Importantissime aziende multinazionali cambiano le loro strategie pubblicitarie. Bloccano le promozioni dei loro prodotti su piattaforme che non fanno abbastanza per fermare campagne d’odio
Facebook, Twitter, Instagram, YouTube sono accusate di essere troppo morbide nei confronti di chi diffonde messaggi d’odio e per questo verranno boicottate. Se a farlo sono i singoli utenti non fa molto rumore, ma se a dirlo e a farlo sono alcune multinazionali il discorso cambia. Coca.Cola, Patagonia, Unilever, Verizon e NorthFace sono tra le aziende che si sono impegnate in questo senso. Basta col profitto basato sull’odio.
Social media sotto accusa
Campagne d’odio e di razzismo non controllate a sufficienza sono state la goccia che ha fatto traboccare il vaso. La campagna Stop Hate for Profit (Basta col profitto basato sull’odio), è un messaggio forte che vuole mettere al limite chi ha una visione distorta del mondo. Tra i personaggi che sicuramente basano la loro comunicazione su messaggi “violenti e razzisti” figura il Presidente USA Trump. Ha già subito la cancellazione di diversi messaggi su Twitter e si è molto arrabbiato per questo. Ma i suoi contenuti erano orribili e incitavano alla violenza, bene hanno fatto le piattaforme social a cancellarli.
Zuckerberg cerca di correre ai ripari
L’inventore di Facebook ha reagito aumentando la qualità dei filtri per la rimozione dei contenuti violenti o razzistici. Per le aziende che hanno sospeso le loro campagne pubblicitarie sui social non è ancora sufficiente. Anche il ricorso all’Intelligenza artificiale che riesce a snidare quasi tutti i contenuti malevoli e fakenews prima che siano segnalati dagli utenti, è insufficiente. C’è un lavoro immenso da svolgere per sradicare i gruppi di fanatici più sgradevoli. Una portavoce di Facebook parla di oltre 150 organizzazioni che supportano ed esaltano la supremazia bianca, eliminate
Una minima parte
Una minima parte ancora di tutte le organizzazioni che si servono dei social per fare reclutamento e diffondere fake news che esortano ad usare la violenza. Nei mesi scorsi anche i gruppi della estrema destra e gruppi di ultrà calcistici italiani sono stati esaminati. Alcuni sono stati bloccati definitivamente. La speranza è che questa azione delle multinazionali segni un punto di non ritorno. Il CEO di Coca-Cola James Quincey ha dichiarato “Non c’è spazio per il razzismo nel mondo e non c’è spazio per il razzismo sui social media”. Basta col profitto basato sull’odio
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