L’ambasciata dell’Ecuador ha aperto le porte alla polizia britannica
Revocato l’asilo nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra al giornalista australiano Julian Assange. Il fondatore di Wikileaks, è stato infatti arrestato all’interno dell’ambasciata dell’Ecuador, che lo aveva ospitato per 7 anni. Wikileaks ha accusato la C.I.A. di ingerenze per ottenere una “Revoca illegale”. Il presidente dell’Ecuador nonostante la revoca ha quindi dichiarato che “Non sarà estradato dove c’è pena morte”. Arrestato Assange protagonista de caso Wikileaks.
Sono gli Usa il suo nemico principale
Gli Usa accusano Assange di cospirazione in associazione con Chelsea Manning. Il fondatore di Wikileaks è inoltre accusato di pirateria informatica. Assange se estradato e ritenuto colpevole, rischia una pena fino ad un massimo di 5 anni. E’ stato prelevato di peso quest’oggi da 7 agenti in borghese che lo hanno portato all’esterno dell’ambasciata ecuadoregna
Il Regno Unito non ha civiltà
Julian Assange durante l’arresto ha lanciato un j’accuse contro il governo di Londra: “Il Regno Unito non ha civiltà“. “Il Regno Unito deve resistere” facendo chiaro riferimento alle pressioni statunitensi sul governo britannico. Testimoni hanno confermato, c’erano almeno sei uomini in borghese a portare fuori dall’ambasciata Assange, mentre altri poliziotti in divisa facevano velo. Non ha potuto fare dichiarazioni perché lo hanno immediatamente trasferito in un furgone.
Un’azione “show” in pieno giorno
Il momento della cattura non era inatteso anche se la polizia britannica sembrava seguire un copione. Uno show ad uso e consumo dei media. Chi ha assistito parla di disorientamento di Assange trasportato fuori come un pacco. I sostenitori del giornalista australiano sono ora davanti alla stazione di polizia dove è stato portato, per manifestare conto la sua detenzione.
Cia e altri poteri forti contro di lui
E’ una chiara violazione del diritto internazionale quello effettuato dall’ambasciatore dell’Ecuador. Cia e altri poteri forti sono dietro questo arresto. Orchestrato da chi è stato ferito dalle rivelazioni dell’ex primula rossa dell’informazione. Wikileaks in un tweet ricorda i premi, gli attestati e la nomination al Premio Nobel per la pace nel 2010 di Assange. “Ma attori potenti, inclusa la Cia, sono impegnati in uno sforzo sofisticato per disumanizzarlo, delegittimarlo e imprigionarlo“.
Putin ha invitato tramite un portavoce a rispettare i suoi diritti
Alla richiesta della possibilità di concessione d’asilo il portavoce di Putin ha invocato che i suoi diritti siano rispettati. La Russia si smarca e non pare interessata a fornire asilo. Il Ministero degli Esteri sovietico ha fatto sentire la propria opinione in un post su Facebook. La portavoce del ministro Maria Zakharova ha scritto “Con questo arresto la mano della democrazia strangola la libertà“.
Violazione della convenzione internazionale
E’ questa la causa della revoca da parte del presidente dell’Ecuador Lenin Moreno. L’ex presidente Rafael Correa, che aveva concesso l’asilo, ha però accusato di “tradimento” il suo successore. “Così ha messo a rischio la vita di Assange e umiliato l’Ecuador. Moreno è un corrotto ma quello che ha fatto oggi è un crimine che l’umanità non dimenticherà mai“. Il giornalista era stato fermato a Londra per violenza sessuale e stupro in Svezia, la donna che lo accusa intende chiedere la riapertura dell’indagine. La polizia anglosassone lo accusa di aver violato i termini della libertà vigilata.
Theresa May s’è complimentata con la polizia
Parlando alla Camera dei Comuni Theresa May ha complimentato l’azione di polizia. La May ha glissato sulle accuse rivolte ad Assange ma ha orgogliosamente ribadito “nessuno nel Regno Unito è al di sopra della legge“. Confermando la richiesta di estradizione da parte degli Usa, ha dichiarato di non voler essere coinvolta nelle decisioni della corte inglese.
Confinato nell’ambasciata per 7 anni
Assange aveva ottenuto la cittadinanza ecuadoregna lo scorso anno, ma i rapporti col nuovo presidente Moreno erano logorati da tempo. Gli era stato impedito di accedere alla rete dopo che Wikileaks aveva pubblicato e-mail di Hillary Clinton, ritenute di carattere riservato. Il gesto aveva segnato profondamente i rapporti con le autorità ecuadoregne, tanto che Assange riteneva imminente la fine del suo asilo. Da molti è ritenuto un simbolo della libertà d’informazione e della trasparenza della stessa. L’epilogo della vicenda rischia di diventare una ferita insanabile per chi crede che la rete debba essere libera e indipendente.

