La Danimarca gode dell’ottima fama di essere uno dei paesi più felici al mondo. Ora celebra questa particolarità con un museo dedicato.
In completa controtendenza, a Copenaghen nasce un museo dedicato alla felicità. Mentre tutto il mondo si deprime, a causa della pandemia e delle relative preoccupazioni economiche e sanitarie, qualcuno prova a parlare di positività. Riportare la felicità in primo piano è l’obiettivo che si sono dati i creatori del museo. Rimettere la felicità in circolo, per darle il giusto spazio e farla diventare una quotidianità, sempre più difficile da ottenere. Apre il museo della felicità del mondo a Copenaghen
Ricchi solo di denaro
La ricerca della stabilità economica e di una ricchezza materiale ci ha fatto dimenticare la ricchezza di sentimenti. Abbiamo affidato alla quantità di cose possedute la nostra felicità, ma probabilmente abbiamo sbagliato bersaglio. La felicità non è aumentata col progressivo aumento del saldo del conto bancario. Non abbiamo saputo cercarla nei luoghi giusti e nei momenti giusti. Questo museo ci da una mano per ripensare a cosa abbiamo tralasciato o perduto.
Otto sale
Il museo si sviluppa in otto sale che cercano di visualizzare come la felicità si sia sviluppata con i relativi approfondimenti storici. Vengono illustrate anche le mappe dei paesi più felici e ci sono laboratori della felicità. Misurare il grado di felicità raggiunta è quasi impossibile proprio per l’aleatorietà del soggetto e delle sue componenti. Ognuno di noi mescola i vari elementi che la compongono in un mix personale che integra benessere, appagamento e soddisfazione. L’ Happiness Research Institute che ha curato il museo ha cercato di dare una nuova scala di misurazione.
Com’è composta
Hanno cercato di misurare la felicità mettendo a confronto PIL nazionale, disoccupazione, tassi d’interesse, emozioni e soddisfazioni a cui si sono aggiunti l’ambiente e la qualità della vita. Uno zibaldone difficile da controllare e parametrare. Quello che risulta è che in fondo tutti puntiamo alla felicità ma con passaggi molto variegati. I risultati della ricerca hanno chiarito che il momento era giusto per aprire un museo di questo tipo semplicemente perché ne avevamo tutti bisogno.
Un inizio senza botti
L’apertura del museo non è coincisa con lunghe code al botteghino. I visitatori non sono moltissimi ma l’obiettivo non era di attrarre folle oceaniche ma di far circolare un poco di felicità. Il risultato sembra incoraggiante, chi ha visitato le otto sale s’è detto molto contento dell’esperienza. Qualcuno ha dichiarato di essere più felice dopo aver incontrato le esperienze di altre persone che hanno declinato la felicità in modo così personale.
Oggetti donati
In previsione dell’apertura il personale ha invitato i cittadini a donare oggetti che ritenevano fonte di felicità. Dalla massa di oggetti sono stati selezionati 18 oggetti che hanno toccato la sensibilità dei curatori per le loro storie. Oggetti disparati che però raccontano come si possa trovare la felicità in mille modi originali ed unici. La gioia e il lampo di emozione che accompagna la vista di questi oggetti, contribuiscono a regalare felicità ai visitatori. Obiettivo raggiunto quindi, per i curatori. Apre il museo della felicità del mondo a Copenaghen.

