Sarebbe una soluzione miracolosa al problema della plastica nell’ambiente, ma anche un guaio se si diffondesse troppo.
Alcune scoperte, molte delle quali assolutamente casuali, hanno permesso di arrivare molto vicini a produrre dei batteri che utilizzano particolari enzimi. Sono in grado di scomporre le materie plastiche nelle sue componenti originarie, e potrebbero liberarci da quel tipo di inquinamento. Sorge però un problema, ovvero gli enzimi potranno essere confinati nelle aree dove la plastica viene smaltita per il riciclato, o verranno lasciati liberi? Batteri mangia plastica, soluzione o problema?
Enzimi in libertà
Se venissero rilasciati nell’ambiente potrebbero divorare tutta la plastica, compresa quella che ancora utilizziamo e a cui siamo legati. Gli oggetti di plastica sono presenti nella nostra vita quotidiana in mille forme e sembra impossibile rinunciare a tutti quegli oggetti immediatamente. Servirebbe almeno una fase intermedia, in cui poter proteggere i nostri accessori plastici, finché non sia possibile sostituirli con altri materiali altrettanto duttili.
Batteri, funghi, enzimi
Tre scoperte causali in Giappone, Pakistan e Usa, hanno fatto trovare batteri, funghi ed enzimi capaci di mangiare la plastica. I ricercatori stanno tentando di produrre in laboratorio questi enzimi, tramite la biologia sintetica. Il loro obiettivo è utilizzarli in tutti i siti di stoccaggio ed anche negli oceani, per dissolvere le isole flottanti. Il sistema biologico consente un approccio completamente diverso, si parte da elementi presenti in natura e non da prodotti chimici, spesso petrolchimici.
Il progetto era partito dall’opposto
La ricerca era focalizzata su produrre nuove plastiche di origine biologica, ma nel frattempo hanno scoperto come sciogliere quella di origine chimica. La plastica che è stata prodotta, da quando è stava inventata, è stato calcolato che ammonti a 8,3 miliardi di tonnellate. Di questa solo una minima parte è stata riciclata, il 9% per l’esattezza, il resto è stato buttato come rifiuto. Sono molti i progetti che partendo da questi enzimi mangia-plastica stanno cercando di elaborare questi batteri. Vedremo chi arriverà per primo al risultato finale, se saranno inglesi, giapponesi, israeliani o staunitensi.
Una ricerca inglese
Una ricerca inglese ha accidentalmente scoperto che una versione da loro elaborata riesce a divorare la plastica con grande velocità. Le bottiglie di plastica su cui sono stati applicati, le hanno disgregate in pochi giorni. Questo traguardo se lo sono posti altri team di scienziati. In Francia sono arrivati a scomporre il PET e a renderlo riutilizzabile con la stessa qualità del materiale vergine. Un esempio di riciclo molto utile ed etico, che ha suscitato l’interesse di grandi aziende. Presto il primo impianto sarà pronto per le prime forniture del PET rinnovato.
Plastica riutilizzabile anche se sporca
Gli enzimi svolgono un’azione di frantumazione che non deve partire da plastica perfettamente pulita. In questo modo salta almeno un passaggio nella catena del riciclaggio, ed abbassa i costi. Il materiale che risulta è ad uno stadio che può essere utilizzato per dare vita a differenti materiali. Si può mescolare ad altre plastiche. Un grande incentivo per le industrie ad utilizzare materiale che ha origine da riciclo, un’opzione ecologica ed economica.
Ostacolo nelle normative
Gli enzimi mangia-plastica, soprattutto se aggressivi, potrebbero venire rilasciati nell’ambiente, ma potrebbero rivelarsi pericolosi. La maggior parte della plastica non rientra nel ciclo di riciclaggio, buona parte di essa è infatti stata abbandonata. Quindi smaltirla tramite gli enzimi sarebbe una soluzione eccellente, ma i ricercatori dovranno convincere le autorità, che non produrrà conseguenze negative. Non è pensabile che gli oggetti disponibili nei supermercati possano sciogliersi prima ancora di venire venduti, perché il batterio li ha attaccati. Attendiamo che la ricerca svolga il suo lavoro e ci liberi di questa oppressione da plastiche, senza scioglierci il telefono, gli occhiali, i cavi elettrici, le carte di credito o il pc. Batteri mangia plastica, soluzione o problema?

