Una serie di incredibili titoli sui quotidiani in occasione dei premi Nobel rimarca la misoginia della stampa
Scienziate premiate col Nobel avrebbe dovuto essere il titolo dei quotidiani per essere corretto, invece è uscito di tutto. Le pagine dei quotidiani hanno strabordato di sessismo in modo inqualificabile. Grandi capacità scientifiche o letterarie sono diventate il corollario a triti luoghi comuni maschilisti. Mamme, tate, casalinghe, che sanno pure cucinare e stirare e a tempo perso magari fanno scoperte sensazionali. Hanno vinto il premio Nobel, ma prima di tutto appartengono ad un genere. Casalinghe che casualmente sono pure scienziate
Sensazionalismo da buttare
La stampa si è affrettata a definire come sensazionale il premio, dimenticando di dire i nomi delle premiate. Prima l’appartenenza ad un sesso ben esplicitato, poi la qualità del loro lavoro. Concetti che sono eticamente sbagliati, che fanno parte di un retaggio maschilista che mostra qualche crepa superficiale, ma che non crolla mai. Un titolo come “le Thelma e Louise del DNA” è la dimostrazione che c’è ancora un lavoro immenso da fare. Il sessismo continua a dividere senza tregua, e riconferma che finché non ci sarà una reale parità economica, verrà sempre utilizzato per contrapporre.
Donne non scrittrici
Sono prima di tutto donne, non scrittrici, scienziate, ricercatrici, astronome o quant’altro. La sorpresa che sottende gli articoli in questione è che queste donne possano avere anche interessi che esulano la cura della casa. Incredibile ma vero, oltre a far la calza e accudire bambini, mariti e genitori, reta loro pure il tempo per analizzare il cosmo o scoprire qualcosa d’importante. Il tono è sempre un poco paternalistico, galleggia sempre un’aria di “ma che sorpresa ce la fanno pure le donne”.
La perdita del cognome
Sarà una condizione vecchia di millenni quella di prendere il cognome del coniuge che avrà confuso i vari titolisti dei quotidiani. Le donne che hanno ottenuto risultati d’eccellenza non ricevono l’onore di avere un cognome proprio. Se il signor Mario Brambilla ottiene un riconoscimento resta Mario Brambilla, o al limite nei titoli troveremo “Brambilla vincente”. Se invece capita che sia Simonetta della Va a ottenere la direzione di un ente spaziale, resta solo e soltanto Simonetta. Come la vicina di casa, quella che sbatte i tappeti, una a casaccio, una femmina umana che fa delle cose strane e non si limita a spazzare.
Manteniamo le distanze
Dai titoli di riviste e quotidiani che mettono a risalto prima il genere poi la qualità delle ricerche o dei premi risulta evidente il tentativo di mantenere le distanze. Eppure i risultati ottenuti dalle donne sono uguali, e a volte migliori di quelli dei maschi, e sono traguardi di valore. Non si può leggere che l’ex commessa della Coop ha ottenuto il riconoscimento a cui lavorava da 30 anni. Di nessun uomo verrebbe ricordato il primo lavoro magari fatto per pagarsi l’affitto. Due pesi e due misure che contribuiscono a mantenere il “divide” e dimostrano la scarsa volontà di arrivare ad una reale parità. Casalinghe che casualmente sono pure scienziate.
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