Molte impressioni positive, grande organizzazione ma c’è lo scoglio parità
E’ appena cominciato il mondiale di calcio femminile. L’Italia vi partecipa ed ha anche qualche speranza di approdare alla seconda fase. L’ambiente è carico. La qualificazione è arrivata con un bel girone, giocando bene, e quindi si spera che superata l’emozione iniziale, tutto scorra agevolmente. Il campionato italiano è stato rifondato, le squadre di seria A maschile sono state invitate a formare team di calcio femminile. Per incrementare la visibilità di tutto ilo settore.
Non è ancora un campionato da tutto esaurito
Il campionato nazionale ha bisogno di tempo per svilupparsi, ancora gli stadi hanno molti spazi vuoti, del resto anche quello maschile non fa tutto esaurito. La finale del campionato scorso ha richiamato 40.000 spettatori, il miglior risultato possibile per promuovere il calcio femminile. Un eventuale buon risultato potrebbe aiutare molto tutta l’attività che ha bisogno di espandersi. Stanno cadendo alcune remore che volevano il calcio riservato solo ai maschietti. Anche i biglietti per le gare del mondiale in Francia sono andati quasi completamente esauriti, segno che il calcio femminile conquista appeal.
Le bambine lo giocano
Anche le bambine osano giocarlo, a volte il passaggio della pubertà stronca la carriera di molte donne, che desiderano attenersi a certi stereotipi esteriori. La paura di avere gambe troppo muscolose fa smettere l’attività, preferendo passare a discipline più “dolci”. Qualcosa sta cambiando, la mentalità mutuata dalle campionesse statunitensi, che sono l’esempio da seguire, è in movimento. Il sistema sportivo made in Usa ha portato un numero enorme di sportive a praticare il calcio, il soccer come lo chiamano loro. La quantità ha portato a selezionare molte più giocatrici e questo le ha rese vincenti.

L’amaro calice degli stipendi
Se il settore si espande, ancora il gap degli stipendi tra calcio femminile e maschile è enorme. Improponibile come argomento. Le calciatrici vorrebbero almeno assumere il ruolo di professioniste e mantenersi con quanto guadagnano giocando. Al momento non è possibile, il loro ruolo è quello di semi-professioniste, rientrano nelle spese e poco altro. Un gap che sembra incolmabile come del resto accade quasi in ogni attività a parte forse le top-model che guadagnano più dei loro compagni maschi.
A livello amatoriale in molti paesi
Resta ancora a livello amatoriale in molti paesi. La sfida per passare al professionismo è globale. La scarsità di mezzi, ha un esempio a cui attingere. Se il team giamaicano ha la possibilità di partecipare al campionato mondiale è solo per l’interessamento di una delle figlie di Bob Marley. Appassionatissimo di calcio ha contagiato anche gli altri rappresentanti della famiglia. Sono numerosi i filmati che vedono Marley giocare a pallone a casa sua o nel backstage dei suoi concerti. La figlia ha organizzato una raccolta fondi ed in questo modo le calciatrici giamaicane saranno in Francia. Calcio femminile comincia il mondiale.


