di danneggiarle, rovesciarle, affondarle e distruggerle. Non si comprende da dove questo evento abbia preso inizio. Però gli attacchi ora si stanno diffondendo in altre aree marine. Le orche se la prendono con gli yacht

Nel Mare del Nord

Un marinaio olandese è stato attaccato nel Mare del Nord, diretto alla Scozia e alle Shetland. Stava pescando sgombri e nulla faceva pensare a qualche avvenimento eccezionale. L’orca si è avvicinata alla sua barca e l’ha colpita alla poppa. Poi l’ha colpita nuovamente più volte ed il pescatore s’è molto spaventato temendo di venire affondato. Fortunatamente tutto è finito bene, ma la notizia ha fatto il giro del mondo.

Una tecnica ben studiata

L’orca colpiva parti fondamentali dello scafo. Sembrava aver compreso quali erano i punti deboli del natante. Forse era solo un gioco, ma le testate e i morsi erano potenti, non sembrava esattamente un attacco per divertirsi. Il pescatore fortunatamente è potuto rientrare e raccontare la sua storia e questo ha fatto scattare molte domande ai biologi marini.

Perché un attacco così lontano.

L’area in cui si erano verificati gli “incidenti” con altre orche era quella atlantico-iberica, almeno a 2.000 miglia di distanza da questo evento. Possono le orche comunicare a simili distanze? O è in corso una ribellione di tutte le orche, decisa a tavolino (sempre ammesso che le orche abbiano un tavolo attorno a cui confrontarsi). Domande che non hanno risposte. Le balene hanno la possibilità di comunicare a moltissime miglia di distanza, ma le orche non sembravano possedere questa abilità.

Biologi spagnoli in allerta.

I biologi che studiano il fenomeno nell’area iberica cercano di trovare una soluzione. Vogliono marchiare le orche più aggressive con una sorta di etichetta elettronica che fornisca la loro posizione. In questo modo possono essere segnalate le loro presenze ai navigatori in transito. Non sarà semplice realizzarlo e forse aizzerà ancora di più le orche più riottose. Se il messaggio verrà diffuso anche in questo caso, molte altre orche potrebbero essere messe in allarme.

Le orche se la prendono con gli yacht

Gli attacchi forse scatenati da una femmina

C’è chi ritiene che alla base di queste “testate distruttive” alle barche, ci sia un incidente accaduto ad un’orca femmina. “White Gladis” questo il suo nome, pare che sia stata colpita da uno scafo e abbia “giurato” di vendicarsi. Potrebbe essere lei ad aver aizzato le sue compagne. Sono già 500 gli incidenti confermati negli ultimi due anni. In tre casi gli attacchi hanno avuto esiti fatali per le barche che erano così danneggiate da non poter essere salvate e sono affondate. Sono mammiferi molto intelligenti e sono abili a trovare i punti più delicati, attaccano spesso i timoni rendendo le barche non governabili. In un caso hanno continuato a dare colpi alla barca, inseguendola finché non è rientrata in porto.

Paura per le regate

Nell’area sud della penisola iberica ci sono spesso regate internazionali di grande rilevanza. Nell’ultima Ocean Race, una competizione velica che fa il giro del mondo è avvenuto uno scontro con le orche. Finché la barca filava a piena velocità hanno continuato ad attaccare, solo quando l’equipaggio ha ammainato tutte le vele, l’attacco è cessato. L’equipaggio era in fibrillazione, il pericolo era incombente, ma fortunatamente nessuno ha rischiato la vita. Le orche se la prendono con gli yacht.

Le orche se la prendono con gli yacht

Credits: Pixabay

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Scoperti altri microbi mangia plastica

Ci sono batteri e funghi che riescono a distruggere le plastiche

Alcuni microbi, batteri e funghi hanno la capacità di aggredire e ridurre l’impatto delle plastiche. Riescono a farlo anche a temperature basse riducendo anche l’incidenza dei consumi energetici. Metodi che se applicati su larga scala potrebbero dare risultati importanti per ridurre l’inquinamento. Le plastiche sono ormai ovunque e le microplastiche sono nei nostri alimenti ed anche nel latte umano. Il problema è ancor più evidente ora che le spiagge si rianimano e dalla sabbia spuntano molti reperti plastici. Scoperti altri microbi mangia plastica

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Meno Plastica

L’unica vera e definitiva soluzione sarebbe ridurre la produzione di plastica in tutto il mondo. Un discorso molto difficile da far comprendere, ad una industria che dipende ancora troppo dai materiali provenienti dagli idrocarburi. Se non possiamo convincere le aziende a non produrne più, possiamo tentare di fare un’azione che dissolva il presente.

Dalle Alpi alle Svalbard

I batteri ed i funghi che possono digerire le materie plastiche sono stati scoperti sulle Alpi e nelle Isole Svalbard. Non sarebbe niente di eccezionale a parte il fatto che riescono a svolgere le loro funzioni a freddo. Un processo molto diverso da quelli utilizzati sinora dove il calore è parte importante del procedimento.Solo una piccola parte delle plastiche prodotte sinora è stato riciclato, anche a causa dei costi per la trasformazione e lo smaltimento.

Riciclare non basta

I rituali metodi di riciclaggio non eliminano il problema, si limitano ad allontanarlo ed implicano l’uso di altra energia per lavarla, e trasformarla in altri prodotti. Il materiale che si ottiene dal riciclo spesso è di qualità inferiore rispetto al materiale di partenza. Il riciclo inoltre non consente, come nel vetro, un riciclo costante, la perdita di qualità ad ogni passaggio, porterà la plastica ad essere stoccata nelle discariche.

Digestione a freddo

Questi batteri scoperti in Groenlandia e sulle Alpi riescono a digerire le plastiche a temperature molto più basse. Riescono a farlo già a 10 gradi rispetto agli almeno 35 gradi necessari negli impianti attuali. Un enorme risparmio in termini energetici. Riescono ad aggredire molti tipi di plastiche ma non il polietilene, forse la più diffusa tra le plastiche. I ricercatori stanno concentrando la loro attenzione sulla scoperta di quali sono gli enzimi che vengono attivati, e quali sono i meccanismi che vengono utilizzati. Buon lavoro. Scoperti altri microbi mangia plastica

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In Francia vietati i voli brevi.

Una scelta che fa discutere ma che potrebbe essere copiata 

Sono decisamente poche le tratte ad essere interessate a questo divieto, perché sono legate ad alcune condizioni. Le tratte che non superano le 2,5 ore di volo possono essere soppresse, ma solo se ci sono corse in treno che possano sostituirle. I treni devono avere orari regolari ed essere presenti nelle ore che possono interessare il grande pubblico. Servirà un ulteriore rafforzamento dei percorsi su strada ferrata per migliorare il servizio. In Francia vietati i voli brevi

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Un territorio che aiuta

A parte una limitata zona alpina ed i Pirenei, la Francia ha un territorio pianeggiante o di piccole colline, adatto a sviluppare bene una rete ferroviaria veloce. I leggendari TGV già coprono una larghissima parte del territorio. Facile fare un rapido confronto con la situazione italiana. Territorio molto più montuoso e rete ferroviaria claudicante, specie al sud. Inoltre la situazione delle isole maggiori non depone favorevolmente in quel senso. Le 13 ore necessarie per andare da Trapani e Ragusa spiegano bene come siano improponibili al momento  le soppressioni dei voli brevi.

Scopo principale ridurre l’inquinamento

I voli aerei inquinano moltissimo e contribuiscono al cambiamento climatico. Ridurre la loro frequenza nelle linee di raccordo può aiutare a decarbonizzare e sarebbe un invito a cambiare stile di vita. L’iniziativa verrà testata per tre anni. Se ci saranno i vantaggi supposti il divieto continuerà. Molte delle linee interne europee potrebbero raccogliere l’invito ed adeguarsi. Sono molte le percorrenze che potrebbero essere coperte dai treni veloci, sconvolgendo il modo abituale di viaggiare di molti cittadini.

In Francia vietati i voli brevi

Velocità superiore

I treni ad alta velocità possono rivelarsi meno costosi in termini d’inquinamento e consumi di energie fossili. Inoltre spesso i tempi sono ridotti rispetto ai voli per i quali occorre presentarsi in anticipo agli aeroporti, fare check-in, prendere posto, volare, ritirare l’eventuale bagaglio e raggiungere il centro città. Il treno offre la possibilità di arrivare direttamente nel cuore delle città

Critiche per le poche tratte coinvolte

Al momento le tratte coinvolte sono quelle che collegano Parigi a tre grandi centri Nantes, Bordeaux e Lione. Sono circa 5.000 voli su un ammontare di quasi 200.000 che solcano i cieli di Francia. Ma questo è solo l’inizio, il governo francese intendere estendere il divieto quando le condizioni di maggiore frequenza dei treno verranno soddisfatte.

Impensabile che sia definitivo

L’invito a cambiare stile di viaggio e di vita non può essere definitivo. Ma è una buona indicazione di come potrebbe migliorare il servizio e soprattutto come potrebbe migliorare la qualità della vita dei cittadini. Anche se l’impatto a livello di decarbonizzazione sarà minimo, compie un’azione simbolica che riduce l’impatto delle emissioni. Una nuova cultura del viaggio è il tema da sviluppare e speriamo che l’Europa sappia fare tesoro di questo esempio e lo applichi ovunque. In Francia vietati i voli brevi

In Francia vietati i voli brevi

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