Gli italiani lo adorano, anche se non sono coloro che ne consumano di più.
Molti credono che gli italiani siano i più grandi consumatori di caffè, in realtà sono battuti da molti altri paesi, specie quelli nordici con la Finlandia al primo posto. Quello che fa la differenza nel nostro paese è il consumo “sociale”. Quasi nessuno sa resistere alla proposta “ci facciamo un caffè”? Dovunque arrivi la proposta e anche in qualsiasi ora la risposta è “si” oppure “perché no”. Condividere una tazza d’infuso nero nero è un’azione necessaria e assai plausibile. Caffè ovunque e comunque Leggi tutto: Caffè ovunque e comunque
4 su 5
Questa è la percentuale degli italiani che bevono caffè ogni giorno. Da soli a casa appena svegli o al bar per la prima colazione, il “click” che regala il caffè e che ci fa svegliare e diventare finalmente operativi è un vero must. É il segnale che la giornata comincia e che possiamo interagire col prossimo guardandolo in faccia e magari sorridendo. Un rito collettivo di apertura alla comunicazione, si apre il sipario e si va in scena.
Quell’aroma
Ognuno di noi ha preferenze specifiche in merito, che vanno dal gusto, all’aroma, allo zuccheraggio o meno e dal servizio. All’estero destano sempre ilarità le mille maniere in cui ordiniamo e consumiamo la nostra bevanda preferita. Ma in realtà a noi serve soltanto che la caffeina ci arrivi al cervello e si accendano tutte le spie necessarie, tutto il resto è corollario.
Il primo infuso
Il primo infuso del mattino è un rituale che ci serve per essere sicuri di essere vivi ed essere in grado di vestirci e di uscire di casa. Molti lo prendono al bar, per poter scambiare due chiacchiere, o mugugnare qualcosa al barman o leggere i titoli dei quotidiani sopra alla spalla di qualche altro cliente. Almeno 3 caffè su dieci vengono consumati al bar e servono a creare quel minimo di confidenza, di convivialità che ci mettono a nostro agio.
Caffè della macchinetta o della moka
La stessa funzione la svolgono anche le tazze offerte a casa dagli amici. Introduzione naturale a qualche chiacchiera, o gossip, che riguardano, amici, vicini, familiari, ecc. Ancora oggi per allungare l’evento c’è chi mette sul fuoco la cuccumella. Una preparazione lenta che predispone a conversare, in attesa che l’infuso salga. Essere invitati da qualcuno a casa per un caffè è un simbolo di amicizia e di essere parte della sua sfera intima, con tutti gli annessi e connessi che questo comporta. Può essere anche una scusa innocente per flirtare, a volte.
Caldo freddo o..
Il caffè può essere caldo (nella stragrande maggioranza dei casi), freddo anche per combattere il calore, o in mille altri modi. Corretto con grappa, stravecchio o altri alcolici o insaporito in modi alternativi secondo le tradizioni familiari. Il caffè è talmente parte delle nostre tradizioni che c’è ancora chi partendo per un viaggio porta la propria moka o almeno la propria miscela di caffè. Perché niente come quello speciale aroma ricrea atmosfera di casa anche ad Auckland o a Katmandu.
Moka, arabica, vietnamita, brasiliano, costaricano
Tante le variabili a disposizione, le principali sono moka e arabica, che però possono moltiplicarsi in tutte le regionalità da cui provengono le bacche. La tostatura, ovviamente, crea un altro elemento che rende unico l’aroma di partenza. L’infusione lenta o veloce (dipende dalle macchine che usiamo) crea crema e “densità”. Agli italiani mediamente piace un caffè molto corposo, tanto che in quasi ogni regione esistono parole per definire quelli troppo brodosi o poco intensi. A partire dalla celebre “ciofeca” di Totò. Caffè ovunque e comunque
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