Da un lato ci sono coloro che vogliono salvare il pianeta e lo fanno in modo etico, mentre dall’altro ci sono coloro che vogliono il guadagno immediato e se ne fregano del futuro del pianeta.
Forte malia ha fatto una scelta di campo, e si è schierata con chi ha a cuore il futuro, dando voce a tutto ciò che è eticamente corretto e denunciando ciò che danneggia.
Parliamo di proposte, innovazione, ricerca, divertimento, design, bellezza e lifestyle etici. Necessari per il nostro futuro, contro chi mette a rischio la possibilità di averlo, un futuro.
Siamo passati dagli UFO (the flying saucers) ai wc volanti. Invece di preoccuparci se troveremo un bagno che soddisfi le nostre necessità idrauliche ed igieniche, ora dovremo solo coordinarci per dove ricevere il servizio. Una società mette a disposizione dei bagni-drone che possono raggiungerci in quasi ogni luogo. Basterà trovare un opportuno spazio dove farli atterrare. Cessi volanti
Vengono offerti tre tipi di servizi con relative tariffe. Economica, confortevole e business, per saper sempre dove poter espletare le proprie funzioni fisiche. Un drone a 6 braccia trasporta una cabina wc e la colloca dove ne abbiamo più bisogno. Le immagini che accompagnano il drone lo illustrano come trasparente su due lati. Immaginiamo che i vetri vengano oscurati nel momento opportuno per mantenere la privacy. Ma potrebbero essere la degna cabina per gli esibizionisti più motivati
Possibile prenotarlo
È possibile prenotare il wc volante come fosse un taxy e farlo arrivare nel luogo corretto. Ovviamente l’azienda non risponde per gli eventuali ritardi che potrebbero compromettere l’espletazione in tempi utili. Si consiglia durante l’attesa di incrociare le gambe. Un altro aspetto che ancora non è stato chiarito, è se è possibile usufruire dalla tazza mentre il drone è in volo. Potrebbe rivelarsi interessante constatare se è possibile vendicarsi dei piccioni che prendono di mira le nostre teste e le nostre auto
Immagine creata da I.A.
Ovviamente si tratta di un fake, di un’immagine creata da Intelligenza Artificiale, ma che ha suscitato molta curiosità. Gli utenti di Facebook e Twitter si sono scatenati in ogni tipo di supposizione. Qualcuno con ironia altri abboccando completamente alla bufala. Cessi volanti
Sono meno fedeli ai punti vendita, ai brand e cercano le offerte
I consumatori italiani cercano di fare fronte al diminuito potere d’acquisto, con scelte più calibrate. Eliminati o ridotti gli acquisti superflui, maggiore attenzione alle offerte a tempo limitato e a tutti i benefit che possono far ottenere sconti. I timori di una inflazione che possa rivelarsi galoppante sono rilevanti. L’attenzione ai rincari e alle strategie di marketing (shrinking) ha mantenuto alto l’interesse verso i prodotti che hanno mantenuto una linea di prezzo costante. Gli Italiani spendono meno e meglio
Tutto ciò che è scontato attrae, mantenere il carrello pieno ed ancora qualche euro nel portafoglio o nella credit card è l’interesse primario. Non tutti riescono a comprare tutto ciò che desiderano e scegliere bene è diventato un vero esercizio di economia applicata. L’economia domestica, derisa per decenni, torna a diventare un tema di cui dibattere.. Eliminati gli extra e controllate le offerte, l’altra leva più utilizzata sono i programmi fedeltà. Consentono scontistiche supplementari affidandosi a prodotti di private label (a marchio della catena).
Saggezza nello spendere
Si compra ciò che è indispensabile, soprattutto per bambini e anziani, mentre gli adulti fanno alcune rinunce. Per formaggi e salumi, ove possibile si ricorre alle private label, gli alcolici hanno subito i tagli più consistenti. Una diminuzione preoccupante riguarda frutta e verdure, articoli necessari per una buona salute e una dieta corretta. I recenti guai climatici con le alluvioni in Emilia-Romagna, aree di grandi produzioni orticole e frutticole, aggiungono preoccupazioni per ulteriori rincari.
Stesso supermercato ma
Gli italiani mantengono la fedeltà alle strutture commerciali abituali. Frequentano le stesse catene di supermercati, ma cambiano gli articoli acquistati. C’è uno spostamento verso le gamme di prodotto medio o basso. Tutto in funzione di un risparmio abbastanza consistente da permettere di riempire il famoso carrello. Il rapporto qualità/prezzo è tenuto sempre in maggior conto e si programma meglio.
Anche in cucina
Anche in cucina le cose stanno cambiando. Le insistenti campagne per l’utilizzo di tutte le risorse e l’uso degli avanzi, anche grazie a ricette apposite, stanno funzionando. Anche nei prossimi mesi gli italiani continueranno a mantenere alta quest’attenzione ai prezzi. Cambiano le abitudini anche rispetto ai marchi e brand, meno rispettati e riveriti. I prodotti di fascia simili ma con minore prezzo sono diventati molto attraenti.
Gruppi d’acquisto e mercati contadini
Chi può si rivolge ai mercato rionali e contadini, direttamente dal produttore al consumatore. Saltando tutta la filiera intermedia ed i costi di imballaggi e trasporti. Anche i gruppi d’acquisto che consentono sconti consistenti e supportano il lavoro degli agricoltori, godono di buona salute. A rilevare maggiormente gli aumenti dei costi sono le donne, in percentuale quasi doppia rispetto agli uomini, forse meno accurati nel fare gli acquisti. Gli Italiani spendono meno e meglio
Un dato sorprendente trai i desideri meno noti c’è quello di avere un figlio agricoltore
Siamo fuggiti tutti dalla campagna attratti dalla città. Cosmopolita e tentacolare o solo produttiva. Lavorare solo 5 giorni a settimana, certezza salariale, orari ristretti, weekend libero e ferie pagate. Sembrava l’Eden, la realizzazione di un sogno, poi è arrivato il disincanto. Le città non si sono dimostrate così friendly, pulite e ben organizzate. Un poco di rimpianto per quanto si è lasciato, ha cominciato a farsi strada. Una vita più semplice, ma probabilmente più sincera. Un figlio agricoltore è un sogno?
Qualcuno ha gettato uno sguardo alle proprie spalle, a ciò che aveva lasciato con un sospiro pieno di rimpianti. Coltivare una presa in giardino con 2 piante di pomodoro e basilico non è bastato a lenire il senso di aver abbandonato tutto troppo in fretta. Ora più di un italiano su tre sogna un futuro da contadino per i propri figli. Un dato che sembra in controtendenza, ma che è frutto delle nuove tecnologie che consentono un’agricoltura moderna e meno spacca-schiena.
Ritorno alla terra
L’agro alimentare con la sua rimarcata importanza ha fatto incrementare questa voglia di ritorno alla terra. Ma mentre i genitori cominciano ad essere troppo anziani per ricominciare, i figli possono inserirsi in un mercato del lavoro sempre più importante. La scolarizzazione ha fatto innalzare il livello d’istruzione e la capacità di maneggiare strumentazioniche alleggeriscono il lavoro nei campi. Ora vangare, zappare e seminare è decisamente più semplice.
Cibo sugli scudi
Il cibo è decisamente protagonista e chi lo riesce a produrre è sicuramente un attore con un futuro positivo. I terreni incolti, a volte offerti a condizioni favorevolissime, purché vengano lavorati, hanno creato nuove opportunità. Chi è scappato dal paesello ed ha ancora la proprietà di un appezzamento, pensa che rimetterlo in funzione sia il metodo migliore per garantire futuro ai propri figli. Sono molte le piccole nuove aziende che hanno ridato vita a campi trascurati.
Produrre in proprio
Coltivare, allevare, produrre e trasformare in proprio, vendere direttamente al pubblico, hanno trasformato un modo di lavorare bistrattato, in una opportunità. La qualità della vita dei nuovi agricoltori è in deciso aumento, ed offre una chance professionale. Il grande successo degli agri-turismi spinge in quella direzione, anche le fattorie didattiche consentono un modo alternativo di vivere la campagna.
Paesaggio e territorio
I neo agricoltori hanno il gradito compito di conservare il paesaggio e il territorio, grazie ad un’agricoltura sostenibile e biologica. Il settore biodinamico è sempre più importante, e non è da trascurare il discorso legato alle bioenergie, e alla capacità di produrre energie per sostenere, a costi vicino allo zero, delle proprie aziende. Grazie ai contributi statali ed europei, le nuove aziende agricole possono attingere a fonti economiche, che ai propri genitori erano negati.
Tutto il settore del verde
Tutto il settore legato al verde, alla cura dell’esistente e della progressiva piantumazione e manutenzione di piante, ha necessità di addetti preparati alla bisogna. Un ambito dove è possibile reintegrare persone in difficoltà, ed appoggiare politiche sociali. La conservazione della biodiversità, è essa stessa una branchia che ha una valenza legata alla sostenibilità, con un valore incommensurabile. Salvare e proteggere specie a rischio, consente di mantenere intatta la tradizione produttiva italiana, specie ora che è all’ordine del giorno.
Calcolano circa un milione di posti
Chi si è appassionato al tema, ha calcolato che potrebbero venire creati molti posti di lavoro, con questo ritorno ai campi. Forse anche un milione. In questo i fondi del PNRR potrebbero rivelarsi fondamentali. L’innovazione in chiave verde, può avvenire grazie alla formazione scientifica, che consente di condurre i fondi in modo innovativo e preciso. I metodi d’irrigazione, che fanno risparmiare acqua in tempi di gravi minacce siccitose, aiutano a migliorare i raccolti. La transizione ecologica diventa una chiave da utilizzare per aziende di successo.
Nuove idee
I giovani portano nuove idee, portano entusiasmo ed utopie, che improvvisamente diventano realizzabili. Il futuro nell’agro-alimentare, che è sempre più rispettato e richiesto, permette di pensare ad un avvenire roseo, per chi vuole applicarsi nel settore. I genitori immaginano, ed i figli realizzano il sogno, di ritornare ad un mondo più agricolo e meno urbano. Ripartire da un mondo più attento al verde, è già un importante punto di partenza. Un figlio agricoltore è un sogno?
Si parla da molto tempo dei consumi energetici in agricoltura che stanno diventando troppo influenti sui costi di produzione. Inoltre l’attenzione ai consumi dei combustibili fossili ha posto l’interrogativo di quali soluzioni trovare per ridurli. L’inquinamento dovuto agli eccessi di anidride carbonica è un aspetto non secondario della ricerca che porta alle macchine elettriche. Trattori elettrici in arrivo
La rivoluzione green si fa sempre più imponente anche in campo agricolo. Gli agricoltori vogliono dismettere i grandi motori diesel che da sempre caratterizzano i veicoli agricoli e vogliono che siano sostenibili e facciano diminuire le spese. Molti dei trattori e macchine che sono state proposte agli operatori sul campo consentono di risparmiare anche forza lavoro perché non necessitano di nessuno alla guida. Riducono l’impronta carbonica, e l’inquinamento anche acustico, i motori elettrici sono molto silenziosi rispetto ai diesel.
Sono già tante le proposte
Le proposte che sono arrivate sul mercato sono già tante. Promettono e sono silenziosi, non hanno alcuna emissione e sono sviluppate in chiave robotica per agevolare i compiti degli agricoltori. La speranza è che consentano di applicare una migliore qualità produttiva e creare la redditività che consenta alle aziende anche di piccole dimensioni di sopravvivere degnamente.
Autonomi
Trattori autonomi che svolgono il lavoro senza bisogno di essere guidati costantemente. Sull’onda del successo delle auto elettriche, più consistente nel nord America rispetto all’Europa, anche i trattori elettrici stanno prendendo piede. Le batterie con cariche sempre maggiori permettono di pensare a strumenti di lavoro competitivi rispetto ai motori a scoppio. L’attuale durata della carica è di 14 ore, in un ciclo normale di lavoro, e per la ricarica servono solo 6 ore. La vita media delle batterie è calcolata in oltre 20 anni di utilizzo.
Batterie aumentabili
Se servono sforzi imponenti in alcune operazioni, è possibile aggiungere batterie supplementari per mantenere sempre alta la potenza della macchina. Sono dotati di telecamere sensoriali e sono digitalizzate. Basta impostare il lavoro sul computer di bordo e la trattrice elettrica esegue. Può effettuare le operazioni di routine come irrorare, falciare, erpicare, trasportare, diserbare, ecc. in autonomia.
Liberare energie
Il settore soffre di un invecchiamento degli operatori che hanno bisogno di dosare le forze. Sono anche una risposta alla difficoltà di reperire manodopera e al ricambio generazionale. Un agricoltore potrebbe coordinare e controllare molte attività, che vengono svolte contemporaneamente, in diversi campi della sua proprietà. La supervisione avviene attraverso un monitor collegato alle telecamere montate sulle macchine trattrici. Inoltre anche alcune delle condizioni atmosferiche potrebbero essere ignorate se a lavorare nei campi va un robot.
I trattori elettrici sono dotati di illuminazione propria e possono effettuare anche lavori di notte. La produttività può crescere mentre le spese possono diminuire e rendere più profittevoli le coltivazioni. I prezzi sono ancora un problema ma, almeno negli USA, alcuni stati concedono sconti e agevolazioni che riportano i nuovi mezzi ai costi dei diesel.
Come li chiameranno
Le aziende produttrici non vogliono entrare in competizione coi tradizionali diesel e vorrebbero trovare un modo diverso per denominarli. Non sono veri trattori le dimensioni sono ridotte rispetto ai mostri da 5.000 cavalli. Chiamarli mini-trattori robotici li fa sembrare dei giocattoli. Servirà qualcosa di diverso e con maggiore appeal, ma intanto esistono e saranno in grado di sostituire le vecchie flotte inquinanti. I costruttori puntano su una grande versatilità e con la possibilità di adattare ogni mezzo alle esigenze dell’agricoltore o del suo terreno. Trattori elettrici in arrivo
Sono tantissimi i volatili che si schiantano contro gli edifici
Sono sempre state le stelle e la luna a guidare le migrazioni e i voli notturni degli uccelli. La luce delle stelle però viene “coperta” dalle luci artificiali che noi umani utilizziamo a profusione. I migratori, già stanchi per le lunghe ore di volo, vengono abbacinate dalla troppa luminosità e perdono riferimenti. Finiscono per schiantarsi su case palazzi soprattutto se con pareti in vetro che possono sembrare trasparenti. Spegnere le luci potrebbe salvare milioni di uccelli
Mantenere un buon grado di oscurità è l’unico metodo per impedire queste ecatombi. Per evitare di avere altri pennuti sulla coscienza, dovremmo attenuare la luminosità che è ormai convenzionale. Se vi siete mai soffermati a guardare quelle belle mappe luminose prese dallo spazio, avrete constatato quanto intensa è l’illuminazione di molte aree. Se si escludono le zone montane tutto il nostro territorio è una grande chiazza gialla.
Bioritmi sconvolti
La luce ha mutato anche il modo in cui gli animali ed anche gli umani hanno utilizzato i bioritmi legati all’alternanza luce-buio. Con le luci artificiali, il limite che separa le due fasi si è fatto labile. Una finta sera che non è più graduale verso il buio, ma che prosegue per tutta la durata della notte. Molte di queste luci non sarebbero necessarie e spesso sono rivolte anche verso l’alto, confondendo le idee dei volatili. Riverberate dai vetri dei palazzi e delle abitazioni, sconvolgono le conoscenze ataviche dei migratori che perdono punti di riferimento.
Moltissimi incidenti al mattino
È quando le sicurezze dei volatili vengono a mancare e che accadono molte collisioni. Molte migrazioni si svolgono di notte, quando le temperature sono più fresche ed è più agevole volare senza predatori. Le stelle se la notte è serena, sono facili da seguire ma nel momento in cui albeggia, le stelle scompaiono e le luci delle città diventano attrattive. L’improvviso cambiamento dei riferimenti causa lo stordimento dei volatili e li fa schiantare sui palazzi. Ogni mattina centinaia di uccelli vengono raccolti sui marciapiedi dove hanno terminato il loro viaggio. Vengono calcolate perdite per circa un miliardo di uccelli ogni anno.
Invece di riposare
Quando arriva il momento che dovrebbe essere dedicato al riposo, a rifocillarsi prima di ripartire per la tappa seguente, succedono i guai. Gli uccelli già stanchi e distratti, dopo tante ore di volo, sono attratti dalle luci e compromettono per sempre il loro viaggio. Sono tanti, troppi, i tonfi che si sentono contro i muri e le vetrate cittadine. Ci sono gruppi di volontari che all’alba vanno ad ispezionare i marciapiedi cittadini, nella speranza di rintracciare uccelli che siano solo feriti o intontiti. Purtroppo sono rarissimi i migranti che possono essere salvati, mentre sono moltissimi i deceduti.
Lights Out
Un’iniziativa chiamata Lights Out cerca di sensibilizzare le amministrazioni comunali ed i privati invitandoli a spegnere o ridurre tutte le luci che non sono necessarie. L’impatto ecologico è enorme, col semplice oscuramento delle luci non indispensabili, si possono evitare moltissime collisioni. La campagna oltre a sollecitare l’abbassamento delle luci fornisce anche delle mappe relative alle migrazioni. Conoscendo in anticipo i periodi di sorvolo, possono attivare una particolare cura per evitare d’illuminare inutilmente i palazzi.
Sensibilizzazione anche dei costruttori
Tutti i costruttori di palazzi nuovi o restaurati, sono invitati ad utilizzare vetri adatti a non disorientare gli uccelli. L’inquinamento luminoso in questo modo viene ridotto ai minimi e le migrazioni possono proseguire senza vittime. Coinvolgere chiunque usufruisce delle luci artificiali diventa il modo corretto per continuare a godere della gioia del canto degli uccelli e sognare di poterli imitare nelle loro evoluzioni nel cielo. Spegnere le luci potrebbe salvare milioni di uccelli
Un cefalopode ha inchiostrato tutto l’acquario mentre dormiva
Un polipo che vive in una vasca in un laboratorio è stato ripreso mentre dormiva. Il suo comportamento anomalo ha suscitato l’attenzione degli studiosi. Estendeva il volume del proprio corpo, mutava rapidamente colore, come se fosse sotto attacco. Il polipo viveva in Brasile ed aveva avuto incontri poco simpatici con un’altra creatura. Lo scontro era finito molto male e Costello, questo è il nome del polpo, ci aveva rimesso due tentacoli e mezzo. Accolto e monitorato in un acquario per essere studiato, ha dato parecchio da pensare ai biologi marini. Anche i polpi sognano ed hanno incubi
I movimenti scomposti del polipo sono stati evidenziati dalla presenza nel suo acquario di molto inchiostro. Le acque erano diventate torbide come se ci fosse stata una lotta, ma Costello vive con pochi pesci di piccola taglia, che non potrebbero mai attaccarlo. Questo ha fatto immaginare che abbia avuto incubi notturni, in cui fuggiva da un nemico aggressivo. Probabilmente un ricordo di quanto accaduto mentre era ospite della barriera corallina e che gli aveva compromesso l’esistenza.
Videocamere notturne
Dopo aver riesaminato le registrazioni delle videocamere notturne i ricercatori hanno notato che la cosa si era ripetuta altre volte. Le posture di Costello erano le stesse di quando veniva attaccato nelle sue avventure diurne. Gonfiava il corpo per simulare di essere ancora più grande e mutava rapidamente i colori della pelle per nascondersi sul fondale.
Brutti sogni
Non ci sono conoscenze scientifiche in proposito ma i ricercatori sono portati a pensare che si sia trattato di brutti sogni, di incubi. Dopo aver inchiostrato tutta la vasca è ritornato a dormire e al risveglio s’è comportato normalmente, come se si fosse trattato di un episodio superato. Non ci sono altre esperienze simili segnalate in campo scientifico, perciò i ricercatori hanno chiesto a tutti i loro colleghi che lavorano con i polpi di controllare i loro ospiti.
Un episodio?
Potrebbe essere stato un episodio (ripetuto più volte) di un solo esemplare, ma potrebbe essere anche un’attività cerebrale comune a tutti i cefalopodi. Misurare fisicamente le attività cerebrali di un polipo è impossibile, non ha una forma fisica definita che consenta di installare elettrodi in grado di segnalare le sue attività. L’unica soluzione è l’osservazione dei comportamenti dei polpi negli acquari che li ospitano. Repentini cambi di colore notturni erano stati segnalati, ma nessuno sinora aveva avuto manifestazioni così “violente” da arrivare a spandere inchiostro.
Deceduto
Costello è stato colpito da una infezione intestinale ed è deceduto. Non sarà più possibile osservarlo. Possiamo solo immaginare che anche altri polpi sognino, magari con le stesse costruzioni sceniche degli umani e con lo stesso coinvolgimento. In ogni caso fate bei sogni. Anche i polpi sognano ed hanno incubi
Emerge la teoria che il virus che causò il Covid-19 si diffuse per le contaminazioni tra umani ed animali
Contrariamente a quanto molti pensano, la contaminazione cha ha portato all’epidemia di Covid-19, non sarebbe causata da una fuga da un laboratorio. Non ci sono ancora elementi sufficienti per sostenerlo. Pare invece che la migrazione del virus sia avvenuta tramite contatti con animali infetti. Sinora erano stati accusati i pangolini e i pipistrelli, ma forse non sono loro i responsabili. I dati raccolti recentemente parlano di infezione avvenuta tramite i cani procione. Covid arrivato dai cani procione?
Anch’essi erano presenti al mercato di Wuhan, il luogo dove tutto ha avuto inizio. I campioni prelevati dal mercato all’ingrosso di prodotti ittici di Huanan, in Cina, contenevano sia il virus SARS-CoV-2 che materiale genetico di cani procione. Non è ancora una prova vera, ma offre uno scenario diverso rispetto a quello sinora studiato. La loro presenza non basta ad una identificazione certa, ma il fatto che fossero presenti un’area molto ristretta fa sorgere più di un dubbio.
Procioni infetti
Affermare in modo definitivo che i cani procioni infetti sono alla base dell’epidemia è azzardato. Necessita approfondimenti. Ora il report verrà analizzato dagli scienziati della OMS per valutarne fondatezza e veridicità. Quello che possiamo dire sin d’ora è che la possibilità del passaggio del virus da animali a uomini è molto più concreto. Una probabilità assai gradita agli scienziati e alle autorità cinesi, messi sotto pressione come possibili “untori”. Tutti i dati raccolti dei DNA degli animali presenti al mercato di Wuhan sono già stati condivisi con gli altri scienziati impegnati nella ricerca.
Altre possibilità
Dopo aver scartato molte altre possibilità gli analisti sono arrivati ad escludere molte variabili, quella dei cani procioni sembra la più plausibile. Forse l’unica che abbia ancora senso studiare. Ovviamente molti altri ricercatori sollevano dubbi sulla qualità di questo lavoro e attendono che la OMS si esprima. I dati non sembrano esaustivi, e il timore è che gli studiosi cinesi cerchino di allontanare ogni tipo di ombra sul loro operato.
Lentezza nel condividere
Pero la Cina non ha mostrato l’apertura che un simile evento imponeva. Non tutte le informazioni sono arrivate immediatamente e rese disponibili alla comunità scientifica, che continua a mantenere forti dubbi. Il gigante cinese ha dapprima cercato di nascondere e confondere e questo ha creato molta cattiva stampa e molto senso di inappagamento in chi stava lottando per bloccare il SARS. Il dubbio che qualcosa di meglio e più rapido potesse essere fatto permane. Covid arrivato dai cani procione?
Un museo di Amsterdam propone un modo innovativo di amare l’arte
Siete fan di Rembrandt e vorreste possedere una sua opera? Nulla di più facile, basta prenotarsi per una visita al “Poor Man’s Rembrandt Project“, per poter avere la possibilità di un tatuaggio davvero speciale. Saranno 4 i tatuatori a disposizione per realizzare sulla vostra pelle un tatuaggio ispirato alle opere del celebre pittore olandese. Un tatuaggio di Rembrandt
Appesa s’è diffusa la notizia c’è stata una corsa a prenotarsi. Per una settimana uno studio di tatuatori si trasferirà all’interno del museo, ma le prenotazioni sono talmente tante che il rischio è di non poter accedere. I disegni tra cui scegliere sono celebri ritratti o soggetti presenti nelle opere di Rembrandt. Sono eseguiti con la tecnica della “punta secca” un metodo caro all’artista che incideva direttamente sulle lastre di stampa con un ago. Lo stesso metodo con cui gli aghi dei tatuatori inseriscono l’inchiostro nella cute.
Voglia di rinnovamento
I curatori del museo vogliono tentare un’azione di avvicinamento ai più giovani con questo escamotage. Vogliono raggiungere un nuovo pubblico e fidelizzarlo. I tatuaggi che sono così alla moda tra i più giovani, possono veicolare anche le opere d’arte e diventare uno stimolo a conoscere ancor meglio l’artista in oggetto. Il costo è molto limitato, tra i 100 e i 250 euro, a seconda della complessità del disegno. È possibile avere anche solo l’autografo di Rembrandt o il logo del museo.
Il vero studio
Il museo è negli spazi che furono la vera casa-atelier-studio dell’artista e questo rende il luogo in qualche modo speciale e d’ispirazione. Il passaggio delle opere dalle mura del museo alla pelle dei visitatori è un esempio di come l’arte possa essere veicolata in modo differente. Chi ama i tatuaggi li colleziona sul proprio corpo, proprio come si fa con le opere d’arte. Ma le opere di Rembrandt sono poche e molto costose, è più semplice averne alcune sottopelle.
Tatuatori fan
I quattro tatuatori sono grandi fan del pittore e della sua tecnica pittorica ed incisoria. La sua capacità con pochi tratti di dare personalità ai soggetti è ritenuta unica. Per questo, hanno accettato la proposta del museo, di trasferirsi dal loro studio per lavorare. L’atmosfera stessa della casa probabilmente aiuterà ad entrare in contatto con l’autore e renderà i tatuaggi veri capolavori. Un tatuaggio di Rembrandt
Un problema etico importante, nessun limite alla rintracciabilità personale?
Dopo le innumerevoli polemiche relative alle strutture per il riconoscimento facciale, arriva un’altra notizia inquietante. Anche il nostro DNA può essere rintracciato e riconosciuto dalle microscopiche tracce che rilasciamo in aria e acqua. Saliva, sudore o la semplice desquamazione della nostra cute sono mezzi che possono essere utilizzati a discapito della nostra privacy. DNA raccolto in acqua e aria
Un gruppo di etologi che stava studiando malattie di alcuni animali in difficoltà, ha scoperto che era semplice raccogliere dati relativi a queste specie, nel loro habitat. Hanno potuto riconoscere le problematiche legate alla loro salute, le loro mutazioni genetiche, la provenienza ed altre informazioni. Il progetto ha una valenza molto positiva, studiare la fauna senza entrare direttamente a contatto invadendo il loro territorio e le loro abitudini.
Eticamente discutibile
Però ha sollevato un importante problema etico. Se questo metodo fosse applicato anche agli umani, sarebbe possibile evitare che la loro privacy fosse violata? Hanno svolto una ricerca in acque marine, in acque di fiumi e spiagge sabbiose. In tutte le rilevazioni hanno trovato DNA umano e lo hanno potuto utilizzare per scansionarlo e trovare informazioni. Molte, troppe informazioni, comprese quelle sanitarie, le più intime e riservate.
Troppe informazioni a disposizione
Un dato ha spaventato i ricercatori, aver individuato tra quei DNA, una malattia che potrebbe rivelarsi letale. Una informazione che potrebbe salvare la vita a chi ne venisse in possesso dell’interessato, ma anche una notizia troppo privata per essere diffusa. La massa di notizie si è rivelata molto più ampia di quanto immaginato, ed ha suscitato timori di un uso improprio. Ed è proprio questo il limite. Fin dove possiamo spingere la nostra ansia di conoscenza, anche scientifica, a scapito della sicurezza personale.
Tracciato DNA anche solo nell’aria
L’esperimento è stato ripetuto più volte, in aree diverse. In un caso i dati sono stati raggiunti semplicemente scansionando l’aria di una clinica per tartarughe. Anche in quel caso è stato possibile rintracciare tracce di DNA, che sono state raccolte anche se erano solo nell’aria. L’esperimento, ripetuto anche in Europa, sulle sponde di un torrente irlandese, ha dato gli stessi esiti. Le tracce sono state rinvenute per tutta la lunghezza del fiumiciattolo, tranne nel tratto della sorgente. Solamente su un isolotto disabitato non sono state trovati segmenti di DNA sufficienti per le rilevazioni.
Materiale troppo delicato
I dati ottenuti sono materiale delicato che qualcuno potrebbe utilizzare in modo disdicevole. Conoscere in anticipo le possibilità che una persona possa sviluppare malattie e disabilità è un grave condizionamento nel mondo del lavoro. Potrebbe causare una selezione preventiva, contraria a qualsiasi principio etico e morale. Sperare che nessuno agisca in quel senso, forse è troppo da ingenui. Ci sono tutti i motivi per essere preoccupati.
Cinesi all’avanguardia nel controllo
In Cina sono già state svolte ricerche genetiche sulle minoranze etniche e religiose come Uiguri e Tibetani. Per noi europei sarebbero già delle pesanti violazioni dei diritti civili. Ma in Cina non si fanno scrupoli e stanno cercando, del resto, di imporre il loro sistema di controllo facciale in tutto il mondo. Serve una moralizzazione che impedisca una ennesima invasione della privacy, ma questo è delegato alla politica. DNA raccolto in acqua e aria
Omofobia definisce l’intolleranza, l’odio e la paura nei confronti delle persone non eterosessuali. Il suffisso fobia indica il limite personale e i timori nell’affrontare una situazione, ed è spesso causato da un pregiudizio. Nessuno nasce omo-bi-trans-fobo, è l’ambiente culturale o familiare a costruire queste difficoltà che sfociano in disagio, paura, disgusto, rabbia e che possono portare a reazioni violente. Omofobia Bifobia Transfobia
Molto dipende dal tipo di educazione, dalla vicinanza alla Chiesa e dal luogo in cui si cresce. L’ingerenza determinante della cultura cattolica “impone” parametri sessuali che influenzano anche la politica e rendono difficile raggiungere gli stessi diritti. La difficoltà per approvare il decreto Zan, ne è una prova tangibile. La morale cattolica è volta all’accoglienza ma solo se gli omosessuali, i bi e trans rinnegano la loro personalità e gusti sessuali. Posizioni insostenibili per raggiungere la parità.
Violenza e azioni intimidatorie
Solo nell’ultimo anno in Italia si sono superati i 160 casi di atti violenti o discriminatori nei confronti di omo, bi e transessuali. La nostra nazione è una delle più omofobe, nelle classifiche internazionali veniamo inseriti al 22° posto in UE, e al 34° a livello mondiale. Posizioni decisamente di rincalzo, indegne di una società civile e moderna, come ci crediamo di essere. Anche sul posto di lavoro sono molte le persone che vengono discriminate per la loro sessualità.
Messaggi ambigui
I media più o meno consapevolmente, trasmettono messaggi che possono aumentare il livello di omofobia. La censura che annulla o rende poco visibili le scene di sesso omosessuale, senza nudi e compresi innocenti baci, è un mezzo per aumentare la discriminazione. Ne ha fatto le spese anche la pubblicità, quasi solo gli spot che giungono da paesi più aperti non vengono censurati. La mancanza di modelli omosessuali positivi crea una condizione di difficoltà per i più giovani. L’incidenza percentuale di suicidi tra gli adolescenti che si scoprono gay è molto alta, soprattutto se crescono in ambienti con forte valenza cattolica.
Accuse ingiustificate
Viene concessa troppo spesso un’accusa che non è supportata dai fatti. Gli omosessuali vengono equiparati ai pedofili, uno stigma durissimo da abbattere, che però non corrisponde alla realtà. I pedofili sono al 95% eterosessuali, e sono proprio molti dei religiosi pronti a schierarsi con anatemi ad avere il problema più vistoso. I casi dichiarati in seminari e collegi religiosi sono la maggioranza di quelli rilevati.
Pessima la situazione scolastica col nuovo governo
Col nuovo governo si è immediatamente notata una decisa inversione di marcia nei confronti dell’educazione scolastica. Il problema viene semplicemente annullato e dimenticato. La usuale comunicazione a tutte le scuole per una particolare attenzione alla giornata mondiale contro l’omo-bi-transfobia non è stata inviata. I ministri Roccella e Valditara accusano l’opposizione di fare cagnara per aumentare la divisione. Mentre le posizioni retrograde di associazioni reazionarie respingono ogni tipo di intervento nelle scuole etichettandole come “inutili eventi gender nelle aule”.
Posizioni di retroguardia
Sono posizioni di chi si arrocca in un mondo fantastico, dove nessun messaggio possa giungere ai “loro” figli e traviarli. È ancora la paura del cambiamento a rendere, alcune persone vincolate a principi, spesso religiosi, ostili a tutto ciò che possa essere legato al mondo LGBT. Questi timori e chiusure mentali, sfociano in sentimenti omofobici, che rendono molto complicate le vite di omo-bi-trans. Buona giornata mondiale contro l’omo-bi-trans-fobia a tutti, il paese ha bisogno di migliorare i rapporti tra società civile ed autorità. Le recenti immagini di un carabiniere che ha sposato il suo compagno in alta uniforme, hanno scatenato una serie di messaggi negativi e violenti che si possono comprendere solo come frutto di timori e paure. Sono questi messaggi a dare la vera misura di quanto l’Italia sia omofoba. Omofobia Bifobia Transfobia