Benessere, Enogastronomia

Basta con i finti prodotti italiani

Basta con i finti prodotti italiani

È ora di mettere alla berlina e fermare i produttori di falsi prodotti italiani.

Sembra uno sport mondiale quello di storpiare i nomi dei prodotti italiani. Aumentano quotidianamente le truffe ai danni delle nostre aziende e della nostra bilancia commerciale. Il caso recente del Prosek croato sta facendo irritare molti produttori nel trevigiano, ma è solo la punta dell’iceberg di un fenomeno vastissimo. I prodotti DOC, DOP e IGP meritano maggiore attenzione e la Coldiretti ha deciso di passare all’attacco. I prodotti “italian sounding” verranno pubblicati in modo da poterli bloccare più agevolmente. Far conoscere ai consumatori a cosa vanno incontro mentre fanno acquisti è fondamentale per stoppare questo scempio. Basta con i finti prodotti italiani

Pubblicate le immagini dei falsi Prosecco

I prodotti che sono tutelati dalla UE hanno bisogno di un’azione più incisiva che si basa su una sentenza recente. La Corte di Giustizia europea ha imposto di proteggere le aziende dai falsi i prodotti che utilizzano storpiature del naming o della grafica. È una sentenza molto importante che crea un precedente che potrà essere impugnata da molte aziende italiane. Sono proprio i prodotti italiani, infatti, ad essere i più copiati, storpiati, falsificati. L’export genera quasi 10 miliardi di euro, che fanno gola a molti truffatori. Comprensibile che ci siano molti tentativi di commercializzare falsi. Ma ora c’è uno strumento in più per fermare le sofisticazioni. Le aziende che operano nel settore delle DOP, DOC, IGP danno lavoro a 180.000 operatori e generano un grande indotto.

Basta con i finti prodotti italiani

Champanillo spagnolo

Il caso preso in esame riguarda la tutela dello Champagne. Una catena spagnola di bar utilizza a livello promozionale il nome Champanillo, un nome che richiama il più celebre spumante francese. Inoltre si serve anche di un’immagine che rappresenta due coppe contenenti una bevanda con bollicine. Anche se è un servizio e non un vero e proprio prodotto, la denominazione e la grafica rimandano allo Champagne. Per questo motivo la Corte ha condannato la catena a interrompere la pubblicità ingannevole ed a cambiare il nome della loro catena di bar. Un esempio che depone positivamente anche per il caso Prosek che viene dibattuto in questi giorni.

Prosecco ovunque

Il falso made in Italy usa parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che richiamano l’Italia. Sono spesso alimenti taroccati, che non hanno nulla a che fare con il sistema produttivo italiano. Il Prosecco, sembra essere una delle vittime predestinate. Da alcuni anni, le bottiglie taroccate del vino veneto, sono in aumento su molti mercati europei e mondiali. I nomi utilizzati fanno riferimento all’Italian sounding e generano confusione nei consumatori. Alcuni dei casi più evidenti sono Meer-secco, Kressecco, Semisecco, Consecco, Whitesecco, Crisecco e l’ormai famoso Prosek. Confidiamo che il caso Champanillo venga utilizzato come precedente legale, e ne blocchi la diffusione. Basta con i finti prodotti italiani

Basta con i finti prodotti italiani

Credits:Coldiretti,Winenews,CommonWikipedia

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Basta con i finti prodotti italiani, il caso Prosek ha provocato un'ondata di proteste per l'evidente italian sounding del vino croato
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