Quando ci saremo liberati del Covid-19 torneremo a dare priorità ai negozi del vicinato?
Uno dei cambiamenti che questa pandemia potrebbe apportare è quella di riconsiderare il negozietto sotto casa. I rapporti umani, condizionati dalle distanze di sicurezza, mascherine e guanti, ci faranno apprezzare un rapporto meno asettico rispetto a quello del supermercato. Non sarà un ritorno ad una distribuzione simile a quella degli anni 50, ma certamente la fredda opulenza dei supermercati coi suoi rituali e le sue file muterà. Cambieremo il modo di pensare agli acquisti?
Il telelavoro
Il telelavoro diventerà usuale ed il cambio dei ritmi familiari porterà a vivere i quartieri in modo più interessante. I tempi di lavoro avranno una incidenza inferiore perché sarà più semplice ritagliarsi orari differenti. Fare la spesa non sarà relegato solamente al prima o dopo il lavoro o nel weekend. Diventerà una tradizione quotidiana a cui attingere. Anche se gli acquisti in rete si stabilizzeranno verso l’alto è ragionevole pensare che frequenteremo più spesso i negozi di prossimità. Anche perché hanno dato prova di grande duttilità con le consegne a domicilio, mantenendo un rapporto umano intenso con la clientela.
Sopravviveranno?
La domanda che dovremmo porci è se riusciranno i piccoli commercianti a sopravvivere a questa stretta economica. Gli alimentari sono sinora gli unici che hanno svolto una regolare attività e non dovrebbero subire particolari restrizioni. Tutto il resto però dovrà fare conto con la stretta che questi, 3 forse 4 mesi di chiusura, porterà ai loro bilanci. Servirà un forte supporto dello stato e delle regioni per mantenere la struttura economica esistente.
Una tendenza già in atto
La tendenza a limitare gli acquisti ai soli mall e supermercati è già in atto da qualche tempo. La riqualificazione dei quartieri con molti piccoli punti vendita inverte il trend dei troppi cartelli Affittasi e Vendesi. L’illuminazione delle vetrine dei quartieri porta ad una positiva rivalutazione, respingendo la piccola malavita e incrementando il valore dei locali. Il vicinato si trasforma in un’esperienza d’acquisto, portando vivacità in aree che sembravano destinate al declino.
Nuovi spazi più piccoli
I grandi marchi tendono a fare due scelte, portarsi nel centro urbano, nel cosiddetto cuore commerciale urbano, con prezzi di affitto altissimi. Oppure spostarsi all’esterno dove trovare grandi spazi a prezzi economici. Però la clientela non ama moltissimo muoversi verso l’estrema periferia. Per questo ora sviluppano una terza possibilità, superfici più ridotte in quartieri più vivaci e meglio collegati. Questa terza opzione incontra i favori del pubblico, che ora ha ancora più opzioni di acquisti sotto casa. Il commercio del futuro potrebbe portarci al passato, quando lo shopping era qualcosa di locale, dove si privilegiava la vita di comunità. Cambieremo il modo di pensare agli acquisti?

